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Dettaglio di un'iride.

L'iride è la parte di occhio compresa tra la sclera (bianca) e la pupilla (nera).
L'iride è composta da uno strato di muscoli ad anello che contraendosi restringono la pupilla, e al contrario, rilassando, la allargano.
Sopra i muscoli vi è uno strato di cellule fortemente pigmentate, che colorano l'iride per impedire che passi ulteriore luce. Il colore è determinato dalla melanina prodotta dai melanociti.

L'iride è dunque come un diaframma ottico, perché permette di regolare la quantità di luce che passa nell'aperutra (pupilla) per farla arrivare alla retina ed avere una visione ottimale in base alle differenti condizioni luminose.

@culturascientifica

#sapeviche
Il singhiozzo si manifesta quando il diaframma e i muscoli intercostali esterni si contraggono, causando una rapida inalazione d'aria e, circa 35 millisecondi più tardi, l'improvvisa chiusura delle corde vocali, che si traduce nel caratteristico "hic!".

Sulle origini di questo impulso si sta ancora indagando.
Alcuni sostengono si tratti del residuo evolutivo dello stadio di girino.

#sapeviche
Philipp von Lenard calcolò che
una goccia di pioggia può avere un diametro minimo di circa 0,45 mm e massimo di circa 6,35 mm: la più piccola scende a circa 8 km/h, quella più grande, a circa 32 km/h.
La velocità di una goccia di pioggia aumenta all’aumentare delle dimensioni, fino alla misura limite di 4,5 mm; oltre questa misura la velocità di caduta rimane costante.

#sapeviche
Una recente ricerca, condotta dall’università tedesca Goethe, ha permesso di misurare l’unità di tempo più breve in assoluto: zeptosecondo, 10^-21 secondi.

Ercolano e Pompei: scoperti neuroni integri in una vittima dell'eruzione del 79 d.C.
La straordinaria scoperta è tutta italiana, frutto del lavoro dell'antropologo forense Pier Paolo Petrone, responsabile del Laboratorio di Osteobiologia Umana e Antropologia Forense presso la sezione dipartimentale di Medicina Legale dell'Università di Napoli Federico II.

Lo studio è stato pubblicato dal PLOS ONE, autorevole rivista scientifica americana. «Il rinvenimento di tessuto cerebrale in resti umani antichi è un evento insolito - spiega Petrone, coordinatore del team - ma ciò che è estremamente raro è la preservazione integrale di strutture neuronali di un sistema nervoso centrale di 2000 anni fa, nel nostro caso a una risoluzione senza precedenti».
Lo studio ha anche analizzato i dati di alcune proteine già identificate dai ricercatori in un lavoro pubblicato a gennaio scorso dal New England Journal of Medicine.

#SapeviChe
Utilizzando un carrello con dentro 99 smartphone, l'artista Simon Weckert è in grado di generare ingorghi virtuali su Google Maps.

In questo modo è possibile trasformare una strada "verde" cioè vuota, in una strada "rossa", con un impatto sulla realtà, poiché causa il dirottamento delle auto su un altro percorso.

La strioscopia (detta anche fotografia di Schlieren dal tedesco per "stria") è un metodo per fotografare o riprendere delle turbolenze all'interno dei fluidi, anche se normalmente invisibili all'occhio umano.

Il metodo sfrutta il cambiamento delle proprietà ottiche di un fluido quando varia la sua densità in seguito ad una compressione o decompressione, deviando la luce in modo differente e formando delle striature visibili.
Con questo metodo si possono vedere le turbolenze generate sia da variazioni di calore sia da onde sonore (che si propagano comprimendo il fluido).

⁣L'evoluzione dell'alfabeto latino a partire dai geroglifici egiziani.

Matt Baker, un disegnatore di UsefulCharts, ha disegnato un grafico che mostra l'evoluzione delle lettere dell'alfabeto dalle sue radici egiziane (1750 a.c) fino all'alfabeto latino.

Mentre alcune lettere sono riconoscibili abbastanza facilmente, altre hanno poca somiglianza.
La lettera "A", ad esempio, come geroglifico egiziano ricordava una testa di animale con le corna. La lettera "C" era originariamente a forma di boomerang o bastone da cacciatore.

Un altro sviluppo particolarmente interessante è come la prima lettera greca per "F" in realtà si sia evoluta per diventare oggi "U", "V", "W" e "Y".

⁣Se nello spazio ci fosse aria, le onde sonore potrebbero propagarsi e si riuscirebbe a sentire il rumore del Sole, che equivarrebbe al suono di 10 milioni di tasti (o note) di un pianoforte.

Poiché il Sole produce un'energia di 383 yottawatt (1 yottawatt corrisponde a 10²⁴ watt) al secondo, il suono sarebbe di 290 decibel di intensità.
Tuttavia l'intensità del suono diminuisce con la distanza, quindi alla Terra arriverebbero "solamente" 125 decibel. Per fornire un paragone, 120 decibel corrispondono al suono di un clacson di un treno a circa un metro di distanza, mentre 130 decibel causano dolore e danni al corpo.