Patrul Rimpoche stava vagando per le montagne tibetane. Un giorno sentì parlare di un grande eremita che aveva trascorso vent'anni in una grotta meditando sulla Perfezione della Pazienza. Desideroso di incontrare un essere così santo, andò alla ricerca della sua grotta. Sporgendo la testa dall'entrata, esclamò: "Ciao, cosa stai facendo?"

La sua meditazione fu interrotta da questo urlo impertinente, l'eremita aprì gli occhi e chiese:

"Cosa vuoi?"

Il mendicante si accovacciò di fronte a lui, con gli occhi che brillavano di malizia, senza dire una parola.

"Chi sei? Da dove vieni?" insistette l'eremita.

"Vengo da dietro la schiena e sto andando nella direzione in cui sono rivolto".

Sconcertato, l'eremita continuò: "Dove sei nato?"

"Sulla terra".

"OK", disse, cercando di contenere la sua crescente frustrazione, "Cosa - vuoi - vuoi?"

"Beh, ero curioso di sapere cosa ci fai qui."

L'eremita era ansioso di impressionare questo sempliciotto. "Vedi figliolo, medito qui da vent'anni sulla Perfezione della Pazienza del Signore Buddha.

Il mendicante ululò dalle risate, colpendolo nelle costole con un dito sporco, e disse, "Oh, che grande truffa. Sono creduloni del posto? Quanto guadagni di questi tempi?"

L'eremita tuonò, "Come osi! Ti intrometti qui. Mi fai tutte queste battute folli. Ora mi insulti. Fuori. Fuori."

Mentre si alzava per andarsene, Patrul Rinpoche osservò con calma, "E dov'è la tua perfetta pazienza adesso?"

La rabbia dell'eremita si congelò all'istante, quando si rese conto della vanità della sua affermazione. Sedendosi e prendendo un respiro profondo, iniziò a meditare seriamente per la prima volta.

Riflessione

Patrul Rimpoche visse nel diciannovesimo secolo e fu uno dei più grandi studiosi del Buddhismo. Questo santo altamente realizzato vagò per tutto il Tibet in modo anonimo, vestito da mendicante, creando guai lungo il cammino. Il suo obiettivo principale era quello di focalizzare la mente delle persone su vere ricerche spirituali, mentre smascherava falsi insegnamenti e falsa spiritualità. Questo eremita si era illuso per oltre vent'anni, e ci si era trovato a suo agio. Ma un singolo incontro con un maestro può mandare in frantumi una vita di illusioni e ristabilirci sul vero cammino. Questi vent'anni di meditazione precedente erano una perdita di tempo? Tutt'altro. Erano la preparazione necessaria per realizzare questa profonda trasformazione.

Procedi con calma tra il frastuono e la fretta e ricorda quale pace possa esservi nel silenzio.
Per quanto puoi, senza cedimenti, mantieniti in buoni rapporti con tutti.
Esponi la tua opinione con tranquilla chiarezza e ascolta gli altri: pur se noiosi ed incolti, hanno anch’essi una loro storia.
Evita le persone volgari e prepotenti: costituiscono un tormento per lo spirito.
Se insisti nel confrontarti con gli altri rischi di diventare borioso ed amaro, perché sempre esisteranno individui migliori e peggiori di te.

Godi dei tuoi successi e anche dei tuoi progetti.
Mantieni interesse per la tua professione, per quanto umile: essa costituisce un vero patrimonio nella mutevole fortuna del tempo.
Usa prudenza nei tuoi affari, perché il mondo è pieno d’inganno.
Ma questo non ti renda cieco a quanto vi è di virtù: molti sono coloro che perseguono alti ideali e dovunque la vita è colma di eroismo.

Sii te stesso.
Soprattutto non fingere negli affetti.
Non ostentare cinismo verso l’amore, perché, pur di fronte a qualsiasi delusione e aridità, esso resta perenne come il sempreverde.

Accetta docile la saggezza dell’età, lasciando con serenità le cose della giovinezza.
Coltiva la forza d’animo, per difenderti nelle calamità improvvise.
Ma non tormentarti con delle fantasie: molte paure nascono da stanchezza e solitudine.

Al di là d’una sana disciplina, sii tollerante con te stesso.
Tu sei figlio dell’universo non meno degli alberi e delle stelle, ed hai pieno diritto d’esistere.
E, convinto o non convinto che tu ne sia, non v’è dubbio che l’universo si stia evolvendo a dovere.

Perciò sta in pace con Dio, qualunque sia il concetto che hai di Lui.
E quali che siano i tuoi affanni e aspirazioni, nella chiassosa confusione dell’esistenza, mantieniti in pace col tuo spirito.
Nonostante i suoi inganni, travagli e sogni infranti, questo è pur sempre un mondo meraviglioso.
Sii prudente.
Sforzati d’essere felice.

Manoscritto del 1692
trovato a Baltimora
nell'antica Chiesa di San Paolo.

Dall'elaborazione di un lutto, e quindi dal dolore, può nascere qualcosa di grande. La più grande opera letteraria di tutti i tempi, la Divina Commedia, nasce dall'elaborazione di un lutto.
Non lo sapremo mai, ma io non credo, come molti dantisti, che Beatrice sia stata solo un artificio letterario. È probabilmente stato un amore profondo e non limitato al saluto per strada. Probabilmente è stato anche amore fisico, proibito e adulterino come quello tra Paolo e Francesca, impossibile perché lei era sposata al più importante banchiere di Firenze e lui era solo il figlio di un piccolo strozzino con velleità artistiche. Non scrivi una cosa simile per un artificio o una che ti saluta e basta. Soprattutto quando muore a soli 24 anni di parto. È un amore profondo cui segue un lutto profondo.
La selva oscura è lo smarrimento che tutti sentiamo quando perdiamo la persona che amiamo di più. E via via verso il Paradiso. Dante si è smarrito, ha cercato il chiodo scaccia chiodo con donne di cui gli importava poco (le spiegazioni allegorizzanti dei dantisti non convincono). E passa le fasi del lutto dall'inferno della disperazione al purgatorio del tentativo di superare la perdita. E finalmente arriva in Paradiso e la ritrova. E quando Dante deve dare l'addio alla sua donna e viene affidato a San Bernardo che lo conduce davanti alla Vergine e quindi a Dio significa che finalmente il lutto è superato.
Poi certo c'è tutto il simbolismo che è nella mente di un uomo medievale e c'è Dante che mette a nudo il suo pensiero anche su politica, storia, religione e letteratura.
Ma alla base c'è il lutto per la perdita di una persona amata. Il dolore per l'amore perduto può essere sublimato.
Le due creazioni più alte dell'Umanità, la Divina Commedia e la Nona Sinfonia, hanno questo in comune: partono dal terribile dolore dell'autore, che lo mette a nudo, lo affronta, per poi superarlo andando oltre e sublimando nella gioia dell'infinito.

**A prescindere dal “tempo che fa” dentro di noi – da pensieri, emozioni e percezioni – il nostro respiro è sempre con noi come un amico fedele. Ogni volta che ci sentiamo destabilizzati, che affondiamo in un’emozione forte o siamo preda di pensieri sul passato o sul futuro possiamo tornare al respiro per raccogliere e ancorare la mente.

Thich Nhat Hanh**

Siete tutti i leoni, quindi andate per la vostra strada.
Non seguire alcun percorso.
I leoni non si seguono come pecore.

Sri Poonjaji Papaji

“Guarire è toccare
con amore ciò
che abbiamo
precedentemente
toccato con paura”

Stephen Levine
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Il tuo Dio è ebreo,
La tua musica è nera.
La tua macchina è giapponese.
La tua pizza è italiana.
Il tuo gas è algerino.
Il tuo caffè è brasiliano
La tua democrazia è greca.
I tuoi numeri sono arabi
I tuoi testi sono latini
Io sono il tuo vicino.
E tu mi chiami straniero?

(Eduardo Galeano)

Un anziano diceva: «Il silenzio è pieno di ogni vita, ma la morte è nascosta nei copiosi discorsi».

(Detti dei Padri del Deserto)

Possa io essere un protettore per coloro che ne sono privi e una guida per chi è in viaggio lungo la strada; possa essere un ponte, una barca o una nave per coloro che desiderano attraversar le acque.
Possa io essere un’isola per coloro che cercano terra e una lampada per coloro che anelano alla luce; possa io essere un giaciglio per coloro che desiderano riposo...

Śāntideva