Molto interessante il caso della grossa ondata di proteste che stanno prendendo piede in Serbia contro il progetto di costruire una miniera di litio da parte della Rio Tinto.

Vucic paragona le proteste al Maidan e lega gli eventi di oggi all'avvertimento da parte dei servizi russi - poco tempo fa - di un piano per rovesciare il suo governo con un colpo di stato.
Ma la storia non convince, basta scorrere twitter per vedere molti account serbi filo-russi esprimere sostegno verso la protesta e/o documentare la propria presenza sul luogo.

Infatti la Rio Tinto è una multinazionale strategica anglo-australiana con una grossa partecipazione dei fondi americani (Blackrock, Vanguard). E la miniera di litio è parte degli accordi per l'approvvigionamento di materie prime siglati tra Belgrado, il governo tedesco e l'Unione Europea.

L'operazione è a tutti gli effetti un movimento verso la NATO da parte della Serbia, che ha sempre - e in particolare dall'inizio della guerra in Ucraina - tentato di bilanciare il suo rapporto con Mosca con l'integrazione europea e la realtà di essere circondata da asset militari americani.

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L'offensiva ucraina nella regione russa di Kursk non è nuova nel metodo ma rappresenta una novità nella portata, che è molto più ampia rispetto a quella delle precedenti sortite. Nonostante sia ancora difficile stimare l'esatta situazione del controllo territoriale…

L'offensiva ucraina nella regione russa di Kursk non è nuova nel metodo ma rappresenta una novità nella portata, che è molto più ampia rispetto a quella delle precedenti sortite. Nonostante sia ancora difficile stimare l'esatta situazione del controllo territoriale, le FAU sembrano controllare una porzione di territorio comparabile a quello controllato dalle FAR nella regione di Kharkov.

C'è però una grossa incognita: si tratta di un'offensiva disegnata per distrarre truppe russe dal Donbass e incassare una vittoria informativa o l'intenzione è invece quella di occupare e tenere territorio russo per rafforzare la mano ucraina al tavolo delle trattative? Nel secondo caso ci troveremmo davanti ad un cambio di strategia che però avrebbe un suo senso: una trattativa è in arrivo, e questo è chiaro, e Kiev vuole avere gli strumenti per influenzarla senza essere totalmente in balia degli alleati. Tesi rafforzata dal fatto che gli alleati non sono evidentemente stati informati in precedenza: se fosse successo, con ogni probabilità i piani sarebbero filtrati dai servizi ai media per neutralizzarli eliminando l'effetto sorpresa; visto che un'iniziativa del genere introdurrebbe una variabile nuova fuori dal controllo americano.

La seconda incognita è prettamente militare e relativa alla capacità russa di neutralizzare o meno l'offensiva evitando un'occupazione prolungata di territorio russo, o addirittura che venga insidiata la città di Kursk.

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Diritto internazionale e "ordine basato sulle regole" sono due concetti ben diversi: https://x.com/inimicizie/status/1796435106715906136?s=46

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La questione in realtà è molto interessante. Il fatto che Washington non parli di "diritto internazionale" ma di "regole" è assolutamente intenzionale. Il diritto è una legge codificata e deve essere applicato ugualmente a tutti i soggetti. Se un diritto…

Seppellito di notte, in silenzio e sotto censura dei media il soldato egiziano morto negli scontri a fuoco nel Sinai contro l'esercito israeliano.

È evidente che la leadership egiziana tema che il malcontento popolare su questa faccenda possa sfuggire di mano. E molto probabilmente, in questo caso, è proprio quello che è successo: un soldato insubordinato che vedendo l'inazione dell'esercito egiziano contro le IDF ha deciso di fare da solo, causando lo scontro a fuoco.
Non sarebbe la prima volta.

Il problema che ha l'Egitto è condiviso da altri paesi arabi, primi tra tutti Giordania e Arabia Saudita.

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Quando si sentono i dibattiti a livello politico sulla guerra in Ucraina, bisogna sempre confrontarli con la situazione sul campo per capirne il significato. Si discute di inviare soldati NATO in Ucraina, ma ci sono già (ampiamente provato). Si discute di…

Secondo le fonti di Politico, la quota italiana nella prossima Commissione Europea dovrebbe essere occupata da Lollobrigida (FDI), attualmente ministro dell'agricoltura.

È però nata una campagna da parte di Macron, per portare Draghi in una delle posizioni apicali dell'UE. O presidente della commissione (sostituendo la Von der Leyen) o del Consiglio Europeo.

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Spagna, Norvegia e Irlanda oggi riconoscono ufficialmente la Palestina come stato. In seno all'UE, Spagna e Irlanda si uniscono alla Svezia e ai paesi dell'ex Patto di Varsavia che la riconobbero nel 1988 ma in seguito hanno adottato attitudini più filo-israeliane rispetto ai paesi dell'Europa occidentale. Anche Belgio e Francia potrebbero unirsi nel prossimo futuro.

E' una notizia, ma non ci si devono aspettare grandi effetti pratici da questa decisione. Nel caso di un effetto a cascata negli altri paesi dell'Europa occidentale, si potrebbe assistere ad un peggioramento dei rapporti tra UE nel suo complesso e Israele, che aldilà delle reciproche accuse nell'agone politico, per ora rimangono piuttosto pragmatici e minimamente alterati dalla guerra in corso.

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I soccorritori hanno raggiunto il luogo dell'incidente nella notte. Il presidente iraniano Ebrahim Raisi e il ministro degli esteri Hossein Amir-Abdollahian sono entrambi morti durante lo schianto. Segui @Inimicizie

Si potrebbe anche smettere di parlare di aziende che delocalizzano e di piangere per le Alfa Romeo Milano prodotte in Romania se ad ogni occasione si privatizzano ENI, Leonardo, TIM, Finmeccanica.

La parabola di FIAT è quello che aspetta i pochi gioielli della corona salvati dalla macelleria degli anni '90, di questo passo.

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