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Quando lo svuotamento dei concetti prende piede (Germania, luglio 2024) – La Nemesi
https://lanemesi.noblogs.org/post/2024/07/23/quando-lo-svuotamento-dei-concetti-prende-piede-germania-luglio-2024/
Cum grano salis.
A proposito di elezioni, antifascismo e guerra
https://ilrovescio.info/wp-content/uploads/2024/07/cumgranosalis.pdf
Alcuni estratti (2)
Innegabile dunque che vi sia una svolta autoritaria. Il punto è che l’accelerazione con cui procede questo nuovo autoritarismo è del tutto indifferente ai politici che la interpretano. In qualche modo, nell’era della deficienza artificiale, essa ha a che fare più con la cibernetica che con la politica. È la necessità dell’algoritmo a dettarne le forme, i partiti politici sono una sorta di maschera dello spirito del tempo di hegeliana memoria.
Siamo sicuri che se in Francia avesse vinto la Le Pen sarebbe successa la stessa cosa. Ovvero non sarebbe successo niente. Se vogliamo è una sorta di paradosso-Tsipras, interpretato a destra invece che a sinistra. Chiunque può andare al governo, che egli sia di estrema destra o di estrema sinistra, tanto le politiche rimangono immutate e sono decise dalla ragion tecnica, dal grande capitale e dal potere militare della NATO. Tsipras, il presidente della sinistra radicale greca eletto sull’onda delle proteste anti-austerità, finiva per capitolare di fronte alla Troika e accettare i famigerati memorandum, spegnendo definitivamente la sollevazione popolare. Meloni, la presidente di estrema destra italiana che ha vinto le elezioni perché le è stato regalato il monopolio dell’opposizione al governo Draghi, ora porta avanti l’agenda Draghi. Cambiano i musicisti, ma non cambia lo spartito.
In termini di teoria politica il fascismo è stato spesso definito come «movimento reazionario di massa». Ciò che lo distingue da altre forme di autoritarismo, come la Restaurazione post-napoleonica o le cannonate sulla folla affamata da parte delle truppe monarchiche di Bava Beccaris, è che con esso assistiamo all’avventura di un movimento che vede la partecipazione entusiasta di centinaia di migliaia di esponenti delle classi medie e basse alla svolta autoritaria. Una sorta di odiosa rivoluzione di destra. In questo senso, non c’è pericolo fascista perché il cambio dei governanti non produce rivoluzioni (nemmeno di destra, per fortuna). In questo senso, quindi, non c’è un pericolo fascista perché in questa congiuntura storica l’autoritarismo sembra non avere una base di massa (camicie nere, camicie brune, ecc.), ma è qualcosa di oligarchico, nasce nei circuiti della finanza e nell’élite militare, nella tecnocrazia che dispone del monopolio della conoscenza scientifica, nella gestione sempre più autocratica del capo del governo. Insomma la svolta autoritaria nel XXI secolo sembra che provenga dall’alto e non dal basso.
La vexata quaestio: a cosa serve una così vasta mobilitazione militante sul tema dell’antifascismo in assenza di fascismo? O se preferite metterla così: a cosa serve una lotta specifica contro un singolo partito politico accusato di essere fascista, quando è l’intero quadro politico che è sempre più autoritario e «fascista»?
Doriano Rota ci ha lasciati il 18 luglio, all’età di 69 anni. Quella di scrivere un necrologio è una prassi cui non intendiamo attenerci. Desideriamo semmai pensare a Doriano portandone con noi l’autenticità, la tenacia, la curiosità verso le cose del mondo e della vita, la costante presenza nel movimento anarchico e nelle sue lotte. Annodare un ricordo significa allora continuare a serbare nel cuore la passione per l’ideale, quell’inestinguibile passione che continueremo a condividere con lui.
Quanti lo hanno salutato – tra cui le oltre cinquecento persone passate fino al 20 luglio alla camera ardente – hanno fatto sentire intensamente la stima per l’impegno e la disponibilità di una vita, iniziati nel corso degli anni Settanta e proseguiti fino a oggi in continuità con i sogni di sempre. Prossimamente sarà pubblicata una breve raccolta dei testi in ricordo del compagno.
Ciao, Doriano
Giovedì 18 luglio 2024 dopo una militanza lunga una vita ci ha lasciato l’amico e compagno Doriano, presente in mille lotte, iniziative sociali, culturali e politiche, perché credeva che la società potesse essere cambiata in senso libertario con l’impegno in prima persona e il mutuo soccorso, sicuramente il tuo ricordo rimarrà sempre con noi.
Compagni anarchici di Bergamo del Collettivo Freccia Nera / Spazio Anarchico Underground che con te hanno condiviso il percorso di vita
Cum grano salis.
A proposito di elezioni, antifascismo e guerrahttps://ilrovescio.info/wp-content/uploads/2024/07/cumgranosalis.pdf
Alcuni estratti (1)
Rinfreschiamoci la memoria. Cos’era il Fronte Popolare? Storicamente a quel nome risponde una tattica perorata dalla Terza Internazionale guidata da Stalin a partire dal 1933: il fascismo diventava il male assoluto e non più un governo borghese come gli altri, per batterlo si proponevano alleanze ampie aperte a tutte le forze antifasciste. Non solo socialisti riformisti, ma anche forze borghesi, liberali, repubblicani, in Italia durante la resistenza ne fecero parte persino i monarchici. Un’alleanza interclassista con lo scopo dichiarato di sconfiggere il pericolo più imminente, rimandando a una indefinita stagione più fortunata il regolamento dei conti col nemico di classe. Mentre l’Unione Sovietica precipitava nel fondo più buio del regime del terrore e la sua economia veniva riconvertita nella forma del capitalismo di Stato, Stalin, da uomo indubbiamente ironico qual era, riscopriva l’esigenza di difendere la democrazia in Europa occidentale messa in pericolo da Mussolini e Hitler.
In nome del fronte popolare sono state commesse le peggiori nefandezze: in Spagna abbiamo avuto la sventura di vedere anarchici diventare ministri, mentre la rivoluzione veniva tradita e le aziende collettivizzate venivano restituite ai loro padroni. In Francia il governo del Fronte Popolare (1936) si è distinto per la propria insipienza riformista, con qualche riforma migliorativa sull’orario di lavoro, non riuscendo nemmeno a decidersi a sostenere seriamente i «cugini» del fronte popolare spagnolo durante la guerra civile.
Storicamente parlando il vecchio fronte popolare ha svolto la funzione di liquidare definitivamente la spinta rivoluzionaria in Europa, schierando il movimento operaio in difesa delle istituzioni. Col paradosso finale di aprire davvero la strada a governi o a forze di occupazione fasciste.
Che in Francia si sia formata una coalizione dal nome tanto eloquente nell’estate del 2024 non dovrebbe sorprenderci, ma allarmarci. La strategia che si vuol sostenere è sempre la stessa. Alleanza interclassista per combattere il nemico principale. E infatti al secondo turno delle legislative non hanno avuto alcuna esitazione i partiti del NFP ad allearsi con Macron. Tra i federatori del Nuovo Fronte Popolare-versione estate 2024, troviamo personaggi del calibro di Raphaël Glucksmann: sionista, anti-russo, sembra sia stato colui che più di ogni altro ha insistito per porre il prosieguo della guerra in Ucraina come condizione per dare vita alla sinistra coalizione (oggi potrebbe venire premiato, secondo indiscrezioni, come possibile nuovo capo del governo). Ma se la sinistra e i movimenti antagonisti si schierano col piccolo Napoleone che vuole mandare soldati francesi a invadere la Russia, se si schierano con l’uomo più odiato di Francia per le sue politiche anti-sociali, il paradosso di cui sopra è destinato a ripetersi: si finisce per regalare alla destra una credibilità anti-sistema che non merita.
Dayvid nuovamente trasferito
Dopo soltanto una settimana dal suo precedente trasferimento, il 20/07 Dayvid è stato spostato di nuovo, stavolta nel carcere di Piacenza.
Da quando è stato trasferito da Viterbo, ha potuto parlare soltanto con l'avvocato, perché nel carcere di Frosinone contestavano il contratto della SIM della compagna che fa i colloqui con lui.
Sperando che questi trasferimenti punitivi siano finiti, scriviamogli:
Dayvid Ceccarelli
C.C. San Lazzaro
Via delle Novate, 65
29122, Piacenza (PC)
Ricordiamo le coordinate della cassa di solidarietà:
postepay intestata a
Gaia Taino
numero 5333 1711 6663 2741
Iban IT38M3608105138230559830588
Dayvid libero! Tutt liber!
Cum grano salis.
A proposito di elezioni, antifascismo e guerra
https://ilrovescio.info/2024/07/20/cum-grano-salis-a-proposito-di-elezioni-antifascismo-e-guerra/
Plinio il Vecchio nella Naturalis historia trattando di farmacologia consigliava di mettere un pizzico di sale alle ricette guaritive, senza il quale il pharmakon avrebbe perso il proprio effetto. Da allora il latinismo cum grano salis è utilizzato come modo di dire per invitare a fare le cose con un pizzico di buon senso, avendo un po’ di sale in zucca. Senza quel sale, la ricetta non funziona.
Quando centinaia di migliaia di proletari vengono sacrificati sull’altare della guerra, a maggior gloria di governanti psicopatici e a maggior beneficio dei portafogli di fabbricanti di armi e speculatori di Borsa, quando l’umanità è di fronte al baratro della guerra nucleare, il pizzico di sale che dovremmo aggiungere alle nostre ricette riguarda inevitabilmente il tema della guerra. Di fronte ai fiumi di sangue e ai fiumi di oro che scorrono, è in primo luogo una questione di etica. La guerra è il tema che oggi separa il giusto dall’infamia.
Non solo, la guerra è anche una questione di tattica per i rivoluzionari. I quali devono scommettere sulla sconfitta del proprio Paese per aprire prospettive di rivoluzione. Se la guerra scuote le nostre società quello che dobbiamo fare non è partecipare ad argini popolari e repubblicani a difesa delle liberaldemocrazie, ma esacerbare la lotta disfattista per trasformare la guerra in rivoluzione. Abbandoniamo il Fronte. Rendiamo l’Europa ingovernabile.
Qui il PDF
https://ilrovescio.info/2024/07/11/linternazionalismo-una-guida-allazione-o-una-scusa-per-linazione/
Qui il PDF
"L'Ucraina si sta trasformando da campo di concentramento a campo di sterminio". Si moltiplicano gli episodi di diserzione e attacchi ai reclutatori.
Dagli anarchici di Kharkiv giunge un appello urgente per il sostegno ai disertori. Ci chiedono di andare "alle ambasciate e ai consolati ucraini con la richiesta di rilasciare coloro che non vogliono combattere".
E ci illuminano su un fatto. I famigerati (ex) anarchici che lottano per il governo ucraino quasi non esistono, in Ucraina sanno della loro esistenza poche centinaia di persone. La loro fama in Europa è frutto di una operazione mediatica. Si dicono stanchi dopo due anni e mezzo di un internazionalismo che polemizza contro questi fantasmi inesistenti e ci chiedono di fare davvero qualcosa per chi in Ucraina vuole disertare il massacro.
Riceviamo e condividiamo
SOLIDARIETÀ ALLA RIVOLTA IN CORSO AL CARCERE MAMMAGIALLA DI VITERBO!
Apprendiamo in queste ore di una rivolta in corso al carcere Mammagialla di Viterbo, scoppiata a seguito della morte di un giovane prigioniero immigrato, che sembra dovuta a un malore, rinchiuso nel reparto comune.
È da questa mattina che sono iniziate varie forme di protesta fino allo scoppiare della rivolta vera e propria e diamo notizia dell'avvenuta distruzione e devastazione di tutto il terzo piano del reparto D1.
I prigionieri sono barriccati in sezione e si stanno difendendo con bombole a gas incendiarie dalla sbirraglia che li attacca.
Il carcere è attualmente circondato e le strade che conducono ad esso sono bloccate, ma questo non ci impedisce di gridare tutta la nostra rabbia e il nostro odio per uno Stato infame che ha bisogno di galere e di prigionieri, tutto il nostro odio per i suoi servi solerti alla mattanza dei proletari e degli sfruttati di questa putrida società.
IL CARCERE È TORTURA!
I compagni lo sanno e gridano da anni: il Mammagialla di Viterbo è un lager in cui sono all'ordine del giorno le morti dei prigionieri, suicidi, ferimenti e atti di autolesionismo. Chi invoca "miglioramenti", riforme o addirittura assunzione di più guardie nel carcere è nostro nemico tanto quanto chi garantisce l'esistenza di questi luoghi di tortura: lo Stato e le sue leggi.
IL CARCERE NON SI RIFORMA: SI DISTRUGGE!
ESPRIMIAMO LA NOSTRA MASSIMA SOLIDARIETÀ A CHI DÀ SEGUITO CON LE AZIONI A QUESTE PAROLE.
Comitato di Lotta Viterbo
ANSA.it
Sappe denuncia un tentativo di rivolta di 4 detenuti a Spoleto
Un tentativo di rivolta - senza gravi conseguenze - da parte di quattro detenuti è stato messo in atto nel carcere di Spoleto, secondo quanto denuncia il Sindacato autonomo polizia penitenziaria. (ANSA)
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