Quando tanti anni fa avevo dato vita ad una realtà virtuale dedicata al Nazionalsocialismo avevo come prima idea quella di dover partire dalla parola chiave: "nazismo".

Ecco perché il nostro sito si chiama "Portale del Nazismo" e la parola "nazismo" è onnipresente all'interno degli articoli, per far sì che risultasse prima nell'indicizzazione sui motori di ricerche.

Vado con ordine, prima di tutto era nata la pagina sulla piattaforma giudaica di Facebook (Portale del Nazismo), intorno all'anno 2014. Successivamente i nasoni hanno iniziato a censurare i contenuti e a cancellare la pagina, le prime volte non salvavo i contenuti esternamente e quindi quando censuravano la pubblicazione o cancellavano la pagina perdevo tutti i contenuti.

Allorché mi son detto, per evitare ciò e far sì che rimanga tutto archiviato creo un sito, tant'è che qua troverete il primo articolo che risale al 2015, ma oltretutto i contenuti vengono salvati anche in forma digitale.

A quel tempo non avevo ancora l'idea di dar vita ad un centro studi né avevo sperato di essere preso di mira dal sistema e dagli antifa, ma ero davvero interessato - come lo sono ora - a far scoprire la verità ad una moltitudine cui la verità veniva ancora nascosta.

Così nel febbraio 2021 apro il primo canale Telegram italiano dedicato al Nazionalsocialismo, mentre nel marzo 2022 nasce l'idea di dar vita ad un Centro Stvdi Nazionalsocialismo, che approfondisse la Storia e la Dottrina.

In considerazione di ciò, vengono meno alcune premesse: la prima è che il termine "nazismo" non è più utilizzabile, sia perché si è rivelato un'arma a doppio taglio visto che gli algoritmi sono incentrati su questa parola, sia perché il termine preciso è "Nazionalsocialismo", sempre con lettera maiuscola, per cui vogliamo recuperare il termine originale e autentico.

L'altra considerazione è che l'impronta del centro studi è incentrata sull'approfondimento con metodo accademico e scientifico e non mira ad una mera propaganda (non che il far conoscere ci dispiaccia) bensì ad una affermazione della verità, che, come poc'anzi scritto, altrimenti non emergerebbe.

Alla luce di ciò non abbiamo mai organizzato degli incontri dal vivo, bensì dei convegni su alcune tematiche e devo ammettere che sono emerse delle situazioni davvero piacevoli come quella di ricevere tanti apprezzamenti da parte di curiosi, appassionati e camerati che molti aspetti non li conoscevano. Oltretutto la nostra nomenclatura accademica si incentra tutta sulla documentazione e non su fonti non attendibili e irrivelabili, per cui laddove non si ha documentazione ufficiale viene espressamente specificato dai nostri relatori, ragion per cui quella ricerca storica o dottrinaria è assunta come qualificata, valida.

Ancora i tempi non sono del tutto maturi per creare una vera e propria struttura interna per dar vita ad un Direttorio, anche se in realtà ce n'è uno pro tempore, ma se qualcuno volesse avere questo orgoglio di farne parte noi siamo propensi a valutare il da farsi.

Servono impegno e costanza, passione e dedizione, per cui direi che tutti questi anni di sacrificio debbano ora maturare in qualcosa di concreto e di veramente ineccepibile, insindacabile. Avanti!

LVCSVR

? Centro Stvdi Nazionalsocialismo⚡️ Sito? Cinematografo
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? Gli eventi del giorno ?** #accaddeoggi 16 dicembre

1938 – Adolf Hitler istituisce la Croce d'onore per le madri tedesche (in tedesco: Ehrenkreuz der deutschen Mutter) per incoraggiare la procreazione e l'espansione della razza ariana

Sul retro è datata 16 Dicembre 1938, quando venne creata l'onorificenza. Trattasi di un distintivo civico dato come premio alle madri tedesche di famiglie numerose. Secondo i criteri l'oro era rivolto a chi aveva 8 e più figli; l'argento a chi aveva 6-7 figli; il bronzo a chi aveva 4-5 figli.

Le croci venivano concesse annualmente, il secondo sabato di maggio (giorno della mamma) secondo l'istituzione del 1938 e il primo conferimento avvenne pertanto nel maggio del 1939. L'ultimo fu nel 1944.

La prima donna a ricevere la croce d'onore per le madri tedesche fu Magda Goebbels, moglie del ministro Joseph Goebbels. La coppia aveva avuto assieme sei figli e come tale Magda ricevette la croce in argento.

?? ? Canale Telegram ??⚡️ Centro Stvdi? ? Cinematografo
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L'attacco a Pearl Harbourll 7 dicembre del 1941 è una domenica mattina che si preannuncia tranquilla e soleggiata, in tutto l’arcipelago delle Hawaii e nella principale base navale americana del Pacifico, Pearl Harbor, sull’isola di Ohau. Alle 7.40 il soldato semplice di seconda classe George Elliot, che sta facendo gli «straordinari», rileva sull’unico radar in funzione l’avvicinamento di «numerosi aerei a 132 miglia». La risposta dell’ufficiale di guardia al comando, Kermit Tyler, è questa: «Forget it». Un errore di valutazione che fa da prologo a uno dei principali momenti di svolta della Seconda guerra mondiale, che da quel giorno si allargò davvero a comprendere tutto il globo. Tyler era in buona fede, convinto che gli aerei avvistati fossero un gruppo di bombardieri americani B17 Flying Fortress, il cui arrivo era atteso da un momento all’altro. Invece, si trattava della prima forza di attacco giapponese decollata da sei portaerei che, senza un’ufficiale dichiarazione di guerra ma in base a un piano studiato per mesi, stava per bombardare la base. Ignara di vivere la sua ultima domenica di pace.

Quel 7 dicembre di 75 anni fa sarebbe passato alla storia come «giorno dell’infamia». A definirlo così fu Franklin Delano Roosevelt, il Presidente Usa in carica, nel suo primo discorso di guerra al Congresso in seduta plenaria: «Ieri, 7 Dicembre 1941, una data segnata dall’infamia, gli Stati Uniti d’America sono stati improvvisamente ed intenzionalmente attaccati dalle forze aeree e navali dell’Impero del Giappone. Gli Stati Uniti erano in pace con questo paese (...) Non importa quanto tempo occorrerà per riprenderci da questa invasione premeditata, il popolo americano con tutta la sua forza riuscirà ad assicurarsi una vittoria schiacciante». Il piano fu concepito e guidato dall’ammiraglio Isoroku Yamamoto che, al momento dell’attacco, si trovava nella baia di Hiroshima, a bordo della corazzata Nagato. Con perdite trascurabili (29 aerei, 5 sommergibili tascabili, 64 morti), la marina giapponese aveva inferto un colpo apparentemente mortale a quello che era stato individuato come il più temibile avversario per le ambizioni imperiali di Tokio. Tuttavia l’«operazione Z», dal nome della bandiera inalberata nella battaglia di Tsushima del 1905 contro i russi, aveva mancato il suo obiettivo primario: le tre portaerei Enterprise, Lexington e Saratoga, scampate all’attacco perché in navigazione. La loro sopravvivenza avrebbe avuto conseguenze sullo sviluppo delle successive operazioni belliche nel Pacifico, consentendo agli Stati Uniti, una volta ripresisi dallo choc, di passare alla controffensiva fin dalla primavera del 1942, con le battaglie navali del Mar dei Coralli e di Midway.

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