I giovani sono il grande assente del già mesto dibattito di questo periodo. Come si può coinvolgerli per offrire loro un futuro meno incerto? Ne parleremo mercoledì 13 novembre ore 19 al Binario 49 di Via Turri a Reggio Emilia.

L'Apocalisse dell'homo consumator

L'immane tragedia accaduta nei pressi di Valencia è stata affrontata ancora una volta, come ormai accade costantemente nella società dell’emergenza, in termini di mera e sterile contrapposizione tra due fazioni, quella che ritiene che la crisi climatica sia causata dal genere umano e dal suo sfrenato consumo di risorse e quella che in merito esprime scetticismo.
È significativo peraltro osservare che anche i secondi, in realtà, considerano l'uomo responsabile degli eventi estremi, per non aver curato la manutenzione del territorio o addirittura attraverso l'utilizzo della cosiddetta geoingegneria, dallo stesso creata per manipolare il clima.
Parto da queste considerazioni per offrire al lettore una riflessione che potrebbe fornire un'opportunità di avvicinamento tra le due parti, oggi così polarizzate e senza possibilità di dialogo e di riconoscimento reciproco, base di una convivenza nuova e rispettosa.
Le immagini simbolo della tragedia, le autovetture accartocciate nella strada e il centro commerciale allagato ci offrono infatti la chiave ermeneutica per comprendere, ovvero prendere insieme, senza rivendicare ragioni di parte e poter, se non è troppo tardi, cambiare rotta e visione di come si siano involute le nostre vite.
Gli strumenti sui quali l'antropocene fonda la propria suadente narrativa, ovvero autovetture sempre più voluminose e potenti nonché definite sicure al fine di difendersi o addirittura prevalere sugli altri conducenti, si sono mostrate per quello che possono divenire, se collocate all'interno dei moderni templi della postmodernità, ovvero le strade asfaltate delle città e i centri commerciali: la metafora di una trappola esiziale e di una catastrofe simbolica e reale.
In quelle vetture accatastate e accartocciate, piegate come esili fuscelli nonostante la loro stazza, in quel centro commerciale allagato e novello cimitero per automobili e, purtroppo, i loro occupanti, sta tutta l'insensatezza di un modello di sviluppo che, anche quando non diluvia, soffoca le nostre città, i nostri luoghi relazionali, li rende tutti tristemente identici, senz'anima, dove la nostra principale preoccupazione è competere per un parcheggio o per uno 0, di offerta speciale.
Quando i beni di cui ci circondiamo o i non luoghi dove affannosamente li ricerchiamo per affermare il nostro status di consumatori prendono vita e valore al nostro posto, essi giungono al paradosso di potersi prendere anche la nostra vita, in una tragica nemesi dove gli oggetti e i luoghi inanimati sfuggono al controllo del loro inconsapevole creatore e lo annientano.

Il Disumanesimo e la società della vendetta.
Sono reduce da un inquietante "scambio" informatico con un (ex) contatto Fb il cui post, un panegirico di Israele e del diritto di difesa, ho commentato con cautela, domandando se fosse proprio il caso di schierarsi, a fronte dell'orrore cui assistiamo da un anno. Per tutta risposta sono stato bannato. Ormai ne sono sempre più convinto: rischiamo di inaugurare una nuova fase storica, il Disumanesimo, dove divisione, polarizzazione delle opinioni, una logica spietata amico-nemico fanno carne da macello di torti e ragioni e rendono permanente la paura, il distanziamento sociale, il disprezzo del prossimo. Un piano inclinato che ci spinge verso il baratro della guerra permanente, dell'odio e della vendetta, dell'occhio per occhio come prassi, come unica arma per la risoluzione dei conflitti fino alla estreme conseguenze. Fermiamoci, per carità, prima di diventare ciechi. Non perdetevi la conversazione di giovedì 7 novembre ore 20 30 al Fuori Orario con Franco Bassi.

Dall'emergenza alla guerra permanente
Armi come se piovesse, ed pure piovuto e tanto. Ma per la manutenzione del territorio, così come per sanità e scuola pubblica, i soldi non ci sono. Per gli strumenti di morte si.
La società dell’emergenza ha creato un clima dove le armi rappresentano l'unica diga culturale e valoriale contro paura e insicurezza. Giovedì 7 novembre ore 20 30 io e Franco Bassi ne parleremo al Fuori Orario di Taneto di Gattatico.

https://youtu.be/2MGPOX90Vz8?si=ZCh9kTBHqDSwMKM8

In anteprima il bellissimo video di presentazione realizzato da Med Media di Reggio Calabria, dove si terranno gli incontri della settimana prossima