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CAUSA CENSURA FACEBOOK HO APERTO QUESTO CANALE
Non possono celare la verità🔥
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Solo una settimana dopo il primo rastrellamento, il giorno primo dicembre, ebbe luogo un secondo rastrellamento, questa volta ad opera della Guardia Forestale di San Pellegrino Terme. I militi fascisti, informati anche in questo caso da una spia, si diressero sul monte Alben dove i partigiani superstiti avevano raccolto presso una baita, detta del Casinet, il materiale ancora a loro disposizione. Nei pressi del passo della Crocetta, lungo una mulattiera che va da Corone (frazione di Serina) verso Dossena, Celestino Gervasoni incrociò, con alcuni altri partigiani, un gruppo di rastrellatori. Ne nacque uno scontro a fuoco durante il quale Celestino venne colpito mortalmente. Poco dopo, sul monte Alben, vennero colti di sorpresa cinque partigiani che erano a guardia alla baita. Mario Ghirlandetti e i partigiani russi Angelo, Carlo e Michele (dei quali non si è mai risaliti alla vera identità) vennero sopraffatti dal nemico e caddero sotto il fuoco degli assalitori. Un altro partigiano russo, Scialico, venne ferito e portato a Serina dove, nella notte, l’ostetrica del paese con l’aiuto di una famiglia riuscì a liberarlo, curarlo e tenerlo nascosto fino alla liberazione.
La Brigata 24 Maggio dopo i due tragici rastrellamenti, che l’avevano portata sull’orlo della disgregazione e dello scioglimento, riuscì a riprendersi grazie anche all’arrivo del nuovo comandante, Fortunato Fasana “Renato” (che si era già distinto come ufficiale per le sue capacità militari e organizzative presso la formazione GL Camozzi che operava in Valle Seriana). In breve tempo la 24 Maggio diventò una delle più importanti e combattive formazioni di tutta la Resistenza bergamasca tanto da ricoprire un ruolo di primo piano nella liberazione di Bergamo che avvenne nei giorni dal 25 al 28 aprile 1945.
FOA Boccaccio 003 presenta:
La mitraglia sul campanile
Escursione sul Monte Alben, lungo il sentiero partigiano Martiri di Cornalba.
Domenica 1 dicembre 2024
Camminata partigiana a Cornalba (BG) fino a Baita Cascinetto.
Ritrovo ore 7:00 in via Procaccini a Monza oppure direttamente a Cornalba (BG) alle 8:45 (p.zza della Chiesa).
Camminata semplice, adatta a tutt*. Dislivello +600mt. Pranzo al sacco.
Insieme a noi ci saranno alcuni accompagnatori di ANPI Valle Brembana che approfondiranno la vicenda storica legata ai Martiri di Cornalba.
In caso di maltempo l’escursione è rimandata a data da definirsi.
Per info e adesioni: [email protected]
Esattam**ente 80 anni fa, tra il 25 novembre e il 1 dicembre 1944, a Cornalba (Bg) avveniva il tragico rastrellamento fascista della Brigata Partigiana “24 Maggio” ad opera della 612a compagnia “Ordine Pubblico” comandata dal capitano Aldo Resmini, il fascista più temuto della bergamasca per le numerose torture, sevizie ed uccisioni, non solo di partigiani, ma anche e sopratutto di civili, e dai fascisti della Guardia Forestale di San Pellegrino Terme.
I partigiani morti furono 15. I più giovani avevano 17 e 18 anni. Il più anziano, il comandante, 28. L’età media era di 22 anni.
Il titolo della giornata non è casuale, ma ricalca esattamente il vigliacco modus operandi dei fascisti, che piazzarono in cima al campanile una mitraglia, falciando tutti quei partigiani che, scattato l’allarme rastrellamento, stavano scappando verso le baite dell’Alben usate come basi d’appoggio.
Insieme ad ANPI Valle Brembana abbiamo deciso di ripercorrerne i luoghi e gli eventi, partendo dalla chiesa di Cornalba per arrivare fino a Baita Cascinetto, luogo della seconda parte del rastrellamento.
Partigiani. Sempre. Oggi come allora.
CENNI STORICI:
Nell’autunno 1944 a Cornalba si trovava la sede del Comando della brigata partigiana 24 Maggio di Giustizia e Libertà mentre il grosso della formazione era invece stanziato nelle baite sul monte Alben. La mattina del 25 novembre 1944 un’autocolonna di una sessantina di militi fascisti appartenenti alla 612ª Compagnia Ordine Pubblico, comandati dal famigerato capitano Aldo Resmini, risalì la Valle Serina proveniente da Bergamo per raggiungere Cornalba e dare inizio al drammatico rastrellamento. Gli assalitori, informati anche da una spia, giunti sul posto iniziarono un fuoco intensissimo con alcuni mortai, almeno due mitragliatrici (di cui una collocata sul campanile della chiesa) e diverse armi leggere in direzione dei sentieri che portano sul monte Alben e che in quel momento rappresentavano le uniche vie di salvezza per i fuggitivi (partigiani e giovani del posto). Giuseppe Biava, Barnaba Chiesa e Antonio Ferrari furono i primi partigiani a morire. Fermati sulla corriera di linea Zambla-Bergamo, dopo essere stati riconosciuti, vennero giustiziati sul posto. Giacomo Tiragallo “Ratti” (il comandante della formazione partigiana), Gino Cornetti (un giovane di Cornalba di appena 17 anni), Giovanni Battista Mancuso, Giuseppe Maffi e Piero Cornetti (di 18 anni, fratello di Gino) furono colpiti a morte nel loro disperato tentativo di fuga. Il tenente Franco Cortinovis e il capitano Callisto Sguazzi, dopo essere stati catturati, vennero interrogati, brutalmente picchiati e quindi assassinati con ferocia. Il paese venne messo a ferro e fuoco con intimidazioni, soprusi e minacce di rappresaglia ripetutamente rivolte contro una popolazione del tutto inerme. Al termine del rastrellamento vennero portati via e incarcerati quattro giovani della zona. Causa le torture e le sevizie subite, uno di loro, Lorenzo Carrara, abitante a Serina, morirà due anni dopo all’età di 21 anni.
❗️Come Rete Libere/i di Lottare, GPI e UDAP, facciamo appello a tutte le forze che in questi mesi sono state in piazza, mosse da una genuina avversione ai piani di barbarie del capitalismo, perché le giornate di lotta del 29 e del 30 novembre vedano il rilancio di una mobilitazione unitaria e realmente di massa contro il governo della guerra e del DDL-1660, per porre fine al genocidio in Palestina e mettere in discussione dalle fondamenta questo sistema che si nutre della distruzione, dello sfruttamento e dell'oppressione dell'uomo sull'uomo.
🗣 Lavoriamo affinché lo sciopero del 29 novembre abbia la massima forza, estensione ed efficacia.
🗣Sabato 30 novembre tutte/i a Roma, parco Schuster, ore 14, per fermare le guerre imperialiste, il genocidio, il DDL-1660, contro il governo Meloni, per l'unificazione delle resistenze di classe e anticoloniali nel mondo.
Rete Libere/i di lottare contro il DDL 1660 – GPI – UDAP
SIN SITIO X FOA BOCCACCIO presentano:
venerdì 22 novembre 2024
dalle 20.00 al Circolino Libertà (Viale Libertà 33, Monza)
I PIRATI DEI NAVIGLI di Marco Philopat (Agenzia X, 2024)
Ne parliamo insieme all'autore Marco Philopat, e Francesco Pitillo, Massimo Pirotta e Claudia Dozio del Bloom di Mezzago.
Una grande avventura che si legge con il fiato sospeso. Un viaggio in un periodo poco conosciuto della cultura underground, pioniera nella sovversione delle nuove tecnologie.
Anni ottanta, Milano è infestata da yuppie e zombie televisivi, la polizia ha appena sgomberato il Virus – il covo dei punk – e un’intera stagione sembra conclusa. Ma in un altro spazio occupato, l’Helter Skelter, si sperimentano i primi computer e nasce la rivista “Decoder”. Il cyberpunk, tutta la tecnologia al popolo, socializzazione dei saperi, hip hop e no copyright sono alcuni dei temi affrontati su quelle pagine. La redazione è formata da nove punk e creature simili, aiutati dallo storico libraio Primo Moroni nel quartiere Ticinese. Proprio in quella zona scoppia il caso del centro sociale Cox 18 che viene a sua volta sgomberato dopo un anno di lotte e feste scatenate. Per riconquistarlo i “Pirati dei navigli” seminano sulla Darsena le scintille rivoluzionarie della controcultura. A voce alta, con il coraggio di chi porta su di sé molte cicatrici, Marco Philopat trasforma la storia che ha realmente vissuto in un romanzo ricco di episodi esilaranti, imprese incredibili e disavventure sconvolgenti, regalandoci squarci di utopia.
`Ma stiamo tranquilli, si tratta ovviamente di "due mini palazzine di poche unità, progettate in modo dinamico e moderno con ampi terrazzi, loggiati, e giardini privati, attenti al green, edificata con materiali ecosostenibili". Un affare da pochi milioni di euro.
In questo scenario, è evidente come la misera "Casa della Montagna" sia stata la leva mediatica per spianare la strada ad attività a scopo di lucro, che gonfiano le tasche ai soliti palazzinari e affaristi di turno, in perfetta sintonia con chi governa la città.`
`Via Rosmini 11: da "CASA DELLA MONTAGNA" a "MONTAGNA DI CASE".
Si è compiuta la grande speculazione degli "amici" del CAI di Monza, con la benedizione di Pilotto.
Venerdì 8 novembre siamo intervenuti nel corso della serata di presentazione del Libro Bianco sulla Città 3.2 organizzata dal Coordinamento dei Comitati e delle Associazioni di Monza. Nel corso dell'iniziativa si è fatto il punto sul tradimento delle promesse elettorali da parte della Giunta Pilotto, che in due anni di governo ha mostrato di voler tutelare esclusivamente i profitti dei costruttori ai danni di chi vive la città.
Nell'intervento abbiamo parlato del destino del nostro vecchio spazio di via Rosmini 11, da cui siamo stati sgomberati nel luglio del 2021: dal nostro punto di vista è esemplare di come si consumino in maniera subdola le vicende di speculazione a Monza.
Vi ricorderete la storia dei "grandi" progetti del CAI di Monza, che acquistò per la cifra ridicola di 200.000 euro l'area raccontando di volervi istallare la fantomatica "Casa della Montagna".
Che i conti non tornassero si capì molto in fretta quando la prima vera iniziativa pubblica organizzata in via Rosmini 11 fu un Gran Galà di Capodanno con menù a 65 euro e consumazioni da 15 euro l'una.
Tuttavia Pilotto e la sua Giunta hanno deciso di dare il massimo supporto a questo "straordinario" progetto socio-sportivo e, alla presenza di Sindaco, assessori e autorità religiose nel luglio del 2023 avviene la vera inaugurazione della Casa della Montagna.
Queste le parole del presidente del CAI Mario Cossa: Abbiamo voluto creare in città un angolo dedicato alla montagna e ai suoi appassionati. Desideriamo, però che questi spazi diventino un punto di riferimento per tutta la cittadinanza: per altre associazioni che come noi si dedicano alla montagna e per tutte quelle realtà interessate alla promozione e alla diffusione della cultura, con un occhio di riguardo al sociale.
L’inaugurazione – ha commentato il sindaco Paolo Pilotto – è motivo di soddisfazione per tutti noi che amiamo lo sport. Da professore non posso che sottolineare quanto lo sport sia educativo.
Unico vero problema è che in questi anni di attività sportive non si è vista nemmeno l'ombra. Tuttavia il campo di via Rosmini è diventato preda di un baraccone di iniziative che con la montagna hanno davvero poco a che vedere. La discoteca Rebel, sagre di ogni tipo, da quella Valtellinese a quella del pesce che, come recita il lancio dell'iniziativa "offrirà anche divertimento per tutte le età con un luna park ricco di attrazioni, tra cui la pesca dei cigni, il calcinculo e lo scivolo gonfiabile”.
E, ciliegina sulla torta, per il Gran Premio il campo in erba diventa un campeggio per centinaia di turisti.
Alla faccia della promozione e della diffusione della cultura, alla faccia della montagna.
Anzi, a ben vedere il calendario della rassegna più importante dedicata alla montagna in città, Monza Montagna, in corso propri in questi giorni, il ricco calendario di appuntamenti si svolge un pò ovunque a Monza, ma non vi è traccia di alcun appuntamento in quello che doveva essere un punto di riferimento per gli amanti della montagna monzesi.
Di tutto il faraonico progetto "Casa della Montagna" resta una sala di poche decine di metri quadri (e questa, se vogliamo, è una buona notizia, perché i rendering che il CAI ha venduto alla stampa raccontano di un progetto che sventrerebbe il campo da calcio, cementificando tutto il manto erboso per i cosiddetti "spazi polifunzionali").
Ma forse bastava spostare lo sguardo al civico in fianco per comprendere la logica nascosta dietro a tutta questa operazione. Si scopre infatti che le stesse persone, che un giorno hanno in tasca la tessera del CAI, un giorno sono un pò imprenditori nel mondo della ristorazione, in verità sono anche e soprattutto costruttori e hanno comperato anche l'area in fianco per costruirci due belle palazzine.
E, forse lì, è tutto il baricentro di tutta l'operazione.`
Ieri sera 11 agosto due persone sono riuscite a evadere dal CPR di Gradisca d’Isonzo: una delle due è stata poi successivamente catturata mentre l’altra è riuscita a far perdere le proprie tracce.
Su quanto avvenuto negli ultimi mesi nel lager di Gradisca, rilanciamo l'ultimo resoconto diffuso dalle compagne e compagni della zona
https://nofrontierefvg.noblogs.org/post/2024/08/10/ancora-da-gradisca/
??In un ennesimo massacro sionista in Palestina, Israele ha eseguito tre attacchi aerei contto la scuola di al-Tabin nel Distretto di Daraj, a Gaza City, uccidendo oltre 100 persone e ferendone numerose.
?La scuola era utilizzata come rifugio per gli sfollati interni. Il massacro è avvenuto mentre i presenti effettuavano una preghiera mattutina, quando le esplosioni hanno provocato massicci incendi nella struttura.
❌Ciascuna delle tre bombe utilizzate per eseguire la carneficina avevano il peso di 2.000 libbre (907 kg).
Da Imane Khelif a Gaza, tra orientalismo, suprematismo e guerra
https://www.nicolettapoidimani.it/?p=2235
OGGI! ????
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