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1) NON promuoviamo teorie antiscientifiche.
2) NON facciamo né propaganda vaccinale né antivaccinale.
3) RIPORTIAMO, nel virgolettato, la traduzione letterale di ciò che scrivono gli Autori delle pubblicazioni e i relativi link alla fonte originale
Mercoledì 12 ore 19
Aperitivo/brindisi
7anni di anarchismo e anarcoscetticismo
BIBLIOTECA ANARCHICA SABOT
ANARKIVIO E. MALATESTA
Se magna (poco) e Se beve (tanto)
Via Ostuni 7c Quarticciolo
Con Alfredo ❤️?
In consultazione presso la biblioteca:
TITOLO: QUESTO E' IL COLTELLO
Il processo Marini a Vallo della Lucania
AUTORE: Coordinamento Nazionale Comitati Anarchici per Giovanni Marini
EDITORE: Calusca Libreria
II 7 luglio 1972 a Salerno i fascisti tennero un agguato contro Giovanni Marini, giovane anarchico e poeta del luogo, che riuscì però a difendersi uccidendo uno degli aggressori, il fascista Carlo Falvella. In attesa del processo Marini divenne un leader di un movimento per i diritti dei carcerati. Entrò infatti nella redazione del periodico
"Carcere Informazione" diretto da Giuliano Capecchi ed edito dal Centro di documentazione di Pistoia. Su di lui fu scritta la canzone "Liberiamo Marini" (Canzoniere di Salerno 1974).
… ?
Pensiamo che l’assenza di questo testo, che analizza esclusivamente gli aspetti critici di quella seppure formidabile stagione, sia stata pesante, perché per lungo tempo generazioni di nuovi compagni che si sono avvicinati alle idee anarchiche e hanno letto apologeticamente quegli avvenimenti, non hanno potuto usufruire di un valido strumento rispetto ad essi e, soprattutto, rispetto al modo di operare di alcuni compagni, dirigenti di un movimento sindacale con oltre un milione di iscritti ed esponenti di spicco del movimento anarchico, che con le loro scelte hanno contribuito al fallimento della rivoluzione, prima ancora della sconfitta nella guerra contro le truppe di Franco. Definiamo pesante la lunga assenza di questo libro perché crediamo che tutti i tentativi insurrezionali e le esperienze rivoluzionarie del passato si sedimentino, lasciando qualcosa per quelle presenti e a venire, e la mancanza di una lettura critica riguardo una di queste rappresenti una falla nella riflessione dei compagni dell’oggi, uno strumento in meno a disposizione per elaborare il proprio intervento nel presente in cui viviamo.
Questa mattina, martedì 30 maggio, c’è stata l’udienza d’appello presso il tribunale di Limoges per l’estradizione nei confronti di Greg. Una decina di compagn vi hanno partecipato.
È durata circa 45 minuti e si è potuto scambiare con lui saluti, gesti, qualche parola e molti sorrisi. È in forma, ben rasato, ed è sembrato sereno.
Dopo una prima parte sulle sue generalità e sulle accuse che gli vengono mosse, Greg ha preso parola e ha contestualizzato questi fatti all’interno del suo attivismo in Italia, spiegando le sue convinzioni politiche e le dinamiche di lotte sociali a Torino negli anni in questione. Ha accennato al livello repressivo in Italia, sproporzionato sia in fase preventiva sia giudiziaria, e al clima fascista che si respira da Salvini alla Meloni adesso. Ha quindi concluso che si oppone all’estradizione in Italia.
Dopo di lui ha preso parola la sua avvocatessa, ribadendo grossomodo la cornice politico-sociale nella quale si contestualizzano i fatti e si è dilungata sulla sproporzione tra i reati per cui è stato chiesto il mandato di arresto europeo e le condanne. La difesa ha quindi concluso sollevando un possibile vizio di forma in quanto due reati su tre sui quali si basa la richiesta del MAE sono in concorso e il ruolo specifico di Greg non è sufficientemente delineato da poter giustificare tale richiesta.
La corte si esprimerà giovedì 1 giugno e possono esserci 3 possibili risposte:
⁃ che venga rigettata l’estradizione, ma è poco probabile
⁃ che vengano confermate l’estradizione e l’esecuzione del MAE e si vada in Corte di Cassazione (che si terrà a Parigi)
⁃ che venga fatta richiesta di maggiori informazioni alla Procura Generale italiana e che si vada a nuova udienza
Sono state depositate le richieste di colloquio con lui da parte di familiari e compagn, si attende che vengano accolte.
Il carcere di Limoges è una struttura di metà ‘800 nel centro della città, nella quale c’è un tasso di sovraffollamento del 220% rispetto alla sua capienza.
Greg è in una cella doppia, ha un’ora la mattina e una il pomeriggio per uscire all’aria.
Aspettiamo i prossimi passaggi per altri aggiornamenti.
Venerdì 14 Luglio 2023 a Roma si terrà l'udienza di Cassazione della c.d. Operazione Panico.
Con questa operazione, avviata nel 2017 e sostenuta da un'indagine per associazione a delinquere finalizzata all' “imposizione della propria ideologia con la violenza” (!!), la questura del capoluogo toscano ha avuto mano libera per sgomberare due spazi occupati anarchici storici di Firenze (Villa Panico e Riottosa Zquat, entrambi occupati dal 2007), sfaldare un gruppo anarchico e provare a reprimere una certa modalità d'agire e di intendere, tra le altre cose, l'antifascismo.
In sede processuale, questa operazione repressiva ha fallito nell'intento associativo ma ha ottenuto invece diverse condanne per i reati specifici, tra cui il "più grave", ovvero un ordigno piazzato fuori una sede di CasaPound a capodanno 2017 che è stato prima preso a calci da un maldestro (per
essere generosi..) digos e infine è esploso in mano ad uno sprovveduto artificiere privo di protezioni.
Per questo accadimento la condanna a due compagni sarà, se confermata, di 8 anni.
Inchieste frettolose e convocazioni in procura improbabili, mirabolanti intercettazioni e cicche di sigarette sputate e calpestate o buttate in bicchieri di plastica quali prove chiave, una condanna basata sulla discutibile pretesa di oggettività della prova del DNA ed imbarazzanti udienze con tecnici “super partes” che modificano all'ultimo la propria perizia per farla combaciare coi desideri del Pm in un mirabile show per confermare un castello accusatorio debolissimo.
Ma tutto ciò a noi non interessa, anche se è giusto raccontare i dati di fatto oggettivi.
Da gennaio 2017 in poi, in 6 anni e mezzo il processo va rapidissimo ed a luglio si metterà la parola fine all'operazione panico. E sempre da lì partirà un'altra inchiesta, a Roma nel giugno 2020, Operazione Bialystok, atta a colpire la solidarietà portata agli imputati e alle imputate del processo Panico, tra cui un compagno recluso in pessime condizioni detentive.
Operazione che è servita oltrettutto da pretesto per alimentare una nomea di “istigatore” per Alfredo Cospito che agevolasse l'applicazione del regime di 41 bis, al fine di censurare le idee del nostro compagno, tuttora recluso nel centro clinico del carcere di Opera, dopo 6 mesi di sciopero della fame contro, appunto, 41-bis ed ergastolo ostativo.
All'oggi i fascisti post-MSI, guidati dalla Meloni, sono a capo del governo, e la presenza in città di squadristi non ci pare scomparsa, anzi: esplicito l'avvenimento di febbraio -I ragazzi picchiati dai
fasci fuori dal liceo Michelangiolo-
e l'apertura di una nuova sede di CasaPound a Firenze sono solo
gli ultimi avvenimenti legati all'estrema destra.
Il 14 Luglio non sappiamo come andrà, né facciamo pronostici: l'unica consapevolezza che abbiamo è quella di voler continuare a lottare contro stato, fascisti e padroni, e quella di portare la solidarietà incondizionata a prigionier anarchic reclus* in ogni dove.
Alcun anarchic
In consultazione presso la biblioteca:
SEVERINO DI GIOVANNI
L'idealista della violenza
OSVALDO BAYER
COLLANA "V. VALLERA” PISTOIA 1973
Il 6 giugno del 1925, al teatro Colón durante una cerimonia di gala per festeggiare il primo quarto di secolo del trono d'Italia di Vittorio Emanuele III, con il presidente Marcelo Torcuato de Alvear e l'ambasciatore fascista, conte Luigi Aldrovanti Marescotti, un gruppo di militanti anarchici con Di Giovanni a capo interruppe la funzione al grido di
"Assassini, ladri!
Viva l'anarchia!"
È esplosa una rissa tra le camicie nere che scortavano l'ambasciatore e gli uomini di Severino.
...
Ogni giorno che passava, mi toglieva un'illusione. Dovunque andassi, ero testimone degli stessi dolori presso gli uni, degli stessi godimenti presso gli altri; e non tardai a comprendere che le grandi parole le quali mi avevano insegnato a venerare - onore, abnegazione, dovere - non erano che una maschera buttata sulle più vergognose turpitudini. Tutto questo che vidi mi nauseò, e il mio spirito si diede a criticare l'organizzazione sociale. Questa critica è stata fatta troppo spesso perché io la ricominci. Mi basterà dire che divenni il nemico di una società che giudicai criminale.»
«Non più autorità, molto più contraria alla felicità dell'umanità di qualche eccesso che si potrebbe produrre agli inizi di una società libera. Al posto dell'organizzazione attuale, raggruppamenti di individui per simpatia ad affinità, senza leggi e senza capi. Non più proprietà individuali; messa in comune dei prodotti; lavoro di ognuno secondo i suoi bisogni, consumo di ognuno secondo i suoi bisogni, cioè, secondo volontà. Non più famiglia, egoista e borghese, che rende l'uomo proprietà della donna, e la donna proprietà dell'uomo; che esige da due esseri che si sono amati un momento di essere legati l'uno all'altro fino alla fine dei loro giorni. La natura è capricciosa, chiede sempre nuove sensazioni. Vuole l'amore libero. Ecco perché vogliamo l'unione libera. Non più odio tra i fratelli, non più patrie, che gettano gli uni sugli altri degli uomini che non si sono nemmeno mai visti. Sostituzione dell'attaccamento gretto e meschino dello sciovinista alla sua patria, con l'amore ampio e fecondo dell'Umanità Intera, senza distinzione di razza né di colore. Non più religioni, forgiate dai preti per degradare le masse e dar loro la speranza di una vita [...]
Disponibile per la consultazione in biblioteca
Colpo su colpo, pubblicato nel 1978 per le edizioni Vulcano, e contenente una biografia di Émile Henry, due lettere, il resoconto del processo, gli aforismi, un’appendice.
II 21 maggio 1894 a Parigi si eseguí la condanna a morte nei confronti di Emile Henry, anarchico insurrezionalista ed illegalista francese.
Il processo contro Émile Henry si tenne a Parigi a partire dal 27 aprile 1894. Il giudice non gli diede nessuna attenuante, che peraltro egli nemmeno cercò. Henry utilizzò il processo come cassa di risonanza per spiegare prima perché fosse diventato anarchico e poi cosa fosse l'anarchia:
«Mi avevano detto che le le istituzioni sociali erano basate sulla giustizia e sulla eguaglianza, ed io non constatai invece intorno a me che menzogne e furberie.
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