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DOLORE
Esistono persone speciali, sono quelle che portano un Dolore profondo, che non appartiene solo a loro... è il peso di un lignaggio familiare, di esperienze passate e perfino del mondo intorno a loro.
Non è una maledizione, ma una chiamata.
Queste persone sono qui per trasformare quel Dolore, e attraverso di esso, trasformare se stesse e la realtà che le circonda.
Le pratiche spirituali sono gli strumenti di questo lavoro straordinario. Non si tratta solo di meditare o rilassarsi, ma di intraprendere un processo profondo di liberazione e purificazione.
Ogni respiro consapevole, ogni momento di silenzio, e sì, anche il digiuno, diventano strumenti per ripulire i blocchi, sciogliere i pesi ereditati e lasciare spazio a qualcosa di nuovo.
Il digiuno, in particolare, non è solo fisico, è un atto che svuota corpo e mente per far emergere la nostra essenza più pura.
Queste pratiche non agiscono solo dentro chi le fa.
Cambiano tutto, le relazioni, le energie, e perfino l’ambiente intorno. I miei allievi possono confermarlo, ogni sessione non solo li trasforma, ma riverbera su chi li circonda, sulle loro famiglie, e persino sulla loro realtà quotidiana.
È un lavoro duro, che spesso richiede isolamento, introspezione e dedizione.
Ma al di là di quel Dolore c’è una parte più grande di noi stessi pronta a emergere...
Una parte che conosce la gioia, la forza e la libertà.
E chi si dedica a queste pratiche non sta solo guarendo il proprio passato, sta riscrivendo il proprio futuro e aprendo nuove possibilità per il mondo intero.
Buona Pratica
EPIFANIA, MANIFESTA LA TUA DIVINITÀ
L’epifania è un momento speciale nel ciclo annuale, chi pratica discipline interiori sa che oggi segna la fine di un percorso e la celebrazione dei frutti raccolti.
La tradizione religiosa ti racconta questa giornata attraverso i re Magi, che portano doni al Bambin Gesù che poi, in fondo, sei sempre tu.
Oggi, poiché è un giorno, non a caso, "benedetto dalle stelle", è più facile connettersi al sacro e lasciar far emergere ciò che già sei...
Quindi stasera andremo a lavorare proprio sul sentire e manifestare il nostro divino, per chi ce l'ha..
Quando?
Alle 21:00, su YouTube.
IL SECONDO LIVELLO DI COSCIENZA TANTRICA,
(Kamamaya Kosa, lo strato del desiderio)
Parlare di tantra oggi è un po’ come entrare in una pasticceria vegana... tutti vogliono convincerti che puoi "goderti tutto senza sensi di colpa"... Ma ecco il punto, se pensi che il tantra sia solo un tutorial su come diventare l’amante ideale tra incensi, cuscini e playlist new age, ti stai perdendo il quadro completo, perché il vero tantra non è qui per insegnarti come "scoprire nuovi livelli di piacere" (quello è marketing da tantracchioni moderni).
Il Tantra delle scritture antiche parla di qualcosa di molto più profondo come i livelli di coscienza. Scusa se è poco...
Abbiamo parlato del primo livello (vattelo a guardare), Oggi parliamo del Kamamaya Kosa, il secondo livello, è dove tutto inizia a farsi interessante.
Se il primo livello tantrico, l’Annamaya Kosa si concentra sul corpo fisico fatto di cibo, cellule e necessità basilari... il Kamamaya Kosa ci fa entrare nel reame della mente.
È la mente grezza, quella dominata dagli istinti, dai desideri e dalle pulsioni più primordiali.
Se nel primo livello si trattava di mantenere il corpo e farlo funzionare, qui parliamo di cosa lo guida, cosa lo "accende".
E parliamo di istinti... fame, sesso, piacere, sopravvivenza.
Se l’Annamaya Kosa è come il motore di un’auto, potente, ma privo di direzione, il Kamamaya Kosa è il pilota…
il pilota che spesso si comporta come un bambino in una cioccolateria, ossessionato dal soddisfare ogni impulso immediato... e se non viene soddisfatto brontola fino a piangere come un disperato... (so che sai di cosa parlo).
Il punto centrale è che il tantra non ti chiede di odiare questi desideri o di reprimerli. Non è questa la strada.
Invece, ti invita a guardarli dritti in faccia e imparare a governarli.
I desideri non sono il nemico, sono la benzina!
Se impari a purificarli, disciplinarli e a canalizzarli, diventano una forza che ti spinge verso l’alto.
Ma se li lasci incontrollati, rischi di finire intrappolato in un circuito infinito di piaceri passeggeri indotti da altri.
La pratica su questo livello non è un’eliminazione, ma una comprensione.
I desideri non sono ostacoli da abbattere, ma strumenti da affinare.
Vuoi crescere tantricamente?
Prima devi sapere cosa ti muove.
Vuoi salire?
Devi affrontare ciò che ti trattiene e qui ci vogliono gli attributi!
Se sei convinto di sapere già tutto sull'amore e pensi che la vita sia solo un dolce intreccio di "peace and love", lascia perdere...
Questa non è la strada per te.
Vai pure a quei corsi dove ci si abbraccia, si piange in cerchio e si torna a casa con una bella carica emotiva.
Qui si gioca su un altro livello.
Guardarsi davvero dentro non è per i deboli di cuore.
Fa male, scuote, e ti costringe a confrontarti con le parti di te che preferiresti ignorare.
E ammettiamolo!!! Chi è che vuole soffrire oggi davvero?
Ma è proprio lì che inizia la vera trasformazione.
Mentre l’Annamaya Kosa si occupa della sopravvivenza fisica aria, acqua, cibo, il Kamamaya Kosa governa la fame più sottile, quella che si manifesta attraverso i cinque organi sensoriali (vista, udito, olfatto, gusto e tatto) e i cinque organi motori (mani, piedi, lingua, organi sessuali e organi escretori).
Quindi ecco il lavoro che ti aspetta: osserva cosa desideri davvero, guarda dove ti portano i tuoi impulsi e decidi se vuoi guidare tu il viaggio o lasciare che siano loro a farlo per te, perché non puoi passare all’illuminazione se prima non metti ordine in questo regno.
Il Kamamaya Kosa non è solo una tappa del viaggio, è il primo passo verso la vera consapevolezza.
Non puoi saltarlo, perché è qui che impari a trasformare l’energia grezza degli istinti in carburante per la tua evoluzione.
Buona pratica.
Il PRIMO LIVELLO DI COSCIENZA TANTRICA (Annamaya Kosa)
Hai letto “tantra” e già hai preparato i fazzoletti di carta?
Tranquilli, facciamo un respiro profondo e ti spiego una cosa che nessuno ti dice… perché quando si parla di tantra, tutti ti raccontano come fare “esperienze trombacchione" spettacolari raggiungendo nirvana e stimolando punti magici...
Ma io dico… non è meglio almeno leggere le istruzioni di un’auto da corsa prima di partire per la gara?
Quindi, se vuoi diventare il "Senna del Tantra", meglio partire con le basi. Impara almeno le istruzioni per l’uso…
Premessa obbligata (per i miei allievi)
Se hai seguito i miei post precedenti, i Kosha rappresentano gli strati che avvolgono il Sé, le "guaine" partendo dal corpo fisico e salendo fino alla beatitudine.
Sono come le matrioske, una dentro l’altra, strati di consapevolezza che ci avvicinano al nostro vero sé.
Il loro scopo?
Mostrare che tutto ciò che percepiamo, il corpo, la mente, le emozioni...
Non siamo noi stessi, ma solo involucri che nascondono la nostra essenza più profonda.
Mò vatti a vedere i post precedenti...
Passiamo al Tantra...
Il tantra non è solo fare l'amore con incensi e musiche sacre...
Sì, lo so, ci avevi creduto, ma è molto, molto di più.
La lezione di oggi, aspiranti piloti, è sui livelli di coscienza tantrici.
Lo hai mai sentito in giro? Te lo dico io... e gratis!
I "Kosa" (i livelli mentali Tantrici) non si limitano a dirti cosa sei, come i Kosha (le guaine), ma ti guidano attraverso i vari stadi della mente, invitandoti a trasformare ciò che sei.
Non sono solo un insieme di concetti, ma una serie di tappe da attraversare.
Queste fasi rappresentano l’evoluzione della mente del praticante, dalla sua forma più grezza e istintiva fino alla sua massima espressione di luce e consapevolezza.
E anche se i Kosha e i livelli si sovrappongono, la differenza è chiara: i Kosha ti mostrano il panorama, i livelli Kosa ti guidano lungo il sentiero.
Iniziamo dal primo livello mentale: l’Annamaya Kosa, il corpo fisico.Sì, proprio il corpo.
Non si può partire per un viaggio interiore senza una base solida. L’Annamaya Kosa, il “corpo fatto di cibo”, è il punto di partenza.
Perché di cibo? Perché questo corpo è alimentato, costruito e mantenuto da ciò che mangiamo e beviamo.
È l’involucro tangibile che ospita tutto il resto, la nostra prima connessione con il mondo fisico.
Senza un corpo sano e forte, ogni altra ambizione spirituale o meno, resta un castello in aria.
Ma attenzione, l’Annamaya Kosa non è solo muscoli, ossa e organi. È la porta d’accesso alle esperienze. Ogni piacere, ogni dolore, ogni sensazione passa prima di tutto dal corpo.
Eppure, quante volte lo trattiamo come una macchina da spremere o, peggio, da intossicare o un fastidio da ignorare?
Il rispetto del corpo non è una questione estetica o egoistica, è il primo passo verso la consapevolezza.
Purificarsi, respirare bene, nutrirsi in modo equilibrato, muoversi con consapevolezza, tutto questo è parte del lavoro sull’Annamaya Kosa. Non perché il corpo sia un fine in sé, ma perché è la base senza la quale nulla può crescere.
Quindi, prima di sognare livelli più elevati, fermati e chiediti: "Sto davvero ascoltando il mio corpo?"
Il tuo percorso inizia qui, dal livello fatto di cibo, carne e ossa, la radice di tutto ciò che verrà.
Buona Pratica
LA VIA DELL'AMORE (BAKTI YOGA)
https://www.youtube.com/watch?v=BsN9b_RF3bo
Quando ti parlano di Bakti yoga, dì la verità... cominciano a romperti gli zebedei cominciando a parlare dei chakra, di divinità, di canti... no?
Ed io che all'epoca non ci capivo niente andavo a degli incontri dove con altri "scoppiati" come me, ci mettevamo a cantare le canzoni a divinità che non conoscevo...
Poi quando non ci capisco nulla e nessuno era in grado di darmi una spiegazione intelligente sgancio...
Poi, per coincidenza, nei numerosi libri comprati per comprendere il santo patrono degli Yogi, Shiva, lessi un antico mito.
Adoro i miti, i miti raccontano la storia infinita dell'anima, i miti quando vengono raccontati accadono... dentro.
Leggi qui che ti fa bene...:
Due anime, terminato il loro cammino terreno, si ritrovarono al cospetto di Shiva, il Signore dell’universo.
La prima anima, un’antica viaggiatrice dello spirito, con un bagaglio di conoscenza vastissimo e un numero incalcolabile di incarnazioni alle spalle, si prostrò immediatamente davanti a Shiva. Si inchinò fino a terra in segno di umiltà, quasi tremando di fronte alla sua presenza divina.
L’altra anima, più giovane e inesperta, aveva vissuto solo poche vite. Eppure, nell’ultima, si era dedicata interamente a Shiva con una devozione totale.
Quando lo vide, il suo cuore esplose di gioia: cominciò a saltare, a danzare, e lacrime di felicità gli rigarono il volto. "Shiva! Shiva! Shiva!" gridava, senza fermarsi un attimo, come un tifoso che avesse appena visto la sua squadra vincere il campionato della vita eterna...
Shiva sorrise. Con calma, si avvicinò alla prima anima, quella prostrata a terra.
"E tu, hai qualcosa da chiedermi?" chiese Shiva con dolcezza...
L’anima, piena di timore reverenziale, rispose: "Oh Signore, quante vite mi rimangono ancora prima di raggiungere la liberazione?"
Shiva sorrise, senza rispondere, e si girò verso l’altra anima, che stava ancora gridando e danzando senza un briciolo di compostezza...
Si avvicinò e, con tono sereno, gli disse: "Sai che dovrai affrontare ancora almeno un migliaio di incarnazioni prima della liberazione?"
La giovane anima smise per un attimo di saltare, lo guardò negli occhi e con un sorriso luminoso esclamò: "Sì, lo so! Ma che importa? Tu sei qui! E con te vicino, va tutto bene!"
Shiva allora tornò a guardare la prima anima.
Non disse nulla, ma il suo sguardo parlava da sé.
Fu in quel momento che la prima anima comprese...
Non bastano la conoscenza e l’esperienza accumulate in mille vite.
Senza amore, senza quella gioia pura e incondizionata, il cammino verso la liberazione resta incompleto.
Questa è la Bhakti, la devozione, non un semplice amore, ma una forma di amore superiore, che trascende l’attaccamento umano. È l’amore che si offre senza chiedere nulla in cambio, che nasce dalla consapevolezza della presenza divina in ogni cosa.
È l’amore che ti fa danzare anche di fronte alle difficoltà, perché sai che il Divino è già con te, in ogni passo, in ogni respiro.
Vuoi sapere come va a finire la storia?
Shiva concesse solo alla giovane anima, con il cuore pieno di Bhakti, la Liberazione, perché il sapere ti può portare lontano, ma è solo l’amore che ti permette di raggiungere la meta. L'altra anima tornò si reincarnò sulla terra a leggere questo post di Facebook...
E tu? Davanti dal Divino che fai? Balli o te la fai sotto?
Buona Pratica
RISVEGLIA IL TUO DRAGO
https://www.youtube.com/watch?v=Lgb8J9PeLXo
Immagina di trovarti davanti a una caverna.
È buia, umida e non sembra per niente accogliente.
Dentro, c’è un imponente drago. Ma tranquillo, non è il tipo che ti sputa fuoco addosso. È il custode del tuo tesoro interiore, della tua forza dimenticata.
E indovina un po’? È legato.
Proprio come te.
Quelle catene che lo tengono fermo non sono altro che le tue paure, le tue scuse, i tuoi "non posso" e "non sono abbastanza".
Ogni volta che scappi da una situazione che ti mette a disagio, ogni volta che eviti quello che ti spaventa, aggiungi un nodo a quelle catene.
E il drago resta lì, immobile, a guardarti con aria delusa e piange.
Ora, parliamoci chiaro....
Qui non si tratta di combattere il drago.
Non serve tirare fuori spade immaginarie o gridare "sono invincibile!".
Il drago non è il problema. Lo sei tu! Vedi quante volte te lo dico?
Le tue paure non sono nemiche, ma segnali, stanno lì per dirti che c’è qualcosa da affrontare. Un blocco, un nodo, qualcosa che devi sciogliere.
Affrontare le tue paure non significa diventare un eroe, significa smettere di raccontarti storie e iniziare a guardare in faccia ciò che ti spaventa.
Senti paura? Bene!
È lì che devi andare. La paura è il cartello gigante con scritto “Tesoro nascosto qui”.
E quel tesoro?
È il tuo potenziale! La tua Forza, il tuo Potere! Scusa se è poco!
Ma finché non hai il coraggio di entrare in quella caverna, resta solo un miraggio.
Non ci sono scorciatoie, non ci sono trucchi. Devi guardare la catena, capire come si è formata, e cominciare a scioglierla.
Il drago non aspetterà in eterno.
Più a lungo lo lasci legato, più dimenticherai chi sei davvero. Quindi, basta perdere tempo, è tempo di affrontare quelle paure e liberare il drago; e magari scoprirai che quel fuoco che tanto temi è l’unica cosa capace di illuminare il tuo cammino.
E no, non serve combattere... serve smettere di fuggire.
Buona Pratica
COLTIVARE KUNDALINI
Una delle più belle lezioni sulla kundalini non me l'ha data una maestra arrapata tantracchiona vogliosa di condividere il suoi estrogeni con il mondo... no, ma è stato il Fuoco stesso.
Quando ci hai molto a che fare e sai osservare, il fuoco insegna.
Immaginatevi davanti a un camino, con una fiammella.
Non è nulla di impressionante, ma c’è.
Piccola, tremolante, quella è il vostro fuoco interiore, la vostra energia, la "fiamma pilota" della vostra caldaia.
E spetta solo a voi decidere cosa farne.
Ma il fuoco non è il problema. Il problema siete semrpe voi.
Quante volte avete permesso a paure, scuse e dubbi di spegnere quella fiamma? Troppo spesso.
Magari vi siete anche adattati, convinti che il risveglio avvenga da sé... No amici miei... la "salvezza" te la devi sudare e tanto...
Ora, prendete legna, rametti e fate bruciare...
Queste sono le tue scelte, azioni, ogni respiro, è un dono al fuoco.
Proteggete quel fuoco, proteggetelo come fosse l’unica cosa che vi tiene in vita. Il fuoco è anche chi siete.
La legna non brucia istantaneamente, perciò finché non avrete chiara la direzione, continuate a purificarlo, a coltivarlo.
Non cercate di forzare nulla, lasciate che il tempo faccia il suo corso. Quando il fuoco sarà ardente nel suo massimo splendore, capirete tutto.
Ma attenzione: la routine spegne il fuoco. Non cercate di alimentare il vostro cammino con abitudini meccaniche.
Quando il fuoco si accende, agite con ispirazione, non con superficialità. Diventate autentici, fluidi, e smettete di cercare scorciatoie.
Coltivare la Kundalini non è un atto passivo, è prendersi cura del proprio fuoco, giorno dopo giorno.
Non aspettate che qualcuno lo faccia per voi, ogni scintilla ha il potenziale per diventare un incendio. Alimentatelo!
Lasciate che cresca. Il vostro fuoco alimentato vi guiderà e vi illuminerà.
E ricordate: il segreto non è il fuoco, ma chi ha la forza di alimentarlo.
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