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2 months, 1 week ago

Ave Maria!

Dio solo!
Sono io, Maria Immacolata, umile innanzi a Dio e perciò esaltata da Lui.

L’anima mia è vissuta in un annientamento tale che voi potete misurarlo dalla elevatezza a cui Dio l’ha portata poiché l’esaltazione, l’amore, la grazia, la potenza sono proporzionati all’umiltà soltanto.
Da che cosa nasceva il mio annientamento? Dalla conoscenza e dall’apprezzamento di Dio sopra tutte le cose.
Voi fate la meditazione sull’umiltà considerando le vostre miserie, ma questa considerazione può suscitare in voi l’agitazione, la reazione e quell’orgoglio terribile e raffinato che vi vorrebbe far essere migliori degli altri, più attivi, più pronti, più splendenti innanzi a Dio. Questa falsa umiltà è piena di agitazioni, di rammarichi, di lotte, di impazienze, di invidia, di orgoglio.
Mettetevi innanzi a Dio, consideratene la potenza, la grandezza, la gloria, la bontà, l’infinità; consideratelo così tante volte fino a che l’occhio vostro, tutto annebbiato dalla miseria, non incominci a percepire un raggio della sua maestà infinita; allora l’anima vostra si sente soavemente piccola, allora ama di riconoscersi peccatrice, allora si sente inferiore a tutti, ultima di tutti, indegna di tutto, degna solo di disprezzo; allora questa piccolezza piena di amore, richiama sopra di voi lo sguardo di Dio: Respexit humilitatem ancillæ suæ.

(Tratto da: Così ho visto l’Immacolata | di don Dolindo Ruotolo)

2 months, 2 weeks ago

Ave Maria!

Cuore di Maria
La “Madre”

Il Cuore Immacolato di Maria non è soltanto il Cuore di una Madre, ma è il Cuore di una Madre umana e divina. È grandezza più grandezza di amore. Che cosa si potrebbe paragonare, concretamente, al cuore di una madre, e per di più al cuore di una Madre non soltanto umana, ma anche divina?

È ben difficile, infatti, trovare sulla terra qualcosa che assomigli realmente e abbia il valore di un cuore umano tutto pieno soltanto di amore materno. Si dice anche, giustamente, che il cuore di una mamma è il capolavoro uscito dalle mani di Dio Creatore, il capolavoro che grida più di tutti la sua somiglianza con Dio che è “Amore”.

È un fatto concreto e costante, in realtà, che Dio può donare a ciascuno di noi molti amici, molti fratelli e sorelle, molti parenti e persone buone capaci anche di amarci straordinariamente, mentre ci dona, invece, una sola mamma: perché?... Proprio perché nessuno ci potrà amare come la mamma.

E se una mamma ha molti figli, amerà forse di meno i suoi numerosi figli rispetto a una mamma che ha soltanto pochi figli?... No, no: al contrario, ella amerà sempre di più, se ha la grazia di avere molti figli, poiché l’amore materno non si divide, ma si moltiplica sempre, inesauribilmente!

Che cosa sarà stato allora il Cuore materno di Maria Santissima?... Ella è addirittura Madre di Dio infinito! Ella, inoltre, è anche Madre di tutti gli uomini!...
Che cosa sarà stato, allora, quel suo Cuore materno? Quale e quanta immensità di amore ci sarà stato in quel suo Cuore materno, dunque? Soltanto Dio è stato ed è in grado di misurare quella ricchezza incommensurabile di amore materno che la Madonna ha messo interamente a disposizione di tutti noi suoi figli.

(Tratto da: Il Cuore Immacolato di Maria Meditazioni per ogni giorno del mese di febbraio)

2 months, 2 weeks ago

Ave Maria!

San Pio e la Madonna
Una figlia spirituale un giorno chiese a san Pio da Pietrelcina: «Padre, qual è la via più breve per andare in Cielo?». Senza indugiare un solo istante, padre Pio le rispose: «La via più breve è la Madonna».

In un altro giorno, quando un vescovo presentò a padre Pio un anziano peccatore che voleva sapere se per il Paradiso c’era una “scorciatoia”, padre Pio gli rispose: «La Madonna è la scorciatoia».

(Tratto da: Il Cuore Immacolato di Maria Meditazioni per ogni giorno del mese di febbraio)

3 months, 1 week ago

Ave Maria! La Fede di Maria
«Beata quæ credidisti [Beata te che hai credu­ to alle parole del Signore]» (Lc 1,45). La fede è stata la beatitudine di Maria in tutta la sua vita terrena.
Che cos’è la virtù della fede? Risponde il padre Pollien: «La fede è l’unione a Dio, è la crea­ tura unita a Dio, che vive in Lui, di Lui». Che cos’è la beatitudine? Ancora il Pollien risponde conciso: «È il contatto divino».
Le due risposte si integrano fra di loro con naturalezza e semplicità: nell’unirsi a Dio con la fede, la creatura prova la beatitudine del «con­tatto divino» allo stesso modo che il bimbo, stringendosi al petto della mamma, anche se al buio, prova tutta la tenerezza e il calore della stretta materna.
In Maria ciò avvenne perfettamente, in maniera ineguagliabile. Maria credette all’an­gelo che le annunciò il mistero dell’Incarnazio­ ne del Verbo, Figlio di Dio; credette al mistero della sua divina Maternità verginale; credette alla missione redentiva del Figlio; credette al compimento di questi misteri attraverso le vie più ordinarie del nascondimento e dell’attesa: «La Vergine Santa – spiega bene il padre Franzi – fu tutta illuminata dalla fede, dominata, guidata dalla fede, quasi personificazione della fede».

(Tratto da: Un mese con la Madonna Meditazioni per ogni giorno del mese di gennaio)

3 months, 2 weeks ago

Ave Maria!
La Carità di Maria
«Il Signore mi ha posseduto [Dominus possedit me]» (Prv 8,22). «Dio è amore [Deus caritas est]» (Gv 4,8). Maria fu posseduta da Dio, ripiena ineffabilmente del suo amore in misura senza misura: «Ella fu tutta di Dio e di nessun altro se non di Dio», ha sentenziato limpidamente Ric­cardo di San Lorenzo.
Posseduta da Dio fin dal primo istante del­ la sua concezione immacolata, poiché la mac­chia del peccato originale non è mai stata in Lei («macula originalis non est in te»).
Posseduta da Dio per la pienezza della gra­zia divina, come le disse l’angelo Gabriele («gra­tia plena»: Lc 1,28).
Posseduta da Dio dimorante nella sua ani­ ma purissima, secondo quella parola divina di Gesù che dice di chi lo ama: «Noi [la Santissima Trinità] verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui» (Gv 14,23).
Posseduta da Dio per l’elezione al compi­mento del disegno divino: «Il Signore è con te [Dominus tecum]» (Lc 1,28), come le disse anco­ra l’angelo Gabriele.
Posseduta da Dio – soprattutto – per l’In­carnazione del Verbo che le si fece Figlio nel grembo verginale: «Ecco, concepirai e partori­ rai un figlio» (Lc 1,31), disse a Maria l’angelo Gabriele, e santa Elisabetta le gridò: «Benedetto il frutto del tuo grembo» (Lc 1,42), e ancora l’e­spressione della donna che disse a Gesù: «Beato il grembo che ti ha portato» (Lc 11,27). (...)

(Tratto da: Un mese con la Madonna Meditazioni per ogni giorno del mese di gennaio)

3 months, 2 weeks ago

Ave Maria!

Bellissimo è il racconto sulla malattia di san Massimiliano che ci ha lasciato un suo caro amico giapponese, Paolo Takashi Nagai, radiologo, scienziato e scrittore cattolico, professore di medicina all’Università di Nagasaki, vittima delle radiazioni atomiche – dopo il bombardamento atomico su Nagasaki –, per le quali prestò se stesso ad esperimenti scientifici proprio per la cura delle radiazioni.
L’incontro avvenne il 1935: «Padre Massimiliano Kolbe si trovava nella sua cameretta, seduto al tavolino... Quando vi entrai, pensai subito che si trattasse di un piccolo sgabuzzino per deposito di roba. Vedevo con i miei occhi la croce, la statuetta dell’Immacolata, la Bibbia, un libro di preghiera, alcuni documenti, una matita e qualche cosa ancora...
Padre Kolbe mi si fece incontro, con il volto atteggiato a sorriso. Mi protese le mani. Non appena gliele strinsi, ne avvertii la delicatezza, ma nello stesso tempo sentii un forte calore. Ne restai stupefatto, ben consapevole al tatto che la febbre superava i 38 gradi.
– Padre, ma lei è ammalato! – gli dissi.
– Signor dottore, vuole forse visitarmi? – mi rispose sempre sorridente.
Tirai fuori lo stetoscopio e cominciai ad esaminarlo. Dopo poco, esclamai:
– Padre, è spaventoso: tutti e due i suoi polmoni sono minati, e fortemente. Bisogna che lei si metta subito a riposo assoluto!
Ma egli, sorridente, mi disse:
– Tante grazie, signor dottore. Lei è senza dubbio un medico celebre; ma io sono stato esaminato da altre celebrità del suo campo, sia a Roma come in Polonia e in altri paesi. Ebbene, tutti mi hanno detto quanto Lei mi ha ora detto. È da dieci anni che sento dai medici questa sua stessa dichiarazione!
E terminò il suo dire con voce fioca.
– Cosa? – incalzai – Già da dieci anni?
Stupefatto e con il respiro mozzato osservavo padre Massimiliano. Egli seguitava a sorridermi, ma notavo che il suo respiro si faceva sempre più affannoso. Tramite lo stetoscopio sentivo le pulsazioni nei polmoni che si facevano ora più deboli, ora più forti. E con stupore riflettevo: “...Questo è indubbiamente un caso senza spiegazione nel campo medico: 4/5 dei polmoni colpiti da tbc, quasi inutilizzabili, e febbre alta che non accenna a diminuire. Se egli fosse un malato comune, dovrebbe stare abitualmente a letto”.
Mentre io seguitavo a manifestare il mio stupore scuotendo il capo, sempre pensando a questo fenomeno singolare, padre Massimiliano sollevò in alto il Rosario, che aveva nella mano, ed esclamò, sorridendo più gioiosamente:
– Questo è il mio segreto! Questo è il mio segreto!».

(Tratto da: Un mese con san Massimiliano M. Kolbe | Mese di gennaio)

3 months, 3 weeks ago

Ave Maria!

In tutte le famiglie di questo mondo, buon figliolo vien sempre ritenuto solo quel figlio che, a prescindere dall’età e dalle doti, dallo sta­ to di vita e dai mezzi di cui dispone, ama la pro­pria madre con cuore mai sazio e con trasporto inesauribile. Non si tratta di fare alla madre bei complimenti, né di offrirle doni in quantità. Il cuore di una madre non cerca e non può accon­tentarsi di ciò: il cuore di una madre cerca il cuore del figlio, l’affetto materno può soddisfar­ si e placarsi solo nell’affetto filiale.

Come si legge nella vita di san Giuseppe da Copertino, questo straordinario Santo dei voli, ardente di amore alla Madonna al punto da sollevarsi spesso estaticamente in aria per volare a baciare le statue o le imma­ gini di Maria dipinte sui muri, diceva: «La Mamma mia è capricciosa: se le porto fiori mi dice che non li vuole; se frutta, pure non la vuole. Io le domando allora: “Mamma, che vuoi tu dunque?”. Ed Ella: “Il cuore, solo il cuore mi piace”».(Tratto da: Un mese con la Madonna Meditazioni per ogni giorno del mese di gennaio)

3 months, 3 weeks ago

Ave Maria!

18 gennaio
La potenza dell’Immacolata
Il mito dell’immortalità

Dopo neppure un mese dall’arrivo a Nagasaki, in­­tan­­to, uscì Il Cavaliere dell’Immacolata in giapponese. San Massimiliano telegrafò in Polonia, a Niepokalanów: «Oggi spediamo il Cavaliere in giapponese. Abbiamo la tipografia. Viva l’Immacolata. Massimiliano» (SK 257). Era un miracolo incredibile.
E si va avanti così, senza soste. Dalle poche migliaia di copie iniziali si arriverà a superare le 50.000 copie mensili. Il Santo e i confratelli lavoravano senza respiro. Soprattutto san Massimiliano appariva un gigante nella preghiera, nella mortificazione e nel lavoro. Insegnava filosofia al seminario; organizzava incontri ecumenici con i buddisti; scriveva articoli per Il Cavaliere; curava la formazione dei confratelli.
Egli dava tutto quello che poteva delle sue energie, anche nel lavoro tipografico; spesso aveva la febbre alta e soffriva di dolorose foruncolosi. Ma tirava avanti indomito.
I confratelli si preoccupavano della sua salute; lui non se ne curava: «Ci riposeremo in Paradiso», diceva.
Su di lui si arrivò a creare addirittura il cosiddetto “mito dell’immortalità”. Umanamente, infatti, era impossibile non venir meno sotto quella mole di impegni e di lavoro incessante, con così scarso nutrimento e sonno stentato. Ma, di fatto, l’Immacolata provvedeva e sosteneva l’eroica comunità che andava avanti compatta.
Nel giro di qualche anno, del resto, cominciarono anche lì ad arrivare le vocazioni giapponesi. Si arriverà a formare, di fatto, un noviziato e un piccolo seminario. Si vedeva bene che i germi avevano attecchito. (...)

(Tratto da: Un mese con san Massimiliano M. Kolbe | Mese di gennaio)

4 months ago

Ave Maria!

Sant’Angela da Foligno aveva ricevuto dall’Alto il segno inconfondibile dell’azione divina nella sua anima: amare e voler soffrire per amore di Dio. Se già prima di questo dono aveva imparato a riposare sul letto della Croce, da allora ne sarebbe rimasta inseparabile.
Alla scuola di Gesù appassionato, Angela imparò ancora tante cose sublimi ed eccelse.
Imparò, tra queste, che Gesù Cristo nella sua vita di uomo-Dio ebbe tre compagne fedelissime dalle quali Egli mai si separò e che lo stesso Dio Padre amò tanto da darle al suo Figlio, e queste compagne sono la povertà, il disprezzo e il dolore.

Questa triplice compagnia deve anche accompagnare ognuno che si fregi del nome di “cristiano”, ognuno che voglia essere realmente seguace di Cristo: «Le membra – infatti – devono percorrere lo stesso cammino che ha percorso il capo, e devono essere associate a quella stessa compagnia che stette sempre vicina al loro capo. Fuori di questa strada – conclude sant’Angela – non esiste altra via di salvezza».

(Tratto da: Un mese con sant’Angela da Foligno)

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5 months, 1 week ago
Ave Maria!

Ave Maria!

Disponibili nuovi gadget di don Dolindo Ruotolo:

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penne

Ordinali dal sito:
www.dondolindoruotolo.it/sostienici

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