CPC Levante - Antitesi Padova 🔥

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3 weeks, 3 days ago

*🚩 L’UNIVERSITÀ: TASSELLO FONDAMENTALE NELLO STATO DI GUERRA*La precarizzazione crescente e la diversificazione selvaggia dei contratti di chi fa ricerca, promossa dal Ddl Bernini e auspicata dalla Conferenza dei rettori delle università italiane (CRUI), rappresentano una ristrutturazione selvaggia dell’intero sistema universitario. Questo vuol dire, ad esempio, il peggioramento delle condizioni di lavoro nella didattica, oltre che nella stessa ricerca. Inoltre, figure sempre più ricattabili, oltre all’indipendenza economica vedono sempre più minata la loro autonomia di pensiero nel potersi esprimere criticamente. Ciò appare ancor più grave nel contesto odierno di guerra imperialista su scala internazionale che vede anche il nostro paese coinvolto e schierato nel blocco occidentale. Lo stato di guerra, infatti, non si limita al conflitto armato sui fronti esterni, ma si manifesta anche attraverso dispositivi di controllo e repressione interni, come il Ddl “sicurezza”, volti a sopprimere ogni forma di dissenso sociale. E, naturalmente, l’università non si può sottrarre dal suo ruolo funzionale e fondamentale nella preparazione della guerra. L’incremento di finanziamenti alla ricerca di industrie belliche, come Leonardo-Finmeccanica, e le collaborazioni con università “israeliane” — che continuano nonostante il genocidio in corso a Gaza e le mobilitazioni di solidarietà accademica con la Palestina — sono esempi emblematici. Inoltre, la ricerca in tecnologie dual use, al confine tra utilizzi civili e militari, è ormai normalizzata, trasformando l’università in un laboratorio permanente per le guerre imperialiste.

🔎 La precarizzazione del lavoro accademico non è solo uno strumento di controllo, ma anche un dispositivo di esclusione sociale. Rendere i contratti post-dottorato sempre più instabili significa rendere ancor più elitario l’accesso al lavoro di ricerca e alla docenza universitaria, intensificando le discriminanti di classe. Soltanto chi ha una determinata provenienza sociale può “permettersi” di trascorrere anni senza un reddito fisso e con impieghi a intermittenza, mentre chi non lo può fare è costretto a cercarsi un altro lavoro e quindi essere espulso dall’accademia. La scelta di rendere più sempre più elitario il lavoro culturale è un processo che da decenni coinvolge anche l’accesso all’insegnamento scolastico. Ultima in ordine di tempo è la riforma Bianchi (2022), che ha previsto l’istituzione di corsi obbligatori (60 cfu) dal costo di 2000-2500 euro per poter abilitarsi in ogni classe di concorso, peraltro erogati dalle università. La logica è chiara: mentre si aumentano le spese militari, si tagliano i fondi pubblici all’istruzione e si impongono barriere di classe all’accesso al sapere e al lavoro culturale. Questo è un progetto coerente con un sistema che subordina ogni settore della società, incluso quello della ricerca universitaria, alle esigenze del capitale e della guerra. Tuttavia, di fronte a questa situazione i ricercatori e le ricercatrici hanno scelto di non stare a guardare. In diverse città d’Italia sono sorte Assemblee precarie e gruppi contro il Ddl Bernini, a cui invitiamo a partecipare, che hanno già messo in campo diverse azioni di protesta. Un successivo passaggio dovrà essere il coinvolgimento della componente studentesca e di tutti i lavoratori e le lavoratrici dell'università per creare una forte opposizione ai progetti di “riforma” del governo Meloni.

🚩 L’UNICA STRADA POSSIBILE È L’UNITÀ NELLA LOTTA! 🚩

🚩 BASTA PRECARIETÀ NELL’UNIVERSITÀ!
NO ALLA GUERRA IMPERIALISTA! 🚩

Antitesi - Organizzazione Comunista
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3 weeks, 3 days ago

*🚩 TAGLI E PRECARIETÀ: UNA POLITICA DI LUNGO PERIODO*È da sottolineare come il Ddl Bernini non venga dal nulla, ma da decenni di tagli e precarietà per l’università, condotti allo stesso modo da governi di destra e di sinistra, affiancati da esternalizzazioni dei servizi e accordi con i privati. L’ultima riforma in ordine di tempo, approvata dal governo Draghi e presentata dal Partito Democratico, prevede l’abolizione degli assegni di ricerca e l’istituzione solo sulla carta di un nuovo contratto di ricerca “più tutelato” e del ricercatore in “tenure track” (RTT), facendo però il tutto senza finanziamenti “aggiuntivi”. Tale riforma provoca pertanto un oggettivo peggioramento delle condizioni di lavoro di ricercatori e ricercatrici, “dirottando” anch’essa (in assenza di nuovi fondi e allo stesso modo del Ddl Bernini) la quasi totalità dei precari della ricerca a condizioni contrattuali peggiorative rispetto al passato (es. borse di ricerca, collaborazioni esterne/occasionali ecc.). Contro questa riforma è sorto un forte movimento di protesta in tutta Italia, Re-strike. Anche grazie alla mobilitazione sono quantomeno state ottenute ripetute proroghe dei vecchi assegni di ricerca, l’ultima in scadenza il 31/12/2024. Dopo quest’ultima data, in attesa di una nuova riforma, le uniche figure di ricerca possibili saranno RTT e contratti di ricerca e, allo stato attuale delle cose, alla scadenza degli assegni, senza una rapida immissione di nuovi fondi avverrà un’espulsione di massa di ricercatori e ricercatrici dall’università.

3 weeks, 3 days ago

*🚩 LA PIRAMIDE DELLO SFRUTTAMENTO*Tra le figure più precarie previste dal Ddl emerge il professore aggiunto. Figura caratterizzata da “grande flessibilità”, con chiamata diretta da parte degli atenei (decreto rettorale) e con contratti che possono avere anche durata di solo tre mesi. Il professore aggiunto altro non è che un’ulteriore estensione delle esistenti docenze a contratto, istituto iper-precario che copre già migliaia di corsi in tutta Italia. Il docente a contratto, infatti, non ha nessuna garanzia di stabilizzazione e viene retribuito con compensi da fame, percepiti peraltro solo per le singole ore di didattica e non per il tempo impiegato per tutte le mansioni aggiuntive del lavoro di docente ( ex. preparare i materiali, a svolgere gli esami, a effettuare i ricevimenti con gli studenti, a seguire eventuali tesisti, a partecipare a sessioni di laurea, etc.) Alla base della piramide di sfruttamento proposta dalla ministra Bernini ci sono le collaborazioni studentesche alla ricerca. Se a un primo sguardo possono apparire un’opportunità da cogliere per giovani studenti, in realtà nascondono chiari meccanismi di sfruttamento: i contratti sono a ore (massimo 200 per anno accademico) e sottopagati. Attività che dovrebbero essere coperte da contratti stabili e adeguati vengono affidate a istituti iperprecari, svendendo la qualità della ricerca. A svolgere mansioni di ricerca saranno quindi “nuovi” studenti, pagati peggio rispetto a chi svolgeva le medesime attività in precedenza. Ad essere colpito direttamente dal Ddl Bernini è anche, quindi, il corpo studentesco.

3 months, 1 week ago

🔻7/10/2023 - 7/10/2024🔻

🇵🇸 Un anno dal 7 ottobre, un anno in cui la Resistenza palestinese ci ha insegnato ancora una volta che Resistere è necessario, vincere è possibile.

Contro l'imperialismo, contro lo stato di guerra, contro questo sistema che produce solo miseria, sfruttamento e morte: Resistiamo.

Al fianco del popolo palestinese, libanese, yemenita e di tutti i popoli oppressi del mondo. Al fianco degli oppressi, per costruire un mondo senza più classi, guerre e sfruttamento.

Che il 7 ottobre sia una data rivoluzionaria per continuare la nostra lotta.

O la Rivoluzione fermerà la guerra, o la guerra scatenerà la Rivoluzione.

Portiamo l'Intifada nel cuore dell'imperialismo.

PALESTINA LIBERA DAL FIUME AL MARE
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Jinggangashan

Ai piedi del monte 
si vedono vessilli e bandiere, 
sulla cima del monte 
il corno risponde al tamburo. 

L'esercito nemico ci circonda, 
diecimila e mille ancora, 
immobili noi resistiamo.
[...]

Da Huangyannjie tuona il cannone, 
annuncia che l'esercito nemico 
è fuggito nel buio della notte.

(Mao Ze Dong)

3 months, 1 week ago

🔴 Il 5 ottobre è di tutti quelli che erano in piazza e hanno cercato in tutti i modi di esserci. Di tutti quelli in pullman che sono stati fermati lungo le vie di accesso alla capitale e rispediti indietro con ricatti ed intimidazioni. Delle decine di pullman “scortati” dalle forze dell’ordine per centinaia di chilometri affinché rientrassero nei luoghi da cui erano partiti. Di tutti quelli fermati alle stazioni dei treni alla partenza, all’arrivo, alla metro e negli autogrill, alcuni dei quali si sono visti rifilare fogli di via a pioggia.

Per tutti questi motivi essere in piazza in oltre diecimila persone è stata una vittoria. Il dispositivo militare-repressivo messo in campo dal governo, volto a vietare qualsiasi assembramento di persone, è politicamente fallito. La gestione della piazza non cade dal cielo e non è la scelta di un Ministro più fascista di quelli precedenti, ma è la conseguenza del contesto di guerra su scala globale. È il riflesso interno della guerra: la “guerra interna” fatta di reazione e repressione. È il manifestarsi del “diritto penale del nemico” che materializza lo Stato di guerra sul fronte interno.

🔻 La volontà del corteo di forzare il divieto a muoversi dalla piazza e poi la discreta compattezza in risposta alle cariche delle forze di polizia dimostrano che c’è chi non vuole chinare la testa contro la censura verso la Resistenza del popolo palestinese e lo stato di guerra che avanza. La vecchia litania degli infiltrati e dei “buoni e cattivi” è da respingere in ogni sua forma e va rispedita ai mittenti, ovvero governo, apparato massmediatico e sinistrume vario. Questa cantilena è funzionale solo a dividere, isolare e indebolire la forza delle lotte.

Al contrario, se il dispositivo repressivo messo in campo ieri dalle forze di polizia è l’esempio dell’applicazione dello stato di guerra sul “fronte interno”, bisogna organizzarsi per resistere con ancor più compattezza, unità, determinazione e forza. Lo stato di guerra e l’accelerata repressiva espressa dal Ddl 1660 non passeranno solo se ci sarà la forza concreta di bloccarli, violandone quindi l’uso e la loro legittimazione politica. Ciò che viene approvato nei palazzi governativi deve essere rigettato con forza nelle piazze in modo compatto.

🔻 Anche per questo esprimiamo piena solidarietà a tutti i compagni e le compagne colpiti dalla repressione: ai denunciati a cui è stato impedito di partecipare alla piazza, ai fermati in seguito alle cariche e al compagno processato per direttissima.

🚩 Il 5 ottobre a Roma è stato questo, un atto di resistenza di massa. Ma non deve essere l’ultimo, se vogliamo fermare l’avanzare dello stato di guerra e raccogliere forze per buttare giù questo sistema di miseria, guerra e sfruttamento. Resistere per vincere! 🚩

Antitesi

🔎 https://antitesirivista.org/volantini-e-comunicati/la-resistenza-non-e-un-pranzo-di-gala/
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3 months, 2 weeks ago
6 months, 1 week ago

In questa puntata si parlerà della Scuola e di come sia sempre più coinvolta nella propaganda di guerra imperialista del nostro governo.
In un contesto di guerra come quello che stiamo vivendo, dall’Ucraina alla Palestina, la scuola è osservata speciale: l'obiettivo è creare un luogo dove venga repressa, minacciata e sanzionata qualunque voce contro lo stato sionista e la NATO.

Nonostante tutto lavoratori e studenti non restano in silenzio, ma sempre più si oppongono alla continua intromissione del mondo militare nelle aule.

Parleremo di come la repressione ha colpito chi lavora nella scuola nel territorio italiano e padovano nello specifico, con un compagno del @CPCLevante, nonché conduttore di questa trasmissione, che ci racconterà delle perquisizioni subite da lui e altri due compagni e di come, in seguito a questo, abbia perso il posto di lavoro.

Discuteremo anche di come ci si organizza nel territorio assieme ad una lavoratrice del gruppo “lavoratrici e lavoratori della scuola contro la guerra” che ci racconterà come sono nati e il loro percorso di lotta all’interno delle scuole sul territorio padovano.

Buon Ascolto!!! ✌️??

6 months, 1 week ago

? BENEFIT CONTRO LA REPRESSIONE ?

? SABATO 13 LUGLIO ?
? Tuttinpiedi
Venezia - Mestre
(Pzz.tta Canova 2)

Dalle 18.30
Esposizione mostra Free Palestine:

"Così la sua ferita illumina le stelle, trasforma il presente in futuro…"
https://mostrafreepalestinepadova.noblogs.org/

Dalle 20.30 CENA POPOLARE

Tutto il ricavato sarà devoluto alle spese legali di compagni e compagne che si spendono tutti i giorni nella lotta contro un sistema di sfruttamento e oppressione!

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Denunce, perquisizioni, fogli di via, condanne e misure cautelari sono solo alcune delle manovre repressive di cui, ultimamente, sentiamo parlare sempre più spesso.
La straordinaria lotta in solidarietà al popolo palestinese ha risvegliato le piazze di tutta Italia e la controparte, sempre attenta a non far muovere una foglia, si è fatta subito sentire. Il tentativo di intimidire e spaccare le forze che sono state messe in campo in questi mesi però non è riuscito, la risposta è sempre stata quella della solidarietà, dell'unità e della determinazione spinte dall'essere dalla parte giusta della storia!!

La risposta migliore agli attacchi repressivi è continuare a lottare per un mondo più giusto: riprendersi le scuole, le università, i luoghi di lavoro, strade, piazze e città, per opporsi alla guerra imperialista e alla miseria che si porta dietro. Rispondere uniti dentro e fuori le aule di tribunale!

La solidarietà è un'arma,
Usiamola!! ✌️??

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