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«Questi bodhisattva che hanno praticato la via per kalpa innumerevoli quando mi sentono descrivere la durata della mia vita sono in grado di credere e accettare ciò che dico. Queste persone accetteranno con gratitudine questo sutra e diranno: “È nostro desiderio avvalerci nelle epoche future delle nostre lunghe vite per salvare gli esseri viventi. Proprio come oggi l'Onorato dal Mondo, il re degli Shakya, ruggisce come un leone nel luogo dell'illuminazione, predicando senza paura la Legge, così possiamo noi, nelle epoche a venire, onorati e riveriti da tutti, assisi nel luogo dell'illuminazione, descrivere allo stesso modo la durata della nostra vita"».
Da “Il Sutra del Loto” (cap. XVII. Distinzione del benefici)
«Questa è una chiara affermazione di come si dovrebbe accettare con gratitudine il Sutra del Loto. Le parole "queste persone" nel loro più ampio significato si riferiscono a tutti gli esseri viventi. In questo modo tutti i Budda delle tre esistenze e delle dieci direzioni accettano con gratitudine Nam-myoho-renge-kyo e conseguono così la Buddità. Perciò il titolo del capitolo precedente, Durata della vita del Tathagata, fu trasmesso come Nam-myoho-renge-kyo, con il termine Tathagata aggiunto come ulteriore titolo. Questo dev'essere tenuto segreto. Ora quando Nichiren e i suoi seguaci recitano Nam-myoho-renge-kyo, lo fanno per questa ragione».
Dalla “Raccolta degli insegnamenti orali (Ongi kuden) di Nichiren Daishonin” (cap. 17. Distinzione dei benefici)
«Si dice che il leone, re degli animali, avanzi di tre passi poi si raccolga su se stesso per saltare, sprigionando la stessa potenza nel catturare una piccola formica o nell'attaccare un animale feroce. Nell'iscrivere questo Gohonzon per la sua protezione, Nichiren è uguale al re leone. Questo è ciò che intende il Sutra con "la forza di un leone all'attacco". Credi in questo mandala con tutto il tuo cuore. Nam-myoho-renge-kyo è come il ruggito di un leone. Quale malattia può quindi essere un ostacolo? È scritto che coloro che abbracciano il Daimoku del Sutra del Loto saranno protetti da Kishimojin e dalle sue dieci figlie. Assaporeranno la felicità di Aizen e godranno della fortuna di Bishamon. Ovunque tua figlia possa giocare, non le accadrà niente di male; sarà libera dalla paura come il re leone. La protezione di Kodainyo è la più profonda tra quelle delle dieci figlie di Kishimojin. Ma tutto dipende dalla tua fede. Una spada sarà inutile nelle mani di un codardo. La potente spada del Sutra del Loto deve essere brandita da un coraggioso nella fede. Allora egli sarà (forte) come un demone armato di una mazza di ferro».
Dal Gosho “Risposta a Kyo'o” (SND, vol. 4)
«Nel capitolo Juryo si legge: "Alcuni avevano perduto i loro sensi, altri no ... I figli che non hanno perduto i loro sensi si rendono conto che la benefica medicina è buona sia nel colore che nel profumo. La prendono immediatamente e la loro malattia svanisce". Il sutra spiega che tutti i bodhisattva, le persone dei due Veicoli, del mondo umano e celeste che ricevettero il seme dell'Illuminazione nel remoto passato, lo maturarono nella relazione con il [sedicesimo figlio del] Budda Daitsu, poi con gli insegnamenti dei primi quattro periodi e dello shakumon del Sutra del Loto, e infine raggiunsero l'Illuminazione ascoltando l'insegnamento honmon del Sutra del Loto. Il capitolo Juryo continua: "Anche quelli che sono fuori di sé sono comunque felici di vedere il padre che è tornato e lo pregano di curare la loro malattia. Ma quando viene data loro la medicina, rifiutano di prenderla. Questo perché il veleno è penetrato così profondamente che essi hanno perso il senno. Pensano quindi che la medicina non abbia un buon gusto, nonostante il colore e il profumo siano squisiti. Allora il padre pensa: '...Ora devo ricorrere a un espediente per fargliela prendere'. Perciò dice loro: '...Ora lascio qui per voi questa buona medicina. Prendetela e non pensate che non vi faccia bene'"». [...] «Questa "buona medicina" è Nam-myoho-renge-kyo, l'essenza del capitolo Juryo - il suo nome, entità, qualità, funzione e Insegnamento».
Dal Gosho “Il vero oggetto di culto“ (SND, vol. 1)
«[...] immaginate un bravo medico, saggio ed esperto, che sa preparare le medicine per curare qualsiasi malattia. Egli ha molti figli, forse dieci, venti o anche cento. Un giorno si reca lontano in un altro paese per occuparsi di certi affari. Dopo che si è allontanato, i figli bevono un veleno che li fa spasimare dal dolore e li fa cadere a terra agonizzanti. A quel tempo il padre torna a casa e scopre che i figli hanno bevuto il veleno. Alcuni sono completamente fuori di sé, mentre altri non lo sono. Vedendo il padre che è tornato da lontano, tutti i figli si rallegrano, si inginocchiano e lo implorano: "Quanto siamo felici che tu sia tornato sano e salvo. Siamo stati stupidi e per errore abbiamo bevuto del veleno. Ti preghiamo di curarci e di farci vivere ancora!". Il padre, vedendo i figli così sofferenti, segue varie ricette: raccoglie buone erbe medicinali, tutte perfette nel colore, nell'aroma e di sapore gradevole, le macina, le setaccia e le miscela insieme. Ne dà una dose ai figli dicendo loro: "Questa è una medicina molto efficace, perfetta nel colore, nell'aroma e di sapore gradevole. Prendetela e sarete presto guariti dai vostri dolori e liberi da qualsiasi malattia”. I figli che non hanno perso il senno capiscono che si tratta di una buona medicina, sopraffina per colore e aroma, la prendono e guariscono subito dai loro mali. Coloro che invece non sono più in sé sono egualmente felici di vedere il padre che è tornato e lo implorano di curarli, ma quando viene data loro la medicina, rifiutano di prenderla. Perché? Perché il veleno è penetrato profondamente ed essi hanno perduto il senno. Così, benché la medicina sia di colore e aroma eccellenti, essi non credono che sia buona. Tra sé e sé il padre pensa: "Poveri figli miei! A causa del veleno che hanno ingerito le loro menti sono completamente annebbiate. Sono felici di vedermi e mi chiedono di curarli, tuttavia rifiutano di prendere questa ottima medicina. Occorre che escogiti qualche espediente per indurli a berla". Così dice ai figli: "Sappiate che ormai sono vecchio ed esausto e l'ora della mia morte è giunta. Adesso lascerò qui questa buona medicina. Prendetela, e non temete che non vi guarisca"».
Da “Il Sutra del Loto” (cap. XVI. Durata della vita del Tathagata)
«Le parole "completamente fuori di senno" o più letteralmente "hanno perso la loro mente originale", si riferisce a offendere la Legge. "Mente originale" si riferisce ai semi dell'Illuminazione piantati dal Budda. "Mentre altri non lo sono" si riferisce ai devoti del Sutra del Loto. "Essere fuori di senno" o "perdere la propria mente" qui significa perdere qualcosa che originariamente si possedeva. Il fatto che ora Nichiren e i suoi seguaci recitano Nam-myoho-renge-kyo è un'indicazione che essi non hanno perso le loro menti originali».
Dalla “Raccolta degli insegnamenti orali (Ongi kuden) di Nichiren Daishonin” (cap. 16. Durata della vita del Tathagata)
«A quel tempo Ananda si espresse in versi dicendo: “L’Onorato dal Mondo, che è molto raro incontrare, mi ha fatto ricordare il passato, la Legge di Budda innumerevoli, come se io l'avessi udita solo oggi. Ora non ho più dubbi e nella via del Budda dimoro a mio agio. Come espediente agisco da servitore, sostegno e custode della Legge dei Budda”». [...] «A quel tempo l'Onorato dal Mondo, desiderando ribadire le sue parole, si espresse in versi dicendo: “Quando ero principe ereditario, Rahula era il mio figlio maggiore. Ora che ho raggiunto la via del Budda egli riceve il Dharma ed è mio figlio nel Dharma. Nelle esistenze a venire vedrà innumerevoli milioni di Budda. Come figlio maggiore di tutti loro, ricercherà unicamente la via del Budda. Le azioni segrete di Rahula solo io ho il potere di conoscerle. Egli si manifesta come il maggiore dei miei figli così si mostra a tutti gli esseri viventi. Con innumerevoli milioni, migliaia, decine di migliaia di benefici incalcolabili dimora sicuro nella Legge del Budda e in tal modo ricerca la via suprema”».
Da “Il Sutra del Loto” (cap. IX. Predizione conferite ai novizi e ai discepoli Anziani)
«Questo brano sta dicendo che, quando si arriva per la prima volta a comprendere e realizzare il meraviglioso principio dei tre corpi del Budda dei quali siamo sempre stati dotati, ciò è chiamato "ricercare la via suprema". Questa è Nam-myoho-renge-kyo».
Dalla “Raccolta degli insegnamenti orali (Ongi kuden) di Nichiren Daishonin” (cap. 8. Predizioni conferite ai novizi e ai discepoli anziani)
«[...] quando durante gli otto anni di predicazione sul Picco dell'Aquila, il Budda spiegò che "l'effetto dell'Illuminazione si chiama l'unico veicolo della Buddità", tutti i bodhisattva giunsero allo stadio di myogaku, lo stesso livello d'Illuminazione del Budda. Era come se saliti sulla cima del monte Sumeru potessero vedere in ogni direzione e tutto divenne chiaro come se il sole fosse sorto dopo una lunga notte. Anche se il Budda non li avesse esortati a farlo, potevano non decidere di diffondere il Sutra del Loto e di prendere su di sé le sofferenze dei praticanti? Perciò essi fecero un voto: "Senza curarci dei nostri corpi o delle nostre vite, avremo a cuore solo la via suprema", "Senza lesinare il corpo o la vita" e "Predicheremo sicuramente questo sutra in ogni direzione"».
Dal Gosho “Sulle preghiere” (SND, vol. 9)
«Parlar chiaro, senza paura e senza tirarsi indietro davanti alla società, questo è ciò che intende il sutra quando afferma: «Senza curarci dei nostri corpi o delle nostre vite, avremo a cuore solo la via suprema». Non è che non tema gli insulti, i biasimi e le pietre con cui fu colpito il bodhisattva Fukyo, non è che non tema il mondo, ma [ho parlato] solo perché conosco le severe sanzioni del Sutra del Loto».
Dal Gosho “Lettera ad Akimoto” (SND, vol. 9)
«Quando era ancora un bodhisattva ci ha istruito e ci ha convertito, ispirando in noi la volontà di ricercare la saggezza onnicomprensiva. Ma col tempo abbiamo dimenticato tutto e siamo diventati inconsapevoli e ignoranti. Avendo ottenuto la via degli arhat, ritenevamo di aver conseguito l'estinzione. Incontrando difficoltà nel provvedere alla nostra sussistenza, ce la siamo cavata per così dire con quel poco che riuscivamo a racimolare. Tuttavia non abbiamo ancora perduto il desiderio della saggezza onnicomprensiva. E ora l'Onorato dal Mondo ci risveglia e ci rende consapevoli dicendo queste parole: "Monaci, ciò che avete ottenuto non è l'estinzione definitiva. Per lungo tempo vi ho fatto coltivare le buone radici della Buddità e, come espediente, vi ho mostrato i segni esteriori del nirvana, ma voi avete creduto di aver veramente raggiunto il nirvana". Onorato dal Mondo, adesso abbiamo capito. In effetti noi siamo bodhisattva e abbiamo ascoltato la predizione che conseguiremo l'anuttara-samyak-sambodhi. Per questa ragione ci sentiamo colmi di gioia, avendo ottenuto ciò che mai ci saremmo aspettati».
Da “Il Sutra del Loto” (cap. VIII. Predizione dell’illuminazione a cinquecento discepoli)
«Il brano si riferisce alla grande gioia che si sperimenta quando si comprende per la prima volta che la propria mente fin dal principio è stata il Budda. Nam-myoho-renge-kyo è la più grande di tutte le gioie».
Dalla “Raccolta degli insegnamenti orali (Ongi kuden) di Nichiren Daishonin” (cap. 8. Predizione dell’Illuminazione)
«Kanjin significa osservare la propria mente e vedervi i dieci mondi. Questo è kanjin. Per esempio, noi vediamo i sei organi di senso degli altri ma, poiché non possiamo vederli nel nostro viso, non conosciamo i nostri organi di senso. Solo quando ci guardiamo in un limpido specchio, per la prima volta vediamo i nostri organi di senso. Allo stesso modo, nei vari sutra si trovano qua e là accenni ai sei sentieri e ai quattro nobili sentieri [i dieci mondi], tuttavia solo guardando nel limpido specchio del Sutra del Loto e nel Maka shikan di T'ien-t'ai, possiamo vedere i nostri dieci mondi, i cento mondi e mille fattori, le tremila condizioni».
Dal Gosho “Il vero oggetto di culto” (SND, vol. 1)
«Quando la guida ebbe visto che si erano riposati, radunò tutti quanti e disse loro: "Ora dobbiamo andare avanti, questa non è altro che una città fantasma. Ho capito che eravate allo stremo delle forze e volevate interrompere il viaggio a metà strada. Allora mi sono avvalso del potere degli espedienti per far apparire temporaneamente questa città. Adesso dovete andare avanti diligentemente e raggiungere tutti insieme il luogo ove si trova il tesoro”. Anch'io faccio la stessa cosa agendo come guida di tutti gli esseri. Vedo che coloro che ricercano la via a metà del viaggio si scoraggiano e non riescono a superare l'erto cammino della nascita e della morte e dei desideri terreni; quindi utilizzo il potere degli espedienti e predico il nirvana per offrire un conforto, dicendo: "Le vostre sofferenze sono finite, avete portato a termine tutto quello che vi era da fare". Quando capisco che hanno raggiunto il nirvana e hanno tutti conseguito lo stadio di arhat, allora convoco la grande assemblea e predico loro la vera Legge».
Da “Il Sutra del Loto” (cap. VII. La parabola della città fantasma)
«La parola "tutti" si riferisce ai dieci mondi. La parola "insieme" si riferisce alle parole [del Budda nel secondo capitolo, Espedienti]: [sperando] "di rendere tutte le persone eguali a me, senza alcuna distinzione tra noi". La parola "raggiungere" significa arrivare al livello dell'effetto più elevato, lo stato di Buddità. "Il luogo ove si trova il tesoro", la terra dei tesori, è la sacra montagna, il Picco dell'Aquila. Nichiren e i suoi seguaci, coloro che recitano Nam-myoho-renge-kyo, tutti e ciascuno, raggiungeranno insieme il luogo ove si trova il tesoro».
Dalla “Raccolta degli insegnamenti orali (Ongi kuden) di Nichiren Daishonin” (cap. 7. La parabola della città fantasma)
«Come si può dubitare che io, Nichiren, sia il maestro del Sutra del Loto? Io ho esaudito le parole del Budda: "Egli è l'inviato del Budda mandato per realizzare il lavoro del Budda". Nichiren ha propagato i cinque caratteri del Daimoku, affidati al bodhisattva Jogyo quando i due Budda sedettero insieme nella Torre Preziosa. Questo non significa forse che io sono l'inviato del bodhisattva Jogyo? Inoltre, seguendo me, tu come devoto del Sutra del Loto, parli ad altri di questa Legge. Cos'è questo se non la trasmissione della Legge mistica? Porta avanti la tua fede nel Sutra del Loto. Se ti fermi a metà strada non potrai mai fare scaturire il fuoco dalla pietra focaia. Fai sgorgare il potere della fede».
Dal Gosho “I desideri terreni sono illuminazione” (SND, vol. 4)
«Così io ho udito: Una volta il Budda si trovava sul Monte Gridhrakuta nei pressi di Rajagriha. Era accompagnato da una moltitudine di dodicimila eccellenti monaci, tutti arhat che avevano già sradicato ogni illusione e non avevano più alcun desiderio terreno; che avevano ottenuto ciò che andava a loro vantaggio e posto fine ai legami dell'esistenza e avevano conseguito la libertà della mente».
Da “Il Sutra del Loto” (cap. I. Introduzione)
«Parole e frasi del Sutra del Loto, volume primo, dice: ""Questo' indica l'essenza della dottrina predicata dal Budda. 'Io ho udito' indica una persona capace di sostenere quella dottrina". Annotazioni su Parole e frasi del Sutra del Loto, volume primo, dice: "Perciò, dall'inizio alla fine, l'intero sutra rappresenta l'essenza di ciò che è stato ascoltato dal Budda". La raccolta degli insegnamenti orali dice: "Ho udito" di "io ho udito" indica lo stadio in cui si ascoltano il nome e le parole della verità; "l'essenza della dottrina" è Nam-myoho-renge-kyo».
Dalla “Raccolta degli insegnamenti orali (Ongi kuden) di Nichiren Daishonin” (cap. 1. Introduzione)
«Non ci può essere discontinuità fra le tre esistenze di passato, presente e futuro. Poiché io vedo le cose in questo modo, provo una gioia senza limiti anche se adesso sono in esilio. Si piange sia per la gioia sia per il dolore. Le lacrime sono comuni al bene e al male. I mille arhat versarono lacrime ricordando il Budda e piangendo il Bodhisattva Manjushri pronunciò Myoho-renge-kyo. Fra quei mille arhat, il Venerabile Ananda replicò in lacrime: "Questo è ciò che io ho udito" e gli altri novecentonovanta diluirono l’inchiostro con le loro lacrime e scrissero: "Myoho-renge-kyo" seguito da: "Questo è ciò che io ho udito". Anche io, Nichiren, mi sento come loro. Adesso sono in esilio per aver diffuso i cinque o sette caratteri di Myoho-renge-kyo e perché "questo è ciò che io ho udito", che i Budda Shakyamuni e Molti Tesori hanno lasciato Myoho-renge-kyo per il futuro e per tutti gli esseri viventi del Giappone. Non posso trattenere le lacrime quando penso alla grande persecuzione che ho di fronte adesso, né quando penso alla gioia di conseguire la Buddità nel futuro».
Dal Gosho “Il vero aspetto di tutti i fenomeni” (RSND, vol. I)
«L'intero mare degli impedimenti karmici nasce dai pensieri illusori. Se si desidera pentirsi ci si sieda con la schiena eretta e si mediti sul vero aspetto. Allora, tutte le colpe, come brina e rugiada, potranno sciogliersi al sole della saggezza. Perciò, con il sommo potere della propria mente, si deve compiere il pentimento dei sei organi di senso».
Dal "Sutra per la pratica della meditazione sul bodhisattva Virtù Universale"
«"Tutte le colpe" sono gli impedimenti karmici che derivano dai sei organi di senso, e questi [impedimenti] sono come brina o rugiada. Perciò, benché essi esistano, possono essere dissolti dal sole della saggezza. Il sole della saggezza è Nam-myoho-renge-kyo, che Nichiren sta propagando ora nell'Ultimo giorno della Legge».
Dalla “Raccolta degli insegnamenti orali (Ongi kuden) di Nichiren Daishonin” (Il Sutra di Virtù universale)
«Il cuore del Sutra del Loto è la rivelazione che si può ottenere la suprema Illuminazione nello stato presente senza cambiare lo stato originale: senza gettar via gli impedimenti karmici si può entrare nella Via del Budda. T'ien-t'ai afferma: "Gli altri sutra predicono la Buddità per i buoni, ma non per i cattivi... solo questo sutra [del Loto] predice la Buddità per tutti"».
Dal Gosho “Risposta al Signor Hakiri Saburo” (SND, vol. 8)
«Quando Shakyamuni, il signore degli insegnamenti nel triplice mondo, aveva diciannove anni, lasciò la città di Gaya e si ritirò sul monte Dandaka dove si esercitò in difficili e penose pratiche austere. Ottenne l’illuminazione all’età di trent’anni e in quel momento eliminò in un colpo solo le tre categorie di illusioni ponendo fine alla lunga notte dell’ignoranza. Può sembrare che a questo punto avrebbe dovuto predicare l’unico veicolo del Sutra del Loto della Legge meravigliosa per realizzare il suo voto originale. Ma, poiché le persone presentavano un’infinita varietà di capacità e di cause esterne e mancavano della capacità di comprendere il veicolo del Budda, dedicò i seguenti quarant’anni e più a sviluppare la loro capacità. Poi, negli ultimi otto anni di vita, realizzò lo scopo del suo avvento nel mondo predicando il Sutra del Loto. Perciò, quando il Budda a settantadue anni predicò il Sutra degli Innumerevoli significati, l’introduzione al Sutra del Loto, affermò: “In passato io sedetti eretto nel luogo della meditazione sotto l’albero della bodhi per sei anni e ottenni la suprema perfetta illuminazione. Osservando tutti i fenomeni con l’occhio del Budda, capii che non potevo spiegare [la mia illuminazione]. Come mai? Perché sapevo che le persone differiscono nella loro natura e nei loro desideri. E poiché differiscono nella natura e nei desideri, esposi la Legge in vari modi. Esposi la Legge in vari modi usando il potere degli espedienti, ma, in questi quarant’anni e più, non ho ancora rivelato la verità”. Il significato di questo passo è che, quando il Budda aveva trent’anni e sedette nel luogo dell’illuminazione sotto l’albero della bodhi, percepì l’intima natura di tutti gli esseri con l’occhio del Budda e comprese che non era il momento giusto per predicare il Sutra del Loto, la via diretta che conduce tutti gli esseri alla Buddità. Perciò, come una persona che agita la mano davanti a un neonato per rallegrarlo, fece ricorso a vari espedienti e per i successivi quarant’anni e più si astenne dal rivelare la verità. E definì il periodo degli espedienti così chiaramente come il sorgere del sole nel cielo limpido o della luna piena in una notte buia».
Dal Gosho “Conversazione fra un santo ed un uomo non illuminato” – prima parte (RSND, vol. I)
«A quel tempo il bodhisattva Volontà Inesauribile si alzò dal suo seggio, si Scoprì la spalla destra, giunse le mani e, rivolto al Budda, pronunciò queste parole: "Onorato dal Mondo, questo bodhisattva Percettore dei Suoni del Mondo, per quale motivo è chiamato Percettore dei Suoni del Mondo?". Il Budda rispose al bodhisattva Volontà Inesauribile: "Uomo devoto, immagina che vi siano centinaia, migliaia, decine di migliaia, milioni di esseri viventi afflitti da varie tribolazioni e sofferenze. Se sentono parlare di questo bodhisattva Percettore dei Suoni del Mondo e invocano il suo nome con tutto il cuore, egli percepirà all'istante la loro voce ed essi saranno liberati dalle tribolazioni". [...] "Questo bodhisattva e mahasattva Percettore dei Suoni del Mondo può donare il coraggio a coloro che si trovano in circostanze terribili, pressanti o difficili. Per questa ragione nel mondo di saha egli è chiamato Dispensatore di Coraggio"». [...] «Allora il bodhisattva Reggitore della Terra si alzò dal suo seggio, si avvicinò al Budda e disse: "Onorato dal Mondo, se vi sono esseri viventi che ascoltano questo capitolo sul bodhisattva Percettore dei Suoni del Mondo, sulla libertà del suo agire, sulla capacità di manifestare universalmente i suoi poteri sovrannaturali, essi sappiano che non sono pochi i benefici che riceveranno!"».
Da “Il Sutra del Loto” (cap. XXV. Il bodhisattva Percettore dei Suoni del Mondo)
«Nel nome Percettore dei suoni del mondo (Kanzeon) l'elemento kan (percettore) rappresenta la verità della non sostanzialità, l'elemento ze (mondo) rappresenta la verità dell'esistenza temporanea, e l'elemento on (suoni) rappresenta la verità della Via di mezzo. Nelle parole Myoho-renge-kyo, il Sutra del Loto della Legge meravigliosa, l'elemento myo (meraviglioso) rappresenta la verità della non sostanzialità, l'elemento ho-renge (il loto della Legge) rappresenta la verità dell'esistenza temporanea, e l'elemento kyo (sutra) rappresenta la verità della Via di mezzo». [...] «In generale possiamo dire che l'elemento kan (percettore) nel nome Kanzeon (Percettore dei suoni del mondo) rappresenta enkan, la "percezione perfetta". L'elemento ze (mondo) significa "miracoloso", mentre l'elemento on (suoni) si riferisce alla capacità di conseguire la Buddità». [...] «L'elemento on (suoni) si riferisce ai suoni del vero aspetto di tutti i fenomeni, e perciò significa che non ci sono esseri viventi che non possiedono il vero aspetto della Buddità. Questo è stato definito, nel capitolo Durata della vita del Tathagata, come lo stato originale dotato dei dieci mondi, i tre corpi di cui il Budda è eternamente dotato. Il bodhisattva Percettore dei suoni del mondo ha già accettato con reverenza il Sutra del Loto. E ora i praticanti, che accettano e sostengono questo sutra, possono godere benefici che superano perfino quelli del bodhisattva».
Dalla “Raccolta degli insegnamenti orali (Ongi kuden) di Nichiren Daishonin” (cap. 25. Il Bodhisattva Percettore dei Suoni del Mondo)
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