*📚 LEGGENDO... 📖*[Parlando dell'amico Bill Hull, che, assieme ad altri, sviluppò un set di materiali logico-matematici, chiamato "Blocchi Logici"...]
Se, quando un bambino arrivava per la prima volta, provavano a farlo “lavorare” subito, a fargli fare qualcuno dei loro giochi e risolvere qualcuno dei loro rompicapi, non ottenevano nulla. Il bambino provava a fare quel che gli veniva chiesto, ma senza piacere o ispirazione. Se invece all’inizio lasciavano in pace il bambino, permettendogli di giocare a modo suo con il materiale, ottenevano risultati ben diversi. Dapprima, i bambini usavano i pezzi di legno per giochi di fantasia: alcuni pezzi erano mamme e papà, altri pezzi erano bambini; oppure erano case e macchine; o ancora animali grandi e piccoli.
Poi i bambini creavano vari tipi di forme, edifici e costruzioni. Quando, grazie a questi giochi e alla loro immaginazione, avevano interiorizzato i materiali, li avevano mentalmente ingeriti e digeriti, per così dire, erano infine pronti e disponibili a fare giochi molto complessi, che nella situazione più organizzata e metodica avevano lasciato spiazzati gli altri bambini. Ciò si dimostrò più volte provato, tanto che gli sperimentatori stabilirono di lasciare sempre un certo tempo ai bambini per giocare in totale libertà con i materiali, prima di chiedere loro di svolgere un lavoro guidato.[...]

David Hawkins, scrive questo nel suo articolo "Messing About in Science":
[Nell’insegnamento delle scienze e in altri aspetti dell’istruzione elementare] c’è un tempo, la cui durata è ben maggiore di quanto comunemente concesso, che dovrebbe essere dedicato al lavoro esplorativo libero e non guidato (chiamatelo gioco, se volete; io lo chiamo lavoro). I bambini ricevono materiali ed equipaggiamento – oggetti – e viene loro permesso di costruire, provare, indagare e sperimentare senza richieste o istruzioni esterne. Chiamo questa fase “Pasticciare”. […] Secondo alcune terminologie, questo tipo di situazione è definita “non strutturata”, ma è fuorviante;
alcuni dubbiosi la chiamano caotica, ma non è necessariamente così. “Non strutturata” è fuorviante perché in ciò che viene presentato in classe c’è sempre una qualche forma di struttura.[...]
Quando l’apprendimento avviene al livello più fondamentale, come in questo caso, con tutte le astrazioni della meccanica classica proprio dietro l’angolo, non bisogna avere fretta! Quando la mente sta sviluppando le astrazioni che porteranno alla comprensione fisica, noi tutti dobbiamo attraversare il confine tra ignoranza e discernimento più volte, prima di comprendere davvero.Holt continua:
Questo è ugualmente vero per le scienze come lo è per la lettura, i numeri, l’aritmetica, la storia, la geografia o le lingue. I bambini hanno bisogno di ciò che di rado concediamo loro a scuola, il tempo per “Pasticciare” con la lettura, prima che possano provare a imparare a leggere, a fare collegamenti tra le lettere e i suoni. Hanno bisogno di costruire nella loro mente, senza fretta e senza pressioni, un’idea di come appaiono le parole, prima di provare a memorizzare termini specifici. Allo stesso modo, hanno bisogno di tempo per “Pasticciare” con i numeri e le cifre prima che inizino – se proprio devono – a memorizzare le proprietà dell’addizione o le tabelline. Hanno bisogno di sapere quanto è 76, o 134, o 35.000, o un milione. Hanno bisogno di capire, ancora una volta senza fretta e senza pressioni, come cambiano e aumentano i numeri e come si combinano tra loro. Hanno bisogno di costruire un modello mentale del territorio, prima di poter iniziare a parlarne. A noi insegnanti piace pensare di essere in grado di trapiantare i nostri modelli mentali nelle teste dei bambini con delle spiegazioni. Ma non è così.(continua...)

Rileggendo le pagine del diario...

Ps: È uscita la seconda stagione 😁😈🤩

? SUGGERIMENTI DI LETTURA ?

Ecco il terzo articolo tradotto di Peter Gray:

I bambini educano se stessi II: lezioni dai bambini piccoli

Cosa vi lascia questo articolo? Che riflessioni vi ha portato?

Diario di Una Mamma Homeschooler

Rileggendo le pagine del diario... Buon Ferragosto! ?

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? LEGGENDO... ?

Quando continuiamo a fare domande ai bambini per vedere se sanno una cosa (o per provare a noi stessi che non la sanno), tronchiamo quasi sempre sul nascere quel lento procedimento con cui, ponendo le loro intuizioni alla prova dell’esperienza, le trasformano in conoscenza certa. Fare domande ai bambini su cose che hanno appena iniziato a imparare è come sedersi su una sedia che è stata appena incollata: la struttura cede. Messi sotto pressione, i bambini smettono di provare a confermare e rafforzare le loro deboli intuizioni: ci rinunciano.
[...]
Il danno peggiore che facciamo con tutte queste verifiche viene inflitto all’autostima e alla fiducia che i bambini hanno in loro stessi, alla loro convinzione che gli altri abbiano fede nella loro capacità di apprendere e che perciò anche loro possano nutrire la stessa fiducia. Perché ogni verifica non richiesta è prima di tutto una dichiarazione di mancata fiducia nel discente. Che io metta alla prova ciò che avete imparato dimostra il mio timore che non abbiate imparato affatto. Per i bambini piccoli, questi ripetuti voti di sfiducia possono essere devastanti.

"Come apprendono i bambini" - John Holt
Per me sfonda una porta aperta, soprattutto a proposito del concetto di valutazione.
Tu cosa ne pensi?

Diario di Una Mamma Homeschooler

Rileggendo le pagine del diario...

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