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Comincia la mobilitazione cittadina contro il DDL 1660!
Quello che viene spacciato per un DDL a tutela della sicurezza di tutte e tutti, non è altro che l’ennesimo tentativo del governo #Meloni di criminalizzare e silenziare qualsiasi forma di dissenso.
Ad oggi non è importante chi sei e cosa fai, se sei un’attivista o non lo sei. Chiunque abbia un pensiero diverso da quello che provano ad instillarci, chiunque lotti per restituire una vita dignitosa alla collettività, diventa un nemico pubblico.
Non resteremo in silenzio di fronte ad una classe politica che vuole portarci alla guerra, che non conosce altro se non precarietà, sfruttamento e oppressione.
Per questo, in avvicinamento alla mobilitazione nazionale del 19 ottobre, domani saremo in Piazza de Ferrari alle ore 9:00 per il #NOMELONIDAY insieme agli studenti e alle studentesse che da nord a sud manifesteranno contro il modello della scuola-azienda, per ribadire che non vogliamo essere complici del genocidio in Palestina, che non avalleremo la corsa al riarmo.
Come lavoratori e lavoratrici sappiamo che in questo momento è necessario unirci alle lotte dei più giovani, di chi vuole riprendersi un futuro che non gli viene promesso.
Il 16 ottobre sciopero di 24 ore al porto di Genova, per difendere il diritto ad un lavoro dignitoso, il diritto a lottare per esso e per dire che non accettiamo di essere complici di questo via vai di armi destinate a brutali teatri di guerra.
Il 19 ottobre, insieme a tantissime altre città d’Italia, saremo in presidio a piazza San Lorenzo dalle H15:30 per dimostrare che non ci piegheremo a questo clima di terrore che cercano di costruire, che difenderemo ad ogni costo il diritto di lottare affinché ognuno di noi possa vivere una vita degna di essere definita tale.
Il ddl 1660, recentemente approvato alla Camera, rappresenta un attacco diretto ai lavoratori, ai migranti e a chi lotta per i diritti sociali. Questo decreto, che rispecchia perfettamente il carattere fascista e reazionario del Governo Meloni, non fa altro che inasprire le misure repressive introdotte anche dal centro-sinistra che oggi si autoproclama come unica alternativa d’opposizione.
Non è un caso che le ripercussioni maggiori colpiscano le lavoratrici e i lavoratori di questo Paese: con l’applicazione di questo decreto sarà sempre più difficile organizzare scioperi, picchetti, occupazioni o qualsiasi altra forma di espressione del dissenso. Limitare la possibilità di bloccare le attività produttive e di raccontare queste lotte non solo rende invisibile il conflitto, ma impedisce di fatto ai lavoratori e alle lavoratrici di difendere i propri diritti collettivamente.
Questo decreto è l’ultimo tassello di una serie di normative repressive che da anni restringono il diritto allo sciopero e l’azione sindacale. Non dobbiamo dimenticare che leggi come la 146 del 1990, e successivi decreti sicurezza, hanno già gravemente limitato la capacità dei lavoratori di opporsi a ingiustizie sul posto di lavoro. Il risultato è un sistema in cui la politica e i media lavorano a favore degli interessi di padroni e politici guerrafondai, criminalizzando e marginalizzando le fasce più deboli della società.
Ma non solo, questo decreto mira anche ai nostri fratelli e alle nostre sorelle migranti, che scappano dai loro Paesi per arrivare in Italia in cerca di un futuro possibile, la stessa Italia che desertifica, depreda e distrutte la loro casa e la loro terra e che di tutta risposta li rinchiude in veri e propri lager al centro delle nostre città.
Senza la possibilità di far sentire la propria voce, diventa quasi impossibile ottenere condizioni lavorative dignitose e difendere il diritto ad una vita che possa essere definita tale.
Per questo è fondamentale una risposta collettiva e determinata.
Ne parleremo mercoledì 9 alle ore 18 al CAP di Via Albertazzi in vista delle mobilitazioni nazionali del 16 e del 19 ottobre contro il DDL 1660.
Buongiorno a tutte e tutti, come da locandina abbiamo chiamato un assemblea pubblica per organizzarci in vista del 5 ottobre a Roma. Vi chiediamo massima partecipazione visto il periodo storico.
CONTRO IL TERRORISMO SIONISTA
DICIAMO "NO!" AL DDL 1660
Negli ultimi dodici mesi, stiamo assistendo a un genocidio sistematico del popolo palestinese, portato avanti dallo stato coloniale sionista con il supporto del colonialismo occidentale. Questo conflitto non è solo locale, ma il risultato di decenni di oppressione e violazioni dei diritti umani, che hanno ridotto Gaza a una prigione a cielo aperto.
L’attacco sionista in Libano rappresenta un abominio senza precedenti, un’azione terroristica indiscriminata contro la popolazione civile, finalizzata a provocare una reazione della resistenza e ad estendere il conflitto.
Recentemente, siamo stati accusati di tutto solo per il nostro impegno contro il colonialismo sionista e il suo terrorismo.
Il 5 ottobre, come Giovani Palestinesi d’Italia, scenderemo in piazza anche contro il DDL 1660, una legge liberticida che intensifica la repressione delle lotte e del dissenso, sostenuta da un’opposizione parlamentare che ha contribuito a legittimare queste norme, talvolta perfino più restrittive del codice Rocco.
Ribadiamo il nostro sostegno alle fazioni della resistenza in Libano, Iraq, Siria e Yemen.
Ci vediamo sabato 21 settembre al CAP contro il genocidio in Palestina, contro l'aggressione in libano e contro il DDL 1660.
Sabato 21 Settembre 2024
Ora: 11.00
Luogo: Via Albertazzi 3r CAP
SCENDIAMO IN PIAZZA A ROMA IL 5 OTTOBRE
Ricordiamo agli interessati per venerdì
Ci vediamo giovedì a Caricamento. Di seguito testo di convocazione da parte di Coordinamento Genova-Palestina: "STOP GENOCIDIO!
STOP AGGRESSIONE A RAFAH!
GIOVEDI’ 30 MAGGIO, ORE 18:00 PRESIDIO IN PIAZZA CARICAMENTO!
Durante la notte del 26 maggio, i caccia dell'entità sionista hanno sganciato intenzionalmente bombe da due tonnellate sulle tende dei campi profughi di Tal Al Sultan, area designata come sicura nei pressi di un ufficio dell’UNRWA, a nord-ovest di Rafah. Più di 50 civili palestinesi sono stati massacrati e innumerevoli altri irreversibilmente feriti.
Immagini e filmati agghiaccianti della stampa palestinese mostrano persone bruciate, arti amputati, corpi carbonizzati, bambini decapitati: è l’inferno di violenza razzista e coloniale che si abbatte su una popolazione di civili senza vie di fuga, già stremata da sfollamenti e intemperie, fame e morte diffusa.
Questo crimine avviene il giorno dopo che la Resistenza palestinese ha condotto una operazione contro le forze occupanti a Jabalia, svelando ancora una volta la difficoltà sionista a raggiungere il suo obiettivo. Il barbaro attacco sionista è la vendetta contro un popolo che, pur dopo 7 mesi di attacchi, non si lascia soggiogare e continua a lottare per la sua libertà; è il segno di frustrazione di un entità occupante che non riesce a compiere il suo progetto coloniale.
Nonostante questi crimini, la stampa occidentale continua a deformare la realtà abbracciando la propaganda sionista parlando di “incendi casuali”, “tragici incidenti” o “errori non calcolati”. Questo massacro segue l’imposizione del 24 maggio della Corte internazionale di giustizia di arrestare totalmente le operazioni a Rafah. Il blocco occidentale, tra cui l’Italia, è complice tanto quanto l’entità sionista del genocidio e l'inappropriatezza nonché lo svilimento del diritto internazionale dimostrano l'ipocrisia e il perbenismo dell'imperialismo occidentale. Promette al mondo giustizia e risoluzioni di pace mentre perpetra crimini contro l'umanità per meri fini economici.
Non possiamo restare nel complice silenzio che vorrebbero riservarci, ma schierarci al fianco di un popolo che da decenni lotta per la sua liberazione!
Per questo invitiamo tutt3 a unirsi in presidio giovedì 30 maggio alle ore 18:00 in Piazza Caricamento.
LIGURIA: ARRESTATO PER CORRUZIONE IL PRESIDENTE DELLA REGIONE GIOVANNI TOTI. I COMUNICATI DI CALP, GENOVA CITY STRIKE E LIBERA LIGURIA – Radio Onda d`Urto
https://www.radiondadurto.org/2024/05/07/liguria-arrestato-per-corruzione-il-presidente-della-regione-giovanni-toti-in-manette-anche-altri-imprenditori/
Le compagne e i compagni brutalmente arrestati/e venerdì durante una serata alla ex latteria di Sarzano sono usciti/e dal carcere. A loro va il nostro abbraccio solidale.
Nei giorni scorsi abbiamo partecipato alle iniziative di solidarietà sia nelle strade che davanti al carcere.
Al di là delle differenze era fondamentale stabilire che quello che era accaduto era inaccettabile. Chi tocca uno tocca tutti.
Oggi siamo quindi contenti che i compagni, le compagne e chi ha dimostrato affetto militante nei confronti degli arrestati possa abbracciare chi esce dalle mura di Marassi e Pontedecimo.
Paradossalmente, la scarcerazione avviene mentre in città scoppia un bubbone enorme con gli arresti dei vertici dell’intreccio tra politica, imprenditoria e mafia. Di questi arrestati ovviamente non ci frega niente se non per capire cosa potrà succedere nei prossimi mesi, perché si rischia che a pagare siano, come sempre, i lavoratori. Questi signori di carcere ne faranno poco. Ma non è questo il punto. Infatti dei Rolex, degli yacht e delle ville non ci interessa discutere. Perché sappiamo che , anche se la chiamano corruzione, è il normale funzionamento di un sistema che schiaccia i lavoratori, taglia sanità e welfare, reprime chi cerca di organizzare le lotte dei lavoratori e si schiera, coerentemente con il proprio interesse, verso chi alimenta le guerre. Si chiama capitalismo. Festeggeremo solo quando questo sistema sarà fatto saltare in aria, non dalle procure ma da coloro che da questo sistema vengono schiacciati.
Genova City Strke
MARTEDI mattina DALLE ore 8 DOPPIO APPUNTAMENTO
- Carcere femminile di Pontedecimo
- Carcere di Marassi
Per portare solidarietà e un saluto ai compagni e compagne arrestate.
Seminario di formazione e approfondimento
Sabato 2 marzo, alle ore 15, presso Music For Peace di Via Balleydier a Genova, si terrà un incontro pubblico in cui proveremo ad approfondire la questione palestinese inserendola nel contesto più ampio delle relazioni internazionali globali. Contesto nel quale si affaccia sempre di più la consapevolezza che la generalizzazione della guerra diventa sempre più evidente e preoccupante.
La questione palestinese ha sicuramente una sua specificità particolare. Per questo andremo a ripercorrere le tappe della Resistenza Palestinese contro il sionismo analizzandone storia e ragioni. Contemporaneamente, analizzeremo tale conflitto come uno scontro che trova la sua natura all’interno del conflitto di classe, che assume forme fenomeniche sempre diverse a seconda dei contesti in cui opera.
Nell’ultima parte, cercheremo di inserire la lotta per la liberazione della Palestina all’interno del quadro di relazioni mondiali caratterizzate dalla crisi del capitalismo su scala globale. In cui la guerra sembra oramai la scelta del grande capitale internazionale per provare a fermare il suo declino a scapito dei lavoratori e dei popoli oppressi.
Mentre siamo impegnati nelle lotte, nelle azioni e nelle manifestazioni a fianco della Resistenza Palestinese contro il colonialismo e l’apartheid imposte dal governo sionista, in nome del diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese e contro il genocidio israeliano, crediamo che una occasione di confronto e approfondimento sia fondamentale. Uno strumento indispensabile per condurre, con chiarezza di analisi e di intenti, una lotta che caratterizzerà sempre di più il nostro presente. Progettando una rottura con l’attuale modello politico per un futuro senza guerre, senza sfruttamento delle classi popolari, senza nuovi e vecchi colonialismi, basato su uguaglianza, solidarietà e fratellanza tra tutti gli oppressi, in ogni parte del Pianeta.
Vi spettiamo sabato 2 marzo dalle ore 15 presso Music For Peace di Via Balleydier a Genova.
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