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Le gambe delle bugie
Fin da quando eravamo poco più che batuffoli ci hanno raccontato che le bugie non vanno molto lontano, perché hanno le gambe corte.
Sarà, ma più invecchio, più mi sembra che questo principio NON riguardi la sfera del potere.
Mi pare, anzi, che tutto le sia permesso: dal sovvertimento del sapere, alla negazione della sacralità umana in quanto tale.
Sì.
Perché dopo una vita che mi hanno inculcato il rispetto delle istituzioni, raccontandomi essere lì quali prescelti numi tutori del più giusto e corretto convivere sociale, ho udito QUALCUNO sconfessare platealmente questo credo, nel momento stesso in cui redarguiva la popolazione sul fatto che non ci si potesse azzardare ad invocare la libertà personale per sottrarsi al doveroso, anzi obbligatorio adempimento vaccinale.
Perché dopo una severa e scrupolosa istruzione, in cui un ben preciso racconto storico è stato martellamento apodittico e quotidiano, ho visto le vittime da quella stessa storia descritte come tali occupare in ogni nazione le posizioni di potere più elevate e disparate, per poi perpetrare un autentico genocidio in barba ad ogni principio morale e di diritto internazionale.
Perché dopo anni di imposizione culturale di un malcelato autorazzismo becero e triviale in danno dell'uomo bianco, immancabilmente dipinto come assassino, conquistatore e sfruttatore, da ultimo ho inteso il disegno subdolamente criminale, di chi la mia razza vuole dalla faccia della terra cancellare.
Perché dopo anni di vaccini amici, spacciati come unici rimedi in funzione di prevenzione, sta venendo fuori che non solo quelli ultimi, ma tutti quanti sono veleno con sola diversa gradazione.
I dati sui bambini stanno lì a dimostrarlo: malattie, deficit o addirittura sindrome di morte improvvisa, ovunque è un'impennata corrispondente al crescere del numero di inoculazioni.
Perché dopo una costante opera di convincimento sulla bontà della dieta mediterranea, a furia di vedere attorno flaccidità ed obesità due domande me le sono fatte, e la risposta me l'ha data direttamente quell'OMS che ieri mi voleva siringare, e oggi mi detta le sue linee guida sul regime alimentare.
E allora, giacche mi dice che carboidrati, frutta e verdura sono miei benefici alleati, ho fatto solo due più due e ho realizzato, finalmente, che lo zucchero fa sempre e comunque male, ed è l'ennesima balla di regime che è deleterio solo quello sotto forma di pasta, pizza o prodotto industriale.
Perché mi hanno indottrinato con guerre, fazioni, divisioni tra nazioni, e poi ho scoperto che nei settori come missioni spaziali, Antartide, finitezza delle risorse, cambiamento climatico, virologia, implementazione del digitale, lì non ci sono nemici, ma solo alleanze e spartizioni di potere.
Bugie. Un mondo di bugie.
Un mondo di fandonie, sostenute solo dal presupposto dell'essere ripetute senza sosta e senza alcuna divisione nel fronte del monolitico consensus politico/scientifico mondiale.
Quel che chiamano: "aura auctoritatis".
Già.
Chi ha detto che le bugie hanno le gambe corte?
Era proprio questa la più grande delle menzogne: perché son lunghe e seducenti. Maliziose ed intriganti.
Ma hanno anche un gran difetto:
"***Una volta che si è visto,
quelle gambe incespicare,
tutto il fascino svanisce,
e l'inganno va a scemare.
Sta a noi prendere coraggio
e combattere l'oltraggio,
senza avere più paura
di cadere poi in sventura.
Perché a smascherar bugiardi
si può solo guadagnare,
non soltanto in quanto a onore,
ma anche in gusto a sputtanare.
Non facciamoci irretire.
Non facciamoci fregare
Tempo è di spazzar via
Ogni stolida bugia.***"
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Lanonaelica
Il pensiero laterale come via di indagine e conoscenza.
Il sole bianco
Primo di luglio, anno domini 2024.
Un'alba estiva che dovrebbe essere come tante, ma non lo è.
Assenza completa di vento. Non si muove una foglia. E fin qui ci sta, perché capita che la mattina presto sia tutto calmo, e cominci a tirare qualche ora più tardi.
Quello che fa strano, molto strano, è il colore del cielo: grigio plumbeo. Uniforme. Come una cortina fumogena.
Nessuna sfumatura ricollegabile ai ricordi di mezzo secolo di vita vissuta: non c'è la consueta luminosità, il tenue diffuso tipico dell’albeggiare, il passaggio dal chiaroscuro all'azzurro intenso.
Davvero, sembra di stare a guardare i tristissimi contorni di una radiografia, altro che il cielo di una città sul mare.
Continuano a sostenere che sia sabbia del deserto africano, capace di rimanere in sospensione per giorni e giorni.
Già, la scienzah ci dice che ultimamente le dune abbiano acquisito la capacità di volare. Perfino, come fanno gli uccelli, quella di migrare.
Tali espertoni non si possono contraddire, neanche se tu hai sempre vissuto sul Golfo degli Angeli e conosci a menadito ogni più piccola inflessione del suo clima, dei suoi colori, dei suoi venti, della sua vegetazione.
Vedi che adesso è tutto diverso, ma subito ti accusano di raccontare cazzate: è la tua mente ad essere annebbiata, certi fenomeni si sono sempre verificati.
Certo, come no. Sabbia che viene dall’Africa, anche quando i venti soffiano in direzione esattamente contraria. Manco avessero organizzato un impianto di risalita apposito, a mo' di funicolare.
Dev'essere proprio quella sabbia dalle capacità miracolose a conferire alla luce una sorta di riverbero che fa lacrimare fin dalla mattina presto.
O forse no.
Forse non è sabbia, ma non si può neanche pensare, perché sarebbe spaventoso tanto quanto ammettere che il famoso vaccino faceva male.
Su questi pensieri e su questa cappa soffocante di tristezza, silenzioso e non più amico, un sole bianco. Così offuscato che lo puoi guardare direttamente, stupendoti ogni volta che sia tanto velato, indebolito, quasi annichilito.
Sì. Si è molto parlato, a proposito di ambienti più o meno esoterici, dell'esistenza di un fantomatico sole nero: argomento affascinante, che apre infinite strade di studio, scoperta e discussione.
Ma mai avevo sentito raccontare di un sole così bianco, come annacquato, anzi sbiadito: un fenomeno che non lascia presagire tutto questo possa un giorno ben finire.
L'acqua del Golfo, intanto, svolge il suo lavoro di specchio del cielo con la sua consueta maestria: quel grigio ci conferma che, per quanto possa essere cristallina, di più non può fare.
Non può regalarci la consueta bellezza. Il ristoro del suo colore. L'incanto del suo nitido bagliore.
Anche lei è sfumata sotto il plumbeo riverbero di questo sole macchiato di scie. Oggi non visibili, se non nelle loro nefaste conseguenze che si traducono in questa coltre lattiginosa ormai pressoché costante.
Ci stanno togliendo la natura. Ci stanno togliendo il creato.
Altro che scienza, sabbia ed “è sempre stato”.
Che sia maledetto chi tutto questo sta disponendo, permettendo, facendo: che sia un politico, un meccanico, un pilota, un fornitore o un controllore, ognuno dovrebbe opporsi e dire no a questo strazio, a questo orrore.
Dovrebbe attivarsi di propria iniziativa la magistratura. Dovrebbero fermarsi e scioperare in primis le divise di ogni appartenenza, anziché vessare il comune cittadino e lasciar correre questo generalizzato abominio.
E anche noi, che ce li abbiamo come amici oppure vicini, dovremmo abbandonare il quieto vivere e far pesare loro in faccia il giusto disprezzo, per questa passività tanto complice da suscitare vero ribrezzo.
Perché non è più giustificabile né intelligente il solito "tengo famiglia".
Dopotutto, la vita di tutti quanti noi sta andando via... in un battito di ciglia.
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Lanonaelica
Il pensiero laterale come via di indagine e conoscenza.
L'accerchiamento.
Stavolta non partiamo dalla notte dei tempi, da misteriose civiltà scomparse o da azzardate ricostruzioni su epoche remote.
Stavolta ci concentriamo sugli eventi più recenti, diciamo a partire dagli anni settanta, nelle zone più vicine a noi.
Prendete dunque una cartina geografica con il Mediterraneo al centro: notate qualcosa di strano? Basta fermarsi un attimo e ripercorrere l'ultimo mezzo secolo di storia: Iraq, Libano, Siria, Afghanistan, e da ultimo Libia. Tutte nazioni in cui cultura, buon vivere e prosperità economica sono state sostituite da una distruzione tanto feroce che il ricordo del pur recente benessere è stato letteralmente spazzato via.
Bombardamenti, massacro di civili, genocidio di intere etnie. Ma c'era la famigerata "democrazia occidentale" da esportare, e quelle nazioni continuavano ostinatamente a rifiutare i più o meno velati ricatti dei banksters della finanza anglosassone. Ovviamente, nelle mani di chi sia questa finanza non si può dire, ma forse un'idea ve la state cominciando a fare.
Guardate le foto di Libano o Afghanistan attorno al 1970. Guardate le foto della Libia pre 2011. Guardatele attentamente, e chiedetevi se oggi potreste mai riconoscere quei posti. Già, perché è molto bello e perfino toccante leggere "Il cacciatore di aquiloni", ma ben altra cosa è se le pagine di quel libro vengono trasferite direttamente nella tua vita.
Ed è proprio questo il punto: tornate a guardare la cartina, e paragonate il Mediterraneo ad una stanza chiusa ermeticamente, in cui voi siete dentro con l'acqua che vi arriva fino alla gola e che continua minacciosamente a scorrere.
Le vedete le nazioni bombardate, la loro disposizione geografica, le loro affinità storiche e culturali? Bene. Adesso chiedetevi pure qual è lo Stato più prossimo a queste vittime sacrificali, sia in termini di patrimonio storico/culturale che in termini di ricchezza e benessere. La risposta è dentro di voi, solo che vi fa tremare.
Ciò che è accaduto nella ex Jugoslavia è solo ieri, ed è appena ad un tiro di schioppo. "Ma loro non erano nella NATO", si dirà. Beh, ci sono le bombe vere e proprie, che a questo punto non possono essere comunque escluse, e ci sono pure i bombardamenti economici, che magari sono meno coreografici ma fanno comunque un male boia. La Grecia vi dice niente?
Riprendete in mano quella cazzo di carta geografica. L'acqua sale, dal Medio Oriente e dall'Africa verso la Nazione più a Nord. Inesorabile. E voi siete chiusi nella stanza chiamata Italia, mentre quelle che sono state brillantemente definite come armi di migrazione di massa continuano il loro lavoro di erosione ed invasione.
La nostra penisola è la prossima, ma è un mero ordine cronologico: il suo destino è comune a quello di tutta l'Europa. L'accerchiamento è materiale, sol che si veda la guerra in Ucraina come una morsa a tenaglia contro le popolazioni del vecchio continente; ma è ancor di più un attacco culturale, filosofico, sociale ed economico.
Dall'inflazione a doppia cifra all'interruzione della catena di approvvigionamento e alla crisi bancaria; dalla pressione sulla digitalizzazione all'agenda sul cambiamento climatico con il binomio green/scie chimiche; dal martellamento sull'ideologia gender alle sperimentazioni geniche di massa, è tutta una sequela di tasselli che vanno a definire un unico puzzle: la cancellazione della razza europea in quanto tale, dell'uomo bianco e del suo sistema di vita.
Chiamiamo le cose con il loro nome: si tratta di un disegno di ingegneria sociale volto ad annichilire la nostra identità etnica, morale, valoriale, culturale e, in ultima analisi, materiale.
C'è chi lo definisce "reset". Ma io continuo a pensare a tutte queste pennellate del disegno complessivo, e agli episodi di nessuna correlazione.
E anche se a volte cerco di convincermi del contrario, a me continua a sembrare un semplice sterminio dettato dall'agenda di una élite criminale.
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Lanonaelica
Il pensiero laterale come via di indagine e conoscenza.
Così in cielo come in terra.
È da un bel po' che continua a risuonarmi dentro questa frase, sempre più insistentemente.
E non perché sia particolarmente affezionato al Padre Nostro, ma per il semplice fatto che in questi ultimi tre anni di delirio troppe risultano le coincidenze che si sono rivelate non essere tali.
"Come in cielo così in terra": è un concetto che tutti abbiamo letteralmente stampigliato nella nostra mente, a forza di catechismo, preghiere domenicali o sporadica partecipazione a qualche funzione religiosa.
E sicuramente non è un caso se il sistema ha voluto che questo principio fosse alla base della nostra formazione: anche in mezzo a miriadi di balle, la verità ce la devono in qualche modo rivelare. Sta a noi imparare a discernere, cosa che costituisce una parte fondamentale del nostro percorso di crescita perché si possa indirizzare correttamente il proprio pensiero e la propria azione.
"Come in cielo così in terra": un'invocazione, una preghiera, una dirittura morale e, forse, anche una descrizione del mondo in cui viviamo. Perché ciò che viene deciso "sopra" di noi si riverbera poi nelle nostre vite; o, piuttosto, perché ogni fenomeno che possiamo vedere nel cielo ha una diretta ripercussione o un contraltare sul nostro piano terreno.
Già: la relazione tra ciò che accade sotto e ciò che accade sopra forse deve rispettare in qualche modo una sorta di simmetria per poter trovare pieno svolgimento e attuazione.
Prendiamo ad esempio quanto accaduto da inizio COVID: su questo piano sono iniziate le vaccinazioni col siero magico, e contemporaneamente è cominciata una irrorazione dei nostri cieli con modalità mai verificatesi prima. Una sperimentazione partita evidentemente nello stesso tempo, che viene attuata su terra e in aria.
Qualcuno, o forse molti, diranno che le scie esistevano anche prima. È vero, se ne parla da anni, però è la loro stessa manifestazione ad essere cambiata: non sono più fenomeni in alta atmosfera o tracce osservabili di tanto in tanto. Ad essere radicalmente mutate sono la misura e le modalità con cui vengono condotte le operazioni nei cieli: reticolati evidentissimi, vere e proprie scacchiere, scie osservabili quotidianamente e ovunque.
La cosa ha assunto proporzioni enormi, tanto da essere sdoganata pian piano anche nel mainstream come "inseminazione di nuvole". E ormai anche chi non ci aveva mai creduto, o chi non ci aveva mai dato peso, comincia a parlarne apertamente.
Ma è la tempistica che suona quantomeno singolare: è proprio l'esatta coincidenza dell'esplosione di questo fenomeno con l'avvio della vaccinazione di massa.
"Così in cielo come in terra": e all'unisono partono due sperimentazioni a livello massivo, una "dentro" le persone e una "sopra" le loro teste.
Le chiamano "innocue velature". Interessante: potrebbe leggersi IN-NOCUE-VELATURE. In velature nocue. Ecco, ancora una volta, l'obbligo di verità.
E così si spiega perfettamente la perfetta coincidenza tra i due avvelenamenti di massa, via cielo e via terra. Proprio nello stile che avrebbe un'operazione militare condotta su più fronti nel medesimo tempo.
Quasi un blitzkrieg, cioè una guerra lampo contraddistinta da elevata meccanicizzazione, uso della forza aerea e telecomunicazioni. Anche qui abbiamo tutto: un utilizzo di tecnologia a livelli mai raggiunti prima; l'impiego del cielo come arma; e il 5G in fase di progressiva implementazione.
Per questo blitzkrieg non si parla di giorni, o mesi, ma di un'agenda con precise tappe fino al 2030. E semmai potesse sembrare un periodo troppo lungo per poter definire questa contro l'umanità come una guerra lampo, un decennio diventa un battito di ciglia se rapportato ad uno sconvolgimento non generazionale, ma di portata planetaria ed epocale.
Stanno agendo sulle temperature, e chissà se sulle percentuali di ossigeno presente in atmosfera: sarebbe un efficacissimo modo per attuare un reset che nessuno si aspetta in questi termini.
L'hanno già fatto in passato? Chissà.
Intanto, lo stanno facendo ora. E contro di noi.
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Lanonaelica
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Sulla bocca di tutti.
È uno di quegli eventi catalizzatori di cui tutti parlano. Troppo importante per ignorarlo.
Sia la controinformazione che il mainstream si concentrano sulla scarcerazione di Assange, andando a rivelarci anche i minimi dettagli di questa liberazione tanto attesa a livello mondiale.
Ma proprio qui sta il punto focale della questione: com'è che pure giornali e TV stanno dando risalto alla vicenda? Quando un qualcosa risulta scomodo, si cerca di insabbiarlo, o se non altro di sminuirne l'importanza. Invece, stavolta è tutto un coro di voci altisonanti che vogliono assolutamente farti sapere che sì, davvero, finalmente giustizia è fatta ed Assange è libero. I canali più autorevoli dell'informazione alternativa, ossia quelli meno censurati in assoluto, e la stampa ufficiale sono, per una volta, tutti d'accordo.
Non è abbastanza strano?
Lasciamo stare per un attimo la figura dell'uomo, dell’abile hacker, del giornalista o comunque lo si voglia definire. Restiamo sulla tempistica di quanto sta avvenendo. Perché niente avviene per caso. Tantomeno se è un fatto di così eccezionale rilevanza.
E allora: I vari servizi giornalistici hanno tenuto a precisare che la scarcerazione è stata disposta esattamente dopo 1901 giorni.
Ancora: 1+0+9+1 è uguale a 11. Toh, ma guarda che caso. Esattamente quel numero 11 che in certi frangenti viene a galla tanto spesso.
Ma continuiamo: ci informano che un misterioso donatore ha pagato in Bitcoin, in favore di Assange, esattamente l'ammontare di 498.804 dollari. La somma di queste cifre, curiosamente, è un 33 quanto mai familiare.
Ancora, l'immagine a corredo del post che ci dà notizia di questo avvenuto pagamento, riporta un numero preciso alla dicitura "Bitcoin balance": 8,09252828 . Un caso? 8 e 2 presenti ripetuti per ben 3 volte. Somma delle cifre: 44. Di nuovo 8. E sappiamo che 8 e 2 tornano in modo prepotente fin dagli esordi della vicenda COVID.
Ora: magari ci stiamo mettendo paranoie inesistenti, ed è realmente un caso assolutamente fortuito. Oppure, stiamo forzando la mano per trovare un significato in numeri che, dopotutto, tali sono e tali rimangono, perché qualunque data e comunque qualunque calcolo avrebbero restituito un risultato che, in un modo o nell'altro, avrebbe avuto un significato simbolico in dipendenza dell'occhio di chi analizza e ci vuol trovare per forza di cose una trama nascosta.
È anche vero, tuttavia, che il 24/06/24, data prescelta per il rilascio, è un 6/6/6 in primo piano. Tradotto, da una parte abbiamo questo schiaffato in bella vista, e dall'altra un altrettanto evidente 11 condito in tutte le salse.
Quindi: lasciamo perdere un attimo la tifoseria da stadio. Lasciamo stare la questione già grandemente divisiva "Assange eroe/Assange attore".
Guardiamo solo i fatti. Ossia, la data del rilascio e, insieme, il numero di giorni di detenzione che la stampa ha tenuto a comunicarci con tanta precisione. E quelli del pagamento in Bitcoin.
Totale: al di là della nostra personalissima convinzione, l'abbiamo capito che è nostro preciso dovere metterci almeno un dubbio, per quanto possiamo sentirci sicuri di un'opinione?
L'elite ama mettere le cose in bella mostra. Certo, non usa i sottotitoli, e spesso lo fa confondendo le carte. Ma sta a noi osservare senza preconcetti, superando istintive simpatie e, nella stessa misura, immediate antipatie: è solo in questo modo che possiamo confortare a ragion veduta le nostre precedenti opinioni, oppure capovolgerle diametralmente.
Perché, per quanto possiamo essere tosti, nessuno nasce imparato. E questi ultimi anni sono stati e sono ancora una scuola fantastica per continuare a imparare.
Su tutto ma, in primis, su noi stessi.
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Lanonaelica
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Sul punto, post immediatamente sotto
L'arma di Faraday
La realtà è che sappiamo veramente poco non solo del campo magnetico di fondo, ma anche a proposito delle inferenze dielettriche della sterminata quantità di acqua salina presente nei mari, e dei meccanismi che legano la relazione energetica tra sole, luna e Terra.
La scienza ufficiale ci spiega tutto con formule, equazioni, algoritmi e numeri moltiplicati all'infinito.
Eppure, la pura e semplice constatazione dei fenomeni concreti legittima a pensare che tutto potrebbe essere basato su principi fisici completamente differenti da quelli che ci hanno prospettato con la narrazione ufficiale.
E allora, se così fosse, in che misura un pur minimo addendum di nanoparticolati metallici nell'habitat Terra potrebbe ripercuotersi nella stretta relazione elettromagnetica con le sue due fonti di luce?
Proviamo a considerare queste ultime come fossero delle pile, ossia generatori di energia. Un qualcosa, insomma, deputato a caricare il sistema e tenerlo vivo ed attivo.
Il terzo elemento dell'insieme, quello che beneficia delle pile, sarebbe appunto la Terra, investita dell'energia da loro fornita.
Bene. A questo punto, un ulteriore piccolo passo, con una nozione che conosciamo tutti: la gabbia di Faraday.
Ossia, un qualsiasi insieme formato da un contenitore elettricamente conduttore, atto ad isolare l'ambiente interno da ogni campo elettrostatico esterno, a prescindere da quanto intenso possa essere quest'ultimo.
Caratteristica della gabbia è che, essendo attraversata da una carica elettrostatica attiva, quando raggiunge la propria saturazione, ossia un potenziale elettrico sufficientemente elevato, scarica l'eccessiva potenzialità sui corpi esternamente più prossimi.
Bene. E se, tramite scie ed inoculazioni, stessero costruendo una sorta di gabbia di Faraday inversa, usandola come arma?
Il 5G fungerebbe da agevolatore di trasmissione. O da amplificatore. E tutta l'energia in eccesso si scaricherebbe all'interno della gabbia, non all'esterno. La tecnologia Haarp verrebbe impiegata per gli eventi estremi, ma il substrato elettromagnetico di base sarebbe sempre in funzione.
Viene quasi da pensare che la popolare metafora della rana bollita possa essere molto più letterale di quanto si sia comunemente portati ad immaginare.
Perché in questa versione sovvertita della gabbia di Faraday, l'ecosistema Terra e i suoi abitanti ne costituirebbero in qualche modo, e allo stesso tempo, sia struttura che bersaglio. Diffuso a livello capillare. Inerme. E ignaro.
Sappiamo già molto degli effetti della ridotta luminosità del sole, degli esiti drammatici del controllo climatico (bombe d'acqua alternate a siccità), dei danni da esposizione al 5G, e delle inferenze dei vaccini sulla salute.
Ma altrettanto non sappiamo attorno all'azione combinata di queste nuove diavolerie tecnologiche implementate tutte insieme.
E ancora meno sul fatto se e quanto possano riverberarsi, vista la sensibilità al magnetismo propria del particolato che piove dal cielo (e, a quanto sostienuto da molti, pure di quello iniettato coi sieri a mRNA), proprio a livello di influenza elettromagnetica complessiva.
Se questa ipotesi fosse vera, lor signori avrebbero realizzato l'ennesimo colpaccio. E, allo stesso tempo, risulterebbe molto più facile capire perché la popolazione, anziché reagire, sembra abbia "perso la bussola".
Impegnati a destreggiarci tra crisi sul versante economico, attacco a 360 gradi al cibo, notizie sul fronte bellico, esplosione dei costi energetici, limitazioni in nome del falso green, propaganda transgender...
...Non avremmo fatto caso al fatto che, sia su un piano meramente psicologico ma anche e soprattutto da un punto di vista strettamente fisico, con questa triade di innovazioni stanno provando a disconnetterci totalmente dal segnale di fondo.
Il segnale madre.
Quello della natura.
Quello della bellezza e dell'armonia.
Quello dell'empatia.
Quello del creato tutto intorno a noi.
Quello del nostro essere non macchine senz'anima, bensì semplicemente, perfettamente, fottutamente esseri umani.
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Il triplice crimine: il nesso
Partiamo da un dato: qualunque sostanza sia contenuta nei sieri (grafene? nanochip autoassemblanti?), nonostante i numerosi ed autorevoli studi ancora non abbiamo riscontri univoci e definitivi né da un punto di vista qualitativo né tantomeno quantitativo circa la presenza di questa tecnologia in ciò che è stato inoculato alla popolazione.
Per cui, senza voler negare alcunché a prescindere, voliamo basso e teniamo buono l'unico fatto certo, che già basta e avanza. Ossia, con ogni dose è stata somministrata come adiuvante una tale quantità di metalli, che sicuramente si è inserita un'autentica bomba in danno del sistema immunitario.
Ma, al di là di questo fattore, quanto profondamente potrebbe cambiare la trasmissione di cariche elettriche all'interno del corpo umano una simile aggiunta di un particolare tipo di composto metallico?
Ricordiamocelo: fondamentalmente siamo un insieme di acqua organizzata in una struttura complessa, che funziona proprio grazie ad un sistema capillare di trasmissione di segnali elettrici. E l'acqua, guarda caso, è un ottimo conduttore.
Perché, dunque, andare ad alterare il delicato equilibrio di un qualcosa che la natura ha già creato perfetto?
Connessione di quinta generazione: se si crede che sia roba da poco, facciamo un semplice paragone con un forno a microonde. Bene: con il 5G stiamo andando a implementarne uno a cielo aperto. E cosa capita quando si mette del metallo in un forno a microonde? Se è spento, nulla. Ma se lo si accende, i fuochi d'artificio sono assicurati.
Niente più che logica e pratica applicata al concreto, al di là di misurazioni specifiche e chiacchiere complicate: si chiama buonsenso. O, giuridicamente, “principio di precauzione”.
Scie: possiamo chiamarle irrorazioni, oppure operazioni di geo ingegneria, ma la sostanza non cambia. Stanno inondando i cieli con metalli. E sto cazzo di metalli, prima o poi, ricadono a terra, per la gioia dei nostri polmoni. Oltre che di tutto il resto (acqua, terreno, piante ed animali).
E quindi, ottengono quello che vogliono in primis a livello atmosferico: schermatura del sole da una parte, contemporanea creazione di una cappa occludente dall'altra.
Gli effetti? Non si capisce bene se si verifichi una diminuzione della temperatura per ridotta luminosità, o se ci sia un riscaldamento per rifrazione e contenimento. In ogni caso, è un qualcosa di pesantemente artefatto.
Ma non solo: con la dispersione mediante aerosol di siffatte quantità di metalli, stanno andando ad alterare la composizione stessa dell'ambiente in cui si genera ed opera naturalmente il campo elettromagnetico che pervade il sistema Terra.
Un po' come andare a mettere in una tazzina di caffè troppo zucchero, o variare in modo affatto oculato una ricetta aggiungendo ad minchiam un ingrediente: si rischia di fare un disastro.
Già: stanno aggiungendo metalli. E quanto può influire questo fattore sul delicato e perfetto equilibrio del campo magnetico esistente?
Ancora: con la ricaduta al suolo di questo nanoparticolato, stanno generando non solo un inquinamento diffuso, ma anche una sorta di tappeto micro riflettente in qualche misura speculare a quanto avviene in cielo. Giorno dopo giorno, strato dopo strato, è un qualcosa che va a sedimentarsi in organismi, tessuti viventi, cellule ed ambiente.
Una vera e propria dispersione “a pioggia”, calata dall'alto, come finissime particelle di zucchero a velo.
Noi siamo il pandoro. Peccato che quello non sia zucchero, ma un insieme variegato di elementi sensibili all'attrazione magnetica.
Ed una tale mole di particolato in costante crescendo, come può influenzare l'ambiente in cui siamo immersi?
Aria, acqua, colori ed energia sono il liquido amniotico in cui nuotiamo per tutta la vita dopo essere usciti dal grembo materno.
E l'avvelenamento di questo habitat non è opera nostra, benché ce ne attribuiscano ogni responsabilità.
È opera loro. È volontà loro.
Per questa accusa verranno giudicati.
Per questo crimine contro l'umanità verranno condannati.
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Lanonaelica
Il pensiero laterale come via di indagine e conoscenza.
E buongiorno a tutti i nuovi arrivati, oltre che ovviamente a tutti coloro che sono già abituali, o occasionali, frequentatori di queste pagine.
Grazie al post del Nut "Bello, onesto, emigrato Australia", che segnalava la diretta "Alice bombing Wonderland" fatta sul canale YouTube di Riccardo Corongiu, e la contemporanea pubblicazione sul canale di Andrea Tosatto del pezzo dedicato ad Elisa, sua ascoltatrice in notturna, il numero dei nuovi iscritti nella sola giornata di ieri è un qualcosa che mi ha lasciato sinceramente spiazzato.
Premesso il sentito ringraziamento a questi due pilastri della migliore informazione alternativa oggi disponibile in rete, spero di fare cosa gradita nel postare un rimando all'articolo che ha aperto una piccola saga.
Quest'ultima cerca di unire in una particolare prospettiva vari puntini, partendo da storia passata e "confini" rubati per arrivare ai nostri giorni e alla situazione che stiamo vivendo. Lo trovate all'indirizzo https://t.me/Lanonaelica/593
Un'altra piccola saga sulla medesima tematica, ma con riflessioni differenti (e complementari) la potete trovare all'indirizzo https://t.me/Lanonaelica/821
Sono solo ipotesi di indagine che non hanno alcuna pretesa di verità, ma vogliono stimolare riflessioni e ulteriori ricerche.
Se poi vi pungesse vaghezza di andare anche più a ritroso, troverete altri spunti che potrebbero in qualche modo interessarvi.
Per quanti, invece, volessero approfondire gli accadimenti successivi al 7 ottobre, il rimando più utile è il seguente: https://t.me/Lanonaelica/759
Il tema della responsabilità personale e della messa in discussione delle proprie certezze è sicuramente il leitmotiv di fondo del canale.
Così come concetti quali terra piana e stazionaria, reset passati, inganni da parte della scienza sotto molteplici aspetti, fungono tutti da base della prospettiva con cui si analizzano gli eventi attuali.
Scrivo questo nell'ottica del massimo rispetto per chi ha avuto tanta curiosità da spingersi ad affacciarsi su queste pagine: se le vostre certezze sulle verità spacciate come tali dal sistema sono granitiche, Lanonaelica non è il canale che fa per voi.
Se invece cominciate ad avere qualche dubbio su uno o più punti di quelli esposti sopra, allora forse potrete trascorrere un po' di buon tempo in compagnia dei miei post.
In questo canale si và a braccio: zero notizie, solo riflessioni quando e come viene. E nessuna cadenza fissa: a volte è silenzio, altre è un pezzo via l'altro.
Anzi: a dire la verità, non so mai se e quanto continuerò a scrivere. In ogni caso, censura permettendo, il canale rimarrà sempre aperto alla lettura di tutti gli articoli, anche quelli più vecchi.
Ad ognuno che leggerà queste righe, comunque sia, un caro saluto e l'augurio di un buon cammino di ricerca.
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Lanonaelica
Il confine. Il fatto di essere coinvolti in prima persona in un processo di Reset, proclamato a gran voce dai camerieri del vero potere dietro le quinte, ha dato sicuramente una grande scossa ad una bella fetta di popolazione. E per i più aperti mentalmente…
Misteri sui ghiacci
La notizia è di quelle che, di primo acchito, fa sorridere: anche l’Iran avanzerebbe delle pretese sui territori dell’Antartide.
“Ma che ci azzecca la potenza mediorientale con quelle lande desolate? E in questo periodo di assoluto casino, poi? Non hanno di meglio da fare?”
Beh. In realtà la voce sarebbe antecedente agli eventi del 7 ottobre. E di voce si tratta, dato che è una di quelle fughe di notizie trapelate non si sa bene da chi, ma a cui “qualcuno” ha deciso di dar proprio adesso una certa risonanza rilanciandola addirittura sulla stampa mainstream.
La domanda, piuttosto, dovrebbe essere un'altra: è l'ennesima distrazione gettata in un calderone già zeppo di chiacchiericci dissonanti, o col dare copertura giornalistica a questa storia ci vogliono dire qualcosa di particolare per tenere fede, pur nella loro solita maniera tortuosa, ad un supposto obbligo di verità?
Prendiamo la cartina dell’Antartide ove sono indicate le varie stazioni di studio presenti sul territorio, con relative bandiere ad indicarne la nazionalità.
La più vicina al centro risulta essere una base statunitense. La seconda, una cinese. In terza posizione una russa.
Mera coincidenza, o anche no? Perché questa graduatoria, dal centro verso l'esterno, sembra proprio rispettare la gerarchia esistente a livello economico -militare tra queste potenze.
Continuando nella medesima direzione troviamo poi le basi di molti altri Stati, in una composizione tanto variegata che in più di un'occasione si rimane stupiti nel constatare l'esistenza della base di una data Nazione su quei ghiacci. Tipo: Ecuador. Bulgaria. Romania. Ucraina (!). Polonia, giusto per citarne alcune. Ma che cazzo ci fanno lì? Si può capire Argentina, o Cile, che vicino all’Antartide ci stanno. Ma le altre?
È come se la presenza di una base scientifica, visto il dispendio di risorse richiesto, in molti casi fosse non un onore ma un onere imposto ad un piccolo stato vassallo: una sorta di distribuzione dei compiti all'interno di un blocco di potere, di un apparente schieramento.
La differenza di status, in questo caso, sarebbe appunto indicata dalla prossimità della relativa base all’ipotetico centro polare: la potenza sulla scacchiera geopolitica legittima, o motiva, una presenza più massiccia, imponente, ma anche impegnativa.
E dunque: e se fosse che i punti “cruciali” devono essere presidiati da chi ha più mezzi, strumenti e competenze?
Se una “rivendicazione” fosse tale sulla carta, ma in realtà fosse frutto di una vera e propria chiamata alla partecipazione ad un dato onere, in ragione di mutate condizioni nello status geopolitico di un dato attore nazionale?
Indagando appena un po', si scopre che il novero di Stati coinvolti va ampliandosi: un paio di anni fa le rivendicazioni della Turchia, oggi appunto quelle dell’Iran.
In quest'ottica, il senso di una chiamata ci sta appieno: soprattutto gli Stati coinvolti in zone “calde”, potenziali teatro di guerra, non avrebbero infatti alcun interesse a distrarre preziose risorse da un ambito prettamente militare.
Accettare una tale chiamata sarebbe dunque il prezzo da pagare per salire qualche gradino nella scala del potere: perché in quelle terre, per come ci vengono descritte, non c'è niente da sfruttare. E allora, se si va lì, è per presidiare. Controllare. Forse, proteggere. Chi, cosa, e da cosa non si sa.
Fantasioso? Certo. Però ricordiamocelo: dell’Antartide sappiamo poco o niente, se non che sui relativi divieti sono tutti d'accordo.
Proprio come avviene per la narrazione che riguarda missioni e “conquiste” spaziali.
Già. A quando l'Iran sulla luna? Forse ce lo diranno gli esiti dei prossimi avvenimenti in Medio Oriente.
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