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BOLOGNA: VIOLENZA POLIZIESCA IN QUESTURA
A seguito di un fermo di polizia, una giovane di Extinction Rebellion è stata tradotta in questura, e lì è stata fatta spogliare e costretta a fare dei piegamenti, completamente nuda, in un bagno fetido col pavimento ricoperto di sporcizia. Inoltre, sarebbe stato messo a verbale il suo rifiuto di farsi assistere da un avvocato durante la perquisizione, ma secondo la giovane tale domanda non le sarebbe mai stata rivolta. Gli altri attivisti, fermati dopo aver appeso su palazzo d’accursio uno striscione contro il G7, sono rimasti in stato di fermo per 7 ore senza cibo né acqua, infine sono stati rilasciati all’una di notte con denunce come “delitto tentato” o “violenza privata”.
Continua qui:
https://brughiere.noblogs.org/post/2024/07/11/bologna-violenza-poliziesca-in-questura/
Siamo stanch3 di ripetere che coi nostri corpi non si giustificherà razzismo e ostracizzazione di stato. Lo facciamo da protagonist3, denunciando anche la postura machista e violenta di molti compagni in ambienti che dovrebbero essere luoghi di sostegno e intersecazione di lotte. Di finti compagni non ce ne facciamo niente.
È perció che vogliamo rispondere a questo clima violento insieme, percorrendo le strade che ci fanno sentire giornalmente insicure, riempiedole dei nostri immaginari. la sorveglianza poliziesca non è sicurezza! La Nostra sicurezza si sente quando ci riconosciamo per le strade, quando non ci sentiamo sol3.
Per tutto questo scenderemo nelle strade per una passeggiata indecorosa. Invitiamo chi questa città la abita e chiunque voglia partecipare contro la violenza patriarcale e fascista, la repressione e il progressismo ipocrita delle istituzioni. Questa passeggiata è un primo momento di autorganizzazione in cui ci mettiamo in rete. Davanti alla sottrazione di welfare, scuola, sanità e all'aumento delle violenze patriarcali e razziste, non ne possiamo più.
La passeggiata sarà mista, ma non vogliamo protagonismo da parte di uomini cishet bianchi: vuole essere un momento di riappropriazione degli spazi per persone sistematicamente marginalizzate.
Ci vediamo domani sabato 22 giugno in piazza dell'unità, ore 19 per tornare nelle strade coi nostri corpi pieni di rabbia e frustrazione per rispondere ai nostri bisogni e ai nostri desideri.
LE STRADE SONO NOSTRE
transfemminist3 arrabbiat3
Risalgono a poche settimane fa le notizie delle terribili violenze in Montagnola, uno stupro e un omicidio che ci hanno lasciato molto scoss3. La violenza che ci colpisce va intensificandosi e aumenta la percezione di insicurezza che donne e identità trans e non etero vivono mentre attraversano il centro. Su questo sentimento di paura giocano le istituzioni, che adottano politiche securitarie e razziste, indirettamente legittimando gruppi di fascisti a fare azioni violente, come le ronde nei quartieri. Sentiamo l'esigenza di riprenderci le strade, non lasciandole a squadre di merde fasciste ma risignificandole con i nostri simboli perchè a noi è la sorellanza che ci fa sentire più sicure. La violenza che ci colpisce nelle strade da parte di sconosciuti è solo una minima parte di quella che ci colpisce nelle case, nei luoghi di lavoro, nei posti che frequentiamo in quanto donne, trans*, frocie, marginalizzate, ma è sempre su quella che si concentra la retorica razzista e fascista. Il tutto ha una ricaduta fortissima sulla nostra percezione di sicurezza e quindi sulla nostra libertà.
Proviamo rabbia nel vedere la polizia che si macchia delle più bieche violenze, dal caricare selvaggiamente durante le contestazioni, all'invalidare sistematicamente le esperienze di violenze sui nostri corpi: è per questo che non sentiamo di poterci affidare ad un apparato simile.
Nelle ultime settimane, gruppi fascisti come la Rete dei patrioti di cui fa parte Bulaggna Dsdadet, hanno organizzato varie ronde in Bolognina, di via Indipendenza e in Montagnola, per "pattugliare queste zone colpite da spaccio e violenze".
I fascisti, che sono i primi ad attaccare i nostri corpi di frocie, trans* e donne, i primi a portare avanti la cultura dello stupro, non possono in alcun modo pensare di difendere quartieri e persone: sono feccia che non vogliamo incontrare per le strade!
La narrazione razzista e xenofoba dei fenomeni dello spaccio e della violenza parte dai mass media mainstream, dai gruppi neo fascisti e dalle molteplici istituzioni, seppur con diversa intensità e diverse retoriche a seconda dei luoghi, rivela come razzismo e violenza patriarcale siano presi poco in considerazione come questioni sociali e strutturali, troppo spesso strumentalizzate in chiave securitaria, per giustificare provvedimenti e leggi.
I provvedimenti razzisti che il Governo Meloni sta approvando come ddl sicurezza, i decreti per gli sbarchi e contro i migranti (decreto Cutro), l'intesa per i centri per migranti in Albania, stanno dando già risultati che si mostrano ormai in modo evidente anche a Bologna. L'amministrazione cittadina è ben lontana dal progressismo di cui si vanta, va a braccetto con il ministro dell'interno Piantedosi, che viene celermente ringraziato ogni volta che invia nuovi militari in città e strumentalizza episodi di violenza militarizzando e portando avanti la retorica del contrasto al degrado, che nasconde una turistificazione e gentrificazione senza freni.
Da tempo la violenza poliziesca in antisommossa e manganello, si ripercuote sulle realtà che a Bologna combattono in difesa del territorio e per una trasformazione radicale della società.
Siamo con tutt3 le compagn3 impegnat3 con noi nella lotta per l'abitare, contro il passante e nella lotta per il don bosco e per la palestina libera che sono state repress3 con sgomberi, misure cautelari, violenze e intimidazioni.
Le politiche cosiddette securitarie si organizzano con posti di blocco, dispiegamento d' ingenti quantita di forze dell'ordine, militarizzando la città e portando avanti prassi di profilazione razziale con l'obiettivo di farci sentire più sicur3.
Come oramai ripetiamo da anni, noi donne, trans*, frocie non siamo vittime da salvare per preservare la razza bianca e non ci sentiamo tutelate né dagli sbirri né dai fasci, né dalla violenza istituzionale, né dalla repressione. Siamo stanch3 di venire strumentalizzat3, stanch3 di essere oggetto di progetti gentrificanti a sostegno del "decoro" urbano.
BOLOGNA: PRESIDIO AL TRIBUNALE PER GIO
Oggi alle 14 presidio davanti al tribunale di Bologna in via D’Azeglio 58 per la seconda udienza del processo contro Gio, il compagno che nella notte del 5 aprile è stato arrestato brutalmente al Parco Don Bosco con botte, spray al peperoncino e taser.
CHI PUO VADA A LAZZARETTO/BERTALIA SUBITO, HANNO RICOMINCIATO I LAVORI. ANDIAMO A FERMARLI ADESSO
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