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Messaggio oracolare per la settimana dal 9 al 15 settembre
di Alice Rancati • Lune Selvatiche
LUMACA & MIRTILLO AMERICANO - Fidati dell’invisibile
Questa carta parla di un progetto in divenire per cui c’è supporto dai mondi invisibili.
Ti incoraggia a perseguire i risultati desiderati affidandoti alle guide spirituali che ti sostengono.
Ti invita anche ad avere pazienza e a non correre: la lumaca arriva sempre dove vuole andare, anche se lentamente!
Il mirtillo americano invece ti ricorda di nutrire la tua anima nel processo, così da non rimanere senza enerie.
Alice • Lune Selvatiche
IG: www.instagram.com/luneselvatiche SITO: www.luneselvatiche.it CANALE TELEGRAM: https://t.me/luneselvatiche
Carte usate: Woodland Wardens di Jessica Roux
La dea Anu e la Madonna Nera di Le Puy in Valey
Il 9 settembre la Chiesa francese festeggia l'apparizione della Madonna Nera che, nel III secolo d.C., si manifestò a una donna che soffriva di una febbre altissima, promettendole che sarebbe guarita di lì a poco. Quando il miracolo avvenne, si decise di costruire una cattedrale sul luogo dell'apparizione.
Come ben sapete, quando posto santi e madonne, è perché nelle loro storie si celano avvenimenti antichi di estrazione precristiana.
Difatti il luogo dove sarebbe apparsa la Madonna Nera era in realtà sede secolare di un culto assai più antico, probabilmente rivolto alla dea Anu, divinità irlandese legata alla fertilità della terra e alla morte. Anu era la patrona tutelare di Anis, capitale della regione dell'attuale Velay.
Inoltre nella cattedrale è conservata una lastra nera di roccia vulcanica grande 2x3 metri, chiamata "pietra delle febbri". I fedeli vi si sdraiavano sopra quando erano affetti da febbre e ne traevano guarigioni miracolose. Oggi è chiusa in una teca.
La lastra, però, è ciò che rimane di un antichissimo dolmen in pietra basaltica che si trovava esattamente nel luogo della famosa apparizione. Il dolmen era probabilmente situato lì da millenni ed era meta di pellegrinaggi da parte dei fedeli di Anu.
Oggi, quindi, brindiamo alla maestosità di Anu e offriamole una pietra lavica perché ci protegga dalle imminenti febbri invernali.
Illustrazione: autore sconosciuto, crediti su segnalazione.
Templum Minervae
A Roma oggi ricorreva la dedica del tempio della dea Minerva sull'Aventino.
Pur essendo un tempio molto antico le prime fonti scritte sono annotate al tempo della seconda Guerra Punica. Non ci sono perciò particolari informazioni sul perché venne edificato questo tempio in particolare.
Ma vorrei spendere due parole su Minerva, questa dea italica, così antica e così poco conosciuta, se non nella veste romana di divinità bellica.
Minerva nasce tra gli Etruschi con il nome di Menrva (e anche Menrua, Menerva e altri) la cui radice men- tradisce una sua antichissima valenza lunare e men-sile. Come per molte altre dee di cui spesso parlo nei miei post, anche Menrva ebbe in sorte di diventare meno femminile e meno potente.
Ben presto gli Etruschi acquisirono gli influssi dell'Atena olimpica, quella ormai maschilizzata e priva delle sue antiche forme sinuose; così anche Menrva divenne una divinità associata alla strategia guerresca e indossò la lunga veste greca, l'elmo, lo scudo e la lancia.
I Romani la acquisirono cambiandole appena il nome e aggiungendo l'idea di una divinità legata all'intelligenza e alla saggezza (il tutto dovuto a un banale errore di traduzione che vedeva il nome della dea simile alla parola latina mens, cioè "mente").
Quanto abbiamo perso di quelle dee così antiche e potenti? Quanto è andato in frantumi a causa di un patriarcato che ha livellato ogni sorta di complessità femminea?
Dipinto "Minerva trionfa sull'ignoranza" di Bartholomeus Spranger, 1591
Bentornati al consueto appuntamento con gli oracoli di Francesca Romana Valente.
Consultiamo insieme L’Oracolo degli Alberi di F.R. Valente, illustrato da M. D’Angiò.
Abbiamo estratto il Cipresso e l'Albero di Porfirio.
La stesa di questa settimana ci parla di un momento di pausa, in cui ci troveremo a decidere di lasciare andare qualcosa (o qualcuno) del nostro passato e a riflettere sul nostro percorso futuro.
La prima carta ci parla proprio di una conclusione: può trattarsi di un rapporto, di un'amicizia, di un lavoro o di un progetto che giunge al suo termine naturale, oltre il quale non ha più senso dedicarvisi
Si tratta quindi di una chiusura necessaria e naturale, che dentro di noi abbiamo già accettato ed elaborato e che non ci sorprenderà.
La seconda carta ci vede già all'opera con nuovi progetti: si tratta in particolare di sfide intellettuali, di progetti che richiedono un impegno mentale che ci darà grande soddisfazione.
Insomma, una volta chiusa senza rimpianti questa vecchia porta, già ci attendono novità molto interessanti.
Ig: oracoli_di_francesca
Fb: https://www.facebook.com/oracoli.francesca
Leukaspisie
In questo giorno, in Sicilia, si festeggiava l'eroe siculo Leukaspis. Diodoro scrisse che egli combattè a capo dei Siracusani contro gli Ateniesi durante la "Grande spedizione ateniese in Sicilia" del 415 a.C., comandata da nientemeno che Eracle.
La battaglia è perciò avvolta da un alone di leggenda. Sopratutto perché a vincere furono proprio i Siracusani, ma Leukaspis perse la vita durante il combattimento, proprio per mano del semidivino Eracle.
I suoi conterranei, che tanto l'avevano amato in vita, decisero di divinizzarlo e per lui istituirono delle feste annuali.
Ma, a quanto sembra, la glorificazione di Leukaspis, che è sostanzialmente l'archetipo dell'eroe antigreco, sembra voler comunicare, più che altro, il malcontento generale dei Siculi nei confronti dei Greci.
Allora Leukaspis è esistito davvero?
Probabilmente sì, di fatto è ricordato su alcune monete coniate a Siracusa tra il 420-415 a.C. ed è raffigurato come un guerriero in posizione di attacco con lancia e scudo in mano.
Gurgevdan (Đurđevdan)
I popoli Slavi festeggiano oggi San Giorgio, anciché il 23 aprile, in una variante che miscela antichi riti pagani e nuove tradizioni pasquali. La data del 4 maggio è dovuta allo scarto tra il calendario gregoriano e quello giuliano: essendo una festività ortodossa, si è mantenuta l'antica data. La festa segna per loro l'inizio vero e proprio della primavera, pur cadendo ben 40 giorni dopo l'equinozio.
A seconda della zona in cui ci si trova si può assistere a diverse tradizioni. Ad esempio, in Romania alle prime luci del mattino ci si reca alla più vicina sorgente o corso d'acqua, portando con sé un uovo sodo messo da parte a Pasqua. Ci si immerge nell'acqua fredda passandosi l'uovo per tutto il corpo. Con questo rito ci si assicura una buona salute.
Nell'Ex-Jugoslavia la festa si chiama Ederlezi, in lingua locale, e il rito centrale è quello del sacrificio di un agnello, consumato da una o più famiglie.
In alcune zone dei Balcani un giovane vestito come il santo che tiene in mano una torcia e una torta viene accompagnato da un gruppo di ragazze in un campo di grano. Lì accendono un fuoco e condividono la torta.
Nel Medioevo, invece, era usanza alzare un Palo di Maggio.
Tutte queste usanze sono evidenti eredità di culti pagani dove torce, uova, agnelli e pali di maggio facevano da ricco contorno ai rituali di fertilità primaverili.
Illustrazione di Carolina Viaro
Santa Fregna
Ed eccoci a una delle mie feste preferite: Santa Fregna!
No, non è uno scherzo né una bufala. Oggi a Frosinone si festeggia Santa Fregna.
In un articolo si legge che oggi "ricorre il giorno dedicato a S. Elena Flavia Giulia, madre dell'imperatore Costantino, la quale - secondo la tradizione cristiana - ritrovò all’inizio del IV sec d.c., i resti della Croce di Gesù. Da un punto di vista profano la croce (ovvero la pena, la sofferenza) dell’uomo può essere identificata con il sesso femminile (o meglio con la mancanza di esso, ndr).
In pratica, visto che una delle maggiori "pene" per l'uomo è non poter andare a letto con una donna, Santa Giulia è stata trasformata in Santa Fregna. Nella tradizione orale popolare questo giorno è associato a un evento lontano e improbabile, da cui il modo di dire che un qualcosa accadrà «‘Nsanta fregna» cioè chissà quando, forse mai".
Naturalmente ho fatto qualche ulteriore ricerca e sembra che i legami con l'intima parte femminile risalgano a ben altre tradizioni antiche... indovinate un po? pagane!
Abbiate pazienza e potrete leggerle nel libro.
Intanto buona giornata a chi oggi non intende rimanere schiacciato dalla propria croce ?
Illustrazione digitale "Sleeping Venus" di Rob e Nick Carter, copia della “Venere dormiente” di Giorgione del 1603.
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A cura di Monica Casalini
(Ancora pochi posti disponibili!)
Quello che ci viene raccontato da 30 anni è che la Ruota dell’Anno è celtica e prevede 8 festività. Una delle due affermazioni è storicamente sbagliata, l’altra è fuorviante.
La Ruota dell’Anno è un magnifico viaggio lungo un anno intero, con tappe ormai riconosciute dalla maggior parte di noi, e altre tutte da conoscere e integrare nella propria pratica quotidiana.
Approfondiamo le radici degli “8 sabba” e scopriamo la magnificenza di una ritualità stagionale vasta e profonda.
Seguirà un seminario per comprendere come connetterci al ritmo della Natura e alle energie di ogni momento stagionale, sabba dopo sabba.
L’evento si terrà domenica 19 maggio 2024, presso la sede del Tempio della Grande Dea Serpente – Hekate e Athena, in via Fabio Filzi, 13, 31015, Conegliano (TV), dalle ore 10.00 alle ore 16.00.
Tutte le info utili su cosa portare per il workshop, sul pranzo, ecc... verranno date al momento dell’iscrizione nel gruppo dell’evento.
Il costo di partecipazione è di 50 euro a persona.
Per partecipare è necessario prenotare il tuo posto inviando una email a [email protected] o un messaggio privato a @tempiograndedeaserpente su Instagram.
Ti aspettiamo!
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