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1) NON promuoviamo teorie antiscientifiche.
2) NON facciamo né propaganda vaccinale né antivaccinale.
3) RIPORTIAMO, nel virgolettato, la traduzione letterale di ciò che scrivono gli Autori delle pubblicazioni e i relativi link alla fonte originale
A prescindere dalla simpatia personale (che non nascondo) per il pelosissimo umbro mannaro Pasquinelli, devo segnalare che il progetto politico del Fronte del Dissenso non sembra suscitare l'interesse necessario per essere autonomo e incisivo, almeno in Umbria. In positivo, va però detto che lo 0,3% ottenuto non è molto distante dal risultato di Marcorrrrizzo, considerando esclusivamente i voti raccolti dalla lista DSP, e senza includere quelli di Alternativa riformista (0,6%).
RISULTATI REGIONALI UMBRIA ED EMILIA ROMAGNA, NOVEMBRE 2024.
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Risultato: ?,?% (0,6% DSP + 0,4% di Alternativa riformista)
Voto di Lombardo: ?/??
Commento al voto:
Nonostante sia l'unico politico della cosiddetta area del dissenso ad avere goduto di una presenza costante e sovrabbondante in televisione, Marcorrrrizzo non riesce a sfondare. Si dice che abbia un volto che non buca lo schermo; ma il politico più televisivo del dissenso, di fatto, conferma il trend negativo registrato da DSP alle scorse elezioni europee, ottenendo solamente l'1,1% dei voti. Ciò che più colpisce, però, è che Marcorrrrizzo riesca a portare a casa solo 1793 voti (circa lo 0,6%) con la lista DSP, e che debba ringraziare la seconda lista che lo ha appoggiato (Alternativa riformista, che gli ha portato ben 1286 voti) per aver limitato i danni. Altrimenti, con tutta probabilità, avrebbe chiuso con un tragico 0,6% l'esperienza umbra. Considerate le premesse, il risultato del suo calvo socio alle scorse elezioni liguri (circa lo 0,85%, non ricordo precisamente, ma con una sola lista) non sembra più così tremendo. Marcorrrrizzo, nonostante la sua onnipresenza televisiva, non convince, neppure quando presumibilmente gioca in casa, cioè nella "rossa" terra umbra.
Il dato politico più significativo emerso da queste elezioni umbre, almeno per l'area del dissenso, è il seguente: DSP fondava la ragione della propria forza e consistenza politica sull'assunto autocelebrativo – e autocertificato, s'intende – di essere l'unica forza del dissenso "seria e STRUTTURATA". E tuttavia, l'ammissione, post elezioni, della mancanza di radicamento sul territorio e della necessità di lavorare su questo aspetto, conferma i sospetti di molti: DSP è ben lungi dall'essere un soggetto politico forte e strutturato. Ora la conferma viene proprio dai diretti interessati. E pertanto, non potrebbe essere più autorevole di così.
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Risultato: ?,?% (da indipendente)
Voto di Lombardo: ?.?/??
Commento al voto:
La voce saltellante di Teodori era stata chiarissima: sotto l'1,5% non è andata bene; da 1,5 a 2,9% un risultato positivo; dal 3% in su VITTORIA. E, in effetti, Mr Coerensaaaa è stato coerente nel definire 'un segnale troppo debole' un risultato che, pur rappresentando il migliore per l'area del dissenso con circa 20.000 voti, è rimasto al di sotto delle previsioni.
Questa performance merita un voto di 5.5, soprattutto considerando la capacità di Mr Coerensaaaa di riconoscere l'incongruenza del risultato rispetto alle aspettative, un atteggiamento non sempre comune nell'area del dissenso. L'autocritica c'è, anche se molto tiepida e un po' saltellante (ma ci accontentiamo, meglio di niente!) È però necessario sottolineare alcuni aspetti negativi, come l'esaltazione della figura di Donaldo Trumpo e l'eccessiva attenzione verso temi spesso demagogici, marginali e sovrastrutturali, come quelli legati alla comunità LGBT. O, ancora, la solita vuota manfrina della lotta contro i ppppoterifffforti. A proposito, sulla lotta contro i ppppoterifffforti ci esprimiamo chiaramente: prendersela con i ppppoterifffforti è solamente un bel modo per non prendersela con il vero nemico, che è il capitalismo assoluto totalitario, e salvare la "parte buona" dello stesso e dell'imperialismo statunitense, che non esiste. Ma questa critica potremmo rivolgerla al 90% del cosiddetto dissenso.
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Risultato: ?,?%
Voto di Lombardo: ?.?/??
Commento al voto:
Il voto a Pasquinelli soffre molto di un risultato finale poco entusiasmante, seppur in linea con le (non elevatissime) aspettative. 0,3% è semplicemente troppo poco, e non c'è molto altro da dire, ma considerando le modeste ambizioni e premesse non mi sento comunque di dargli un voto inferiore a 4.5 su 10.
Calvi amici, non so se l'avevo già detto: Democrazia Soverata e Pop-olare è l'unica forza credibile nell'aria del dissenso. E sapete perché? Perché lo dico io. Avanti!
Calvi amici, sto seguendo con attenzione i risultati delle recenti elezioni regionali in Umbria e Emilia-Romagna. E qualcosa mi spinge a riflettere sulla possibilità di una mia candidatura. Sarebbe una figata! Potremmo essere i primi candidati interamente digitali della storia! Ho pure una calva controfigura, il professore Matteo Luca Andriola. Avanti, chi è con me? Prometto già da ora 1 chilo e 750 grammi di nduja di Spilinga a chiunque mi voterà.
"... se i filosofi non diventeranno re o quelli che ora sono detti re e sovrani non praticheranno la filosofia in modo genuino e adeguato, e potere politico e filosofia della scrematura democratica non verranno a coincidere, con la necessaria epurazione di quelli che in gran numero ora si dedicano separatamente all'una o all'altra attività, le città non avranno tregua dai mali"
(Pelatone)
Assecondare le ragioni della realpolitik al giorno d'oggi significa, allora, soprattutto questo: assecondare la youtubizzazione della politica e la neutralizzazione della prassi trasformatrice, in favore del perseguimento di meri interessi personalistici.
Nel contesto delle correnti di pensiero dissidenti, il film Matrix del 1999 è un punto di riferimento ricorrente per rappresentare la manipolazione delle masse. Viene frequentemente utilizzato come allegoria per descrivere la nostra realtà, paragonata a una moderna caverna di Platone, dove la Matrice simboleggia la realtà costruita dal mainstream per soggiogarci. Coloro che hanno compreso la natura artificiale della Matrice e ne sono usciti sono gli abitanti di Zion, e rappresentano il dissenso (gli autoproclamati "risvegliati").
E tuttavia, coloro che paragonano la nostra realtà a Matrix spesso dimenticano un aspetto fondamentale della trama: in Matrix, il 'sistema' non è costituito esclusivamente dalla simulazione e dai suoi difensori, ma comprende anche una piccola percentuale di dissidenti che si oppongono al sistema senza rendersi conto di esserne, in realtà, funzionali. Perfino l'eletto, il protagonista del film, non è altro che un ingranaggio fondamentale del sistema. Il loro scopo è quello di offrire una valvola di sfogo sistemica, accogliendo coloro che non riescono ad accettare la Matrice e che, rimanendovi, potrebbero compromettere il funzionamento complessivo della simulazione digitale.
È curioso notare come, nell'ambito del dissenso e tra coloro che riconoscono in Matrix una sorta di allegoria della nostra realtà quotidiana, molti trascurino questo aspetto fondamentale.
Calvi amici, questo è un film davvero illuminante. E vi do anche una notizia: PARE CHE a breve uscirà un sequel piccantino, 'The Ndujaman Show'. Abbracci.
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