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Le informazioni legali dell'avvocato Fusillo.
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Ali Irar e Mansour Doghmosh, due dei tre cittadini palestinesi residenti in Italia arrestati negli scorsi mesi su richiesta delle autorità israeliane con l'accusa di aver preso parte alla resistenza nella loro terra, sono stati scarcerati!
La lotta e l'impegno a diffondere la grave presa di posizione del nostro paese ha pagato. La mobilitazione tuttavia non terminerà fino alla liberazione del terzo cittadino palestinese detenuto nelle carceri italiane, Anan Yaeesh.
La resistenza non è un crimine, il genocidio e la complicità dell'Italia con le politiche israeliane sì!
Scioperi, picchetti e manifestazioni vengono regolarmente attaccati e perseguiti con vari pretesti, mentre casi come questi, sempre più frequenti, restano spesso semplicemente impuniti.
È anche per questo che i padroni si sentono sempre più legittimati ad usare la violenza per fare valere le ragioni del capitale.
E mentre la violenza padronale si intensifica, il governo facilita ancora di più la vita agli sfruttatori con l'ennesimo disegno di legge, il ddl 1660, che inasprisce le misure repressive degli atti di resistenza, estendendo ad esempio fino al ridicolo la definizione di "terrorismo", e con l'introduzione di un'aggravante per blocco stradale o ferroviario attuato "con il proprio corpo" per criminalizzare le proteste.
Basta repressione e violenza borghese, rialziamo la testa! Se toccano uno toccano tutti!
Domani a Serrastretta terremo un incontro sulle radici dei problemi che attanagliano la sanità pubblica in Calabria e in Italia. Una sanità pubblica efficiente si può ottenere solo con le lotte sui territori, partendo da due condizioni: lo stop ai tagli e ai piani di rientro sanitari e lo stop alla medicina privata, che con i suoi conflitti d'interesse compromette la qualità del settore pubblico.
Gli interventi verteranno sulle origini dei tagli al fondo sanitario, sullo stato dei consultori familiari in Calabria e sul tema delle lotte sindacali nel comparto sanitario nella regione.
Ricorre oggi il 96esimo anniversario della nascita di Ernesto 'Che' Guevara.
Per noi il 'Che' resta un esempio di rivoluzionario internazionalista, determinato a rovesciare i rapporti di forza capitalisti e ogni tipo di oppressione con qualsiasi mezzo, sia ideologico che militare, intenzionato a costruire a Cuba e negli altri Paesi una vera economia pianificata sotto il controllo dei lavoratori, un estimatore dell'Urss e del socialismo reale.
Per noi ricordarlo vuol dire lottare per costruire quell'"uomo nuovo" di cui lui parlava, una società in cui ognuno sente su di sé i soprusi e le ingiustizie che gli altri subiscono.
Il G7, un incontro che dimostra, con buona pace di chi vorrebbe vedere l'Italia come una semplice colonia degli americani, la centralità della borghesia italiana nella formulazione della strategia del blocco UE-NATO, del quale il nostro Paese rappresenta addirittura la terza potenza industriale.
Infatti è iniziato ieri a Fasano, in Puglia, il vertice, che ha lo scopo di coordinare e portare avanti gli interessi imperialistici del blocco euroatlantico: tra le prime decisioni vi è lo sblocco di altri 60 miliardi di finanziamenti alla guerra a Kiev, con gli asset russi congelati in occidente a fare da garanzia, un passo nella direzione dell'inasprimento del conflitto, tutto a favore dell'industria degli armamenti europea e dei capitali del continente, che da tempo calcolano i profitti della partecipazione alla ricostruzione dell'Ucraina.
Sul tavolo, anche, il nuovo progetto dei capitalisti italiani per sfruttare le risorse africane (il piano Mattei), la guerra commerciale con la Cina e, naturalmente, il sostegno a Israele; senza dimenticare alcune questioni di facciata come l'emergenza climatica e l'intelligenza artificiale.
Le ambizioni imperialiste del capitale italiano, dunque, vengono a galla in modo esplicito e sono sostenute da tutti i governi che si sono in questi anni succeduti ed è per questo che le teorie opportuniste che condannano l’imperialismo di altri paesi, mentre si nega spudoratamente l’imperialismo italiano, vanno rispedite al mittente.
Non può esistere una lotta antimperialista separata dalla lotta di classe. È solo dalla lotta contro la “nostra” borghesia, il “nostro” governo e i loro piani imperialisti, che può muovere i passi un più ampio movimento antimperialista. Se non ci si mette su questo terreno, se si fanno concessioni ideologiche sull’irriducibilità del carattere di questa lotta, si finisce nel campo dell’avversario.
Ad oggi ai comunisti restano solo due scelte: accettare di farsi cooptare in uno dei campi capitalistici in lotta, o guidare i popoli su una via autonoma e indipendente dai piani imperialisti per l'uguaglianza la giustizia sociale e la pace tra i popoli.
Sabato 6 luglio i Giuda sono pronti ad incendiare il palco di Avanguardia - La Festa con la loro energia e le loro sonorità travolgenti. Un live da non perdere! Vi aspettiamo già dalle 18.30 con il dj set di Lara Logic, che ci accompagnerà fino all’inizio del concerto.
Qui l’evento➡️ https://www.facebook.com/share/eDW3bei7jXwpyZkQ/
?sabato 6 luglio
?ingresso libero dalle H 18:30
?ingresso con sottoscrizione dalle H 21.00
?via del Frantoio 9c | Roma
?live H 21:30
?aperitivo e cena a prezzi popolari
Nel quadro disastroso delle elezioni europee appena concluse, in cui alla quasi totale assenza di forze espressione del proletariato si aggiunge l'exploit dell'estrema destra in diversi paesi, l'unico dato positivo è il costante avanzamento del Partito Comunista di Grecia (KKE) che ha sfiorato il 10% dei consensi, un avanzamento di più di 2 punti rispetto alle elezioni politiche.
Un partito che non si è mai allontanato dai principi del marxismo-leninismo, genuinamente rivoluzionario, chiaro nella sua lotta contro le alleanze imperialiste dell'Unione Europea e della NATO, che riesce a mobilitare le piazze e le masse operaie e ha sempre maggiore seguito tra i ceti popolari greci. Il confronto con la situazione italiana, dove le residuali forze che si richiamano, anche indirettamente, agli ideali comunisti si dividono tra alleanze a intermittenza con il centro-sinistra, tattiche elettorali opportuniste e assenza di chiarezza ideologica, è impietoso.
Possiamo farcela anche noi! Costruiamo da adesso un partito comunista con una chiara prospettiva rivoluzionaria che si radichi nel fuoco delle lotte sui territori.
Come documenta l'Istituto Internazionale di Ricerche sulla Pace di Stoccolma (SIPRI), l'Italia è il terzo esportatore di armi allo Stato d'Israele dopo USA e Germania, avendo ceduto armamenti a Tel Aviv per 13,7 milioni di euro nel 2023. Di questi, ben 2,1 milioni in armamenti sono stati esportati tra l'ottobre e il dicembre scorsi. Vi sono inoltre prove che armi italiane sono state utilizzate per bombardare le aree urbane della striscia di Gaza, come ad esempio i cannoni navali costruiti nello stabilimento Leonardo di La Spezia.
Tutto ciò contraddice e svela l'ipocrisia delle affermazioni diffuse dal Ministro degli Esteri Tajani, secondo cui il commercio di armi con Israele sarebbe stato interrotto dopo il 7 ottobre scorso. Questo rende ancora più chiaro come anche l'Italia sia artefice diretto del genocidio che Israele sta portando avanti contro la popolazione palestinese.
Il sostegno militare del governo italiano a Israele non è casuale e si situa nella cornice di un rapporto politico-economico sempre più stretto nel corso degli ultimi decenni. L'Italia è il quinto fornitore di beni e servizi di Israele, con un interscambio cresciuto esponenzialmente negli ultimi anni: tra il 2001 e il 2016 soltanto, gli scambi commerciali tra i due paesi sono aumentati del 55,3%, mentre gli interessi imprenditoriali italiani in Israele si sostanziano in decine di accordi fatti attraverso l'università pubblica.
I rapporti economici, commerciali e militari italiani interni al polo imperialista di UE e NATO si intensificano oggi come strategia prevalente del capitale italiano e in questo quadro Israele rappresenta una delle maggiori garanzie per la difesa degli interessi di tale polo imperialista nell'area mediorientale. Che l'Italia promuova con le proprie armi il massacro di Gaza non è quindi accidentale: è un delitto che può essere fermato solo lottando contro l'imperialismo in generale e contro le sue logiche disumane.
Alziamo la testa non rimaniamo a guardare mentre l'Italia continua ad essere complice di un genocidio.
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