Nuvole e margherite.

Emanuela Castiglione per Cultura Italia-Russia

Se dovessimo definire con una sola parola la tecnica di questo quadro, il termine simmetria sarebbe perfetto.

La linea centrale nera che taglia a metà l'immagine è come la superficie di uno specchio: da una parte le nuvole, piccole e addensate come un gregge di pecorelle, dall'altra le margherite, unite in chiazze chiare che si toccano e si allontanano sul prato.

Le nuvole si diradano, ingrandendosi, verso l'alto; i fiori verso il basso, dove il dettaglio (reso con macchie più che con linee) è maggiore. Per variare la scena il pittore ha inserito le due figure umane in lontananza, con gli stessi colori dei fiori, e la macchia di alberi con la chiesetta.

La resa prospettica è meravigliosa: chi guarda il quadro si protende lontano, quasi all'infinito.

? Efim Efimovič Volkov (1844-1920)
"Campo di margherite" (senza data)

Arte russa con Emanuela

È tempo di raccolto.
Fëdor Vasiliev, "Segale", 1870
Testo di Emmanuela Castiglione

Sotto un cielo incredibilmente luminoso, da cui l'azzurro dilaga sul paesaggio in lontananza, due mulini a vento spezzano l'orizzonte con forme e colori essenziali. Sotto di loro si estende un mare di spighe dorate, accese dal calore estivo.
Turchese e oro: due colori solari, intensi, su cui è costruito il quadro in orizzontale. Sono pochi gli elementi di questo paesaggio aperto, sconfinato e sereno.

Preziosa la velatura del cielo trasparente; la luminosità meravigliosa delle tele di Fëdor Vasiliev incantava i suoi colleghi più anziani (Kramskoj, Šiškin e, dopo qualche iniziale diffidenza, Repin), che apprezzavano il talento incredibile del giovanissimo artista, così bravo nel rendere l'essenza vitale della natura russa: le distese d'acqua, l'immensità del cielo, la maestà dei boschi.

Spirito brillante e anima tormentata, capace di divertirsi e divertire in società per le sue doti di conversatore, ma attento - nel silenzio religioso della sua arte - a cogliere l'infinito in una nube, la rinascita nell'alba, gli echi segreti delle foreste trasferendoli senza esitare sulla tela.

Lo aspettava un successo indiscutibile, ma la speranza di una brillante carriera rimase purtroppo un sogno: Fëdor Vasiliev morì infatti a soli ventitré anni, all'inizio del suo percorso di artista e di uomo.

Fëdor Aleksandrovič Vasiliev (1850-1873)
"Segale", 1870. Galleria Tretyakov, Mosca.

Cultura Italia-Russia

Parlano le linee

Emanuela Castiglione per Cultura Italia-Russia

Il grande fiume scende descrivendo curve sinuose; un'altra curva lucente scende dal collo dell'uomo alle mani della donna, suggerendo una comunione ideale fra il Volga e le figure umane.

La gamma cromatica è la stessa per il paesaggio e per le due persone; l'acqua è fonte della vita, che si trasmette attraverso la coppia.

Un momento di solitudine e raccoglimento per lui, che guarda lontano, nel futuro, e per lei, che sorride ai fiori raccolti, il presente.
La scena è essenziale, così sobria e stilizzata da sembrare elementare nella sua completezza.
Maestoso e solenne, il fiume riflette e diffonde la pace del cielo.

? Michail Vasil'evič Nesterov (1862-1942)
"Oltre il Volga" 1905

Arte russa con Emanuela

L'incanto dei colori: il miracolo della farfalla.

Emanuela Castiglione per Cultura Italia-Russia

Nato nella regione di Arkhangelsk, Vladimir Zhivotkov realizzò molti lavori in bianco e nero, o con diversi toni di grigio, o con i colori freddi e spenti offerti dalla sua terra natale, rappresentando paesaggi, luoghi di lavoro, persone e case.

Proviamo ora ad immaginare una specie di favola: in un giorno di primavera, davanti alla finestra del pittore si fermò una farfalla, sprigionando dalle sue ali una pioggia di meravigliosi colori: presero così vita i raggi del sole, le foglie illuminate, i petali dei fiori. L'artista fu ispirato a realizzare un quadro ben diverso dagli altri, pieno di gioia, arioso e vibrante tanto da rallegrare chi lo guarda.

Nell'opera di questo pittore, le varie "finestre" sono veri e propri occhi aperti su un mondo color pastello di prati e giardini, ovunque permeato di luce.

?Vladimir Vadimirovič Zhivotkov (1940-2005)
"La finestra" 1970

Arte russa con Emanuela

Due amici nel grande Nord.

Emanuela Castiglione per Cultura Italia-Russia.

Nel 1894 Savva Mamontov, imprenditore delle ferrovie, intraprese un viaggio nel nord della Russia, forse attratto dalla possibilità di un collegamento fra Mosca e le località artiche.
Con lui partirono due pittori celebri, membri della comunità artistica che si riuniva ad Abramtsevo: Valentin Serov e Konstantin Korovin. Il paesaggio artico, sconfinato e pallido, fu così fonte di ispirazione per la loro creatività.

Serov dipinse il Mar Bianco, con tonalità inusuali di verdastro per l'acqua e di rosa violaceo per il cielo, illuminato dal "sole di mezzanotte". Nonostante le piccole creste, colpisce la densità dell'acqua, opaca e priva di trasparenze.

Korovin, a differenza del collega, fu fortemente affascinato da quell'ambiente così particolare, cui dedicò diverse opere anche negli anni successivi al viaggio ritraendo l'aurora boreale, i piccoli porti, i villaggi e le coste desolate.
Fra i quadri più belli c'è l'Oceano Artico: onde maestose dai riflessi perlacei danzano solenni davanti a una lingua di costa sfumata, interrotte qua e là da sagome scure che fanno immaginare creature marine guizzanti a fior d'acqua: un quadro potentemente suggestivo.

? Valentin Aleksandrovič Serov (1865-1911)
"Il Mar Bianco" 1864
Konstantin Alekseevič Korovin (1861-1939)
"L'Oceano Artico" 1913

Arte russa con Emanuela

Isaak Levitan: un talento sublime dall'animo inquieto.

Emanuela Castiglione per Cultura Italia-Russia

Non si può dire che la vita abbia accolto benevolmente questo artista, fra i più grandi e amati della pittura russa.
Nato in una famiglia economicamente modesta, fu comunque mandato a Mosca per gli studi d'arte; qui però la sfortuna si accanì sul ragazzo che, morti i genitori in pochi anni, si ritrovò nella totale indigenza.
Subentrarono ad aiutarlo gli insegnanti, permettendogli di studiare gratis e di alloggiare per qualche tempo nella scuola stessa.
Dopo il diploma cominciò, con successo, ad esporre e vendere le sue opere, quasi tutte paesaggi con caratteristiche particolari.
Levitan è definito "paesaggista dell'anima" per la rappresentazione spiritualizzata della natura: attraverso luci, colori, dettagli chi guarda viene attratto nell'atmosfera del quadro, percependo le emozioni che vibrano in esso; per coglierle, Isaak passava giorni solo nei boschi, lontano da tutti.
Eppure, era sempre scontento delle sue opere.
"C'è qualcosa di più tragico che percepire l'eterna bellezza della realtà, intravedere il mistero più profondo, vedere Dio in ogni cosa ed essere incapace di esprimere queste emozioni sublimi, consapevole della tua impotenza?" Scrisse.
Amico degli artisti più illustri del periodo, ebbe protettori influenti (uno fra tutti: Pavel Tretyakov) quando, dopo la morte dello zar Alessandro II, venne allontanato da Mosca perchè ebreo.
Travagliata la vita sentimentale: il suo amico Anton Checov gli negò la mano della sorella Maria ritenendolo troppo irrequieto; ebbe poi una lunga relazione con Sofia Kuvshinnikova, sposata e più anziana di lui di ttedici anni, ma in sintonia perfetta per gusti artistici e spirito avventuroso. Con lei soggiornò a Plyos, sul Volga, dipingendo lì i suoi quadri più celebri.
Levitan visse e lavorò senza risparmiarsi, morendo poco prima di compiere quarant'anni.

? Isaak Il'jč Levitan (1860-1900)
Autoritratto 1896
Galleria Tretyakov, Mosca

Arte russa con Emanuela