Fare affidamento sul Dharma [“l’insieme degli insegnamenti buddhisti”] non è un’idea astratta:
quando si vive secondo il Dharma, secondo il modo del Buddha di comprendere e di amare, si realizzano gioia, tranquillità, stabilità e libertà.
Fare affidamento sul Dharma si può anche definire come “prendere rifugio nell’isola del sé”, l’isola di pace che esiste in noi stessi.
Dobbiamo imparare come ritornare a quell’isola, quando ne abbiamo bisogno.
Quando il Buddha stava per morire, disse ai monaci e alle monache riuniti intorno a lui:

“Amici cari, prendete rifugio nell’isola del sé.
Non prendete rifugio in niente altro.
Quando tornate a quell’isola, vi troverete il Buddha, il Dharma e il Sangha [comunità di praticanti]

**Essere un’isola per me stesso

In quanto isola per me stesso, il Buddha è la mia consapevolezza.
Risplende vicino, risplende lontano.
Il Dharma è il mio respiro e protegge il corpo e la mente.
Io sono libero.
Essere un’isola per me stesso.
Prendere rifugio in me stesso.
Tornare a me stesso.
Io sono libero.**di Thich Nhat Hanh
(monaco zen vietnamita)
da facebook

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Relying on the Dharma ["the set of Buddhist teachings"] is not an abstract idea:
when one lives according to the Dharma, according to the Buddha's way of understanding and loving, one realises joy, tranquillity, stability and freedom.
Relying on the Dharma can also be defined as 'taking refuge in the island of the self', the island of peace that exists within ourselves.
We must learn how to return to that island when we need to.
When the Buddha was about to die, he said to the monks and nuns gathered around him:

"Dear friends, take refuge in the island of the self.
Do not take refuge in anything else.
When you return to that island, you will find there the Buddha, the Dharma and the Sangha [community of practitioners].

**Being an island for myself

As an island for myself, the Buddha is my awareness.
It shines near, it shines far.
The Dharma is my breath and protects my body and mind.
I am free.
Being an island for myself.
Taking refuge in myself.
Returning to myself.
I am free.**

by Thich Nhat Hanh
(vietnamese zen monk)
from facebook

Quando avete il tempo e siete soli, se avete una decina di minuti, potete provare la meditazione camminata lenta.
Quando si fa la meditazione camminata insieme si può camminare più veloci, in maniera naturale, si passeggia, si passeggia nel regno di Dio, nella terra pura del Buddha.
Ma potete cominciare a impegnarvi a fare la meditazione camminata lenta.
Se avete cinque minuti, dieci minuti questo è sufficiente.
Fate una inspirazione e durante l’inspirazione fate un passo.
Solo un passo, portate la vostra attenzione alla pianta del piede e diventate consapevoli del contatto tra il vostro piede e il suolo, e provate ad arrivare al “ qui e ora ”.
Ci sono alcuni di noi che lo possono fare, un solo passo e si arriva al “ qui e ora ”.
E potete dire silenziosamente “ sono arrivato ”. “ Sono arrivato ” vuol dire “ sono arrivato al momento presente ”, al “ qui e ora ”, e non è una dichiarazione verbale, è una realizzazione.
Bisogna proprio arrivare con un passo, questo passo vi riporta al momento presente, dove avete appuntamento con la vita.
Ciò vuol dire che la vita è possibile solamente al momento presente.
Siete d’accordo?
Il Buddha ha detto che il passato non c’è più, il futuro non c’è ancora, c’è un solo momento dove potete veramente vivere la vostra vita, è il momento presente.
Allora avete un appuntamento con la vita nel momento presente e se perdete il momento presente, perdete l’appuntamento con la vita.

di Thich Nhat Hanh
(monaco zen vietnamita)
da x

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When you have the time and you are alone, if you have about ten minutes, you can try slow walking meditation.
When you do walking meditation together you can walk faster, in a natural way, you walk, you walk in the realm of God, in the pure land of the Buddha.
But you can start to commit to doing the slow walking meditation.
If you have five minutes, ten minutes this is enough.
Take an inhalation and during the inhalation take one step.
Just one step, bring your attention to the sole of your foot and become aware of the contact between your foot and the ground, and try to get to the 'here and now'.
There are some of us who can do it, just one step and you arrive at the 'here and now'.
And you can silently say " I have arrived ". "I have arrived' means 'I have arrived at the present moment', at the 'here and now', and it is not a verbal declaration, it is a realisation.
You have to arrive with a step, this step brings you back to the present moment, where you have an appointment with life.
This means that life is only possible in the present moment.
Do you agree?
The Buddha said that the past is gone, the future is gone, there is only one moment where you can really live your life, it is the present moment.
Then you have an appointment with life in the present moment and if you miss the present moment, you miss your appointment with life.

by Thich Nhat Hanh
(vietnamese zen monk)
from x

Accettazione
~ seconda e ultima parte ~

Cerchiamo di coltivare in noi stessi qualità come amore, pace, accettazione e non attaccamento.
Ci esauriamo cercando di amare, cercando di accettare, cercando di rilassarci, cercando di non giudicare e di non identificarci, e perfino cercando di porre fine alla ricerca una volta per tutte.
Ma scoprendo chi siamo davvero, riusciamo a comprendere che queste qualità non sono il risultato dello sforzo di una persona separata, ma sono naturalmente presenti in noi, prima di identificarci in una persona separata.
La nostra vera essenza è naturalmente amorevole, accogliente, rilassata nel profondo e sempre in pace, mai attaccata a nessuna forma; il nostro vero sé non ha mai dovuto cercare nulla.
È, per natura, privo di pregiudizi e preferenze, e sempre libero dall’identificazione.
È l’oceano, sempre in pace anche in mezzo alla tempesta della vita, in un’infinita e profonda accettazione di ogni onda, senza alcun giudizio, resistenza, né attaccamento.
La conclusione della ricerca di tutta una vita non è una meta futura, ma chi siamo già.

Come appare la vita, osservata da questo luogo di profonda accettazione e di onnipresente completezza?
Come appare la vita, quando non ti riconosci più in una persona separata, in un’onda incompleta e distinta di un vasto oceano che cerca casa, ma nell’oceano stesso che è già completo, già a casa, qualsiasi cosa accada?
Come appare la vita quando sai di essere lo spazio aperto di accettazione che, ad ogni pensiero, sensazione, emozione e onda di esperienza, concede l’illimitato permesso di andare e venire?
E, allora, nel riconoscere te stesso in questo vasto oceano, qual è la tua relazione con le onde?
Sono separate da chi sei, o invece sei, ora, in intimità con ognuna di loro?

di Jeff Foster
(guida spirituale statunitense)
da: facebook

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Acceptance
~ second and last part ~

We try to cultivate in ourselves qualities such as love, peace, acceptance and non-attachment.
We exhaust ourselves trying to love, trying to accept, trying to relax, trying not to judge and not to identify, and even trying to end the search once and for all.
But by discovering who we really are, we come to realise that these qualities are not the result of the effort of a separate person, but are naturally present in us, before we identify with a separate person.
Our true essence is naturally loving, welcoming, deeply relaxed and always at peace, never attached to any form; our true self has never had to search for anything.
It is, by nature, free of prejudice and preference, and always free from identification.
It is the ocean, always at peace even in the midst of the storm of life, in infinite and profound acceptance of every wave, without any judgement, resistance, or attachment.
The conclusion of a lifetime's quest is not a future goal, but who we already are.

What does life look like, observed from this place of deep acceptance and omnipresent wholeness?
What does life look like when you no longer recognise yourself as a separate person, as a distinct incomplete wave of a vast ocean searching for home, but in the ocean itself that is already complete, already home, no matter what?
What does life look like when you know you are the open space of acceptance that, to every thought, feeling, emotion and wave of experience, grants unlimited permission to come and go?
And, then, in recognising yourself in this vast ocean, what is your relationship to the waves?
Are they separate from who you are, or are you, now, in intimacy with each of them?

by Jeff Foster
(us spiritual guide)
from: facebook

Ti prego, non parlarmi di ‘coscienza pura’ o di ‘vivere per niente’.
Voglio vedere come tratti il tuo partner,
i tuoi figli, i tuoi genitori, il tuo prezioso corpo.
Ti prego, non farmi prediche su
“L’ illusione del me separato” o come raggiungere la felicità in soli 7 giorni.
Voglio sentire un calore genuino diffuso dal tuo cuore.
Voglio sentire come stai bene.
Come ti apri alle informazioni che non si adattano alla tua filosofia personale.
Voglio vedere come tratti quelli che non sono d’accordo con te.
Non dirmi quanto sei sveglio, quanto sei libero dall’ego.
Voglio conoscerti sotto le parole.
Voglio sapere come sei quando ti trovi nei guai.
Se riesci ad ammettere il tuo dolore senza far finta di essere invulnerabile.
Se riesci a sentire la tua rabbia senza passare alla violenza.
Se riesci a far entrare il tuo dolore senza diventare il suo schiavo.
Se riesci a sentire la tua vergogna senza umiliare gli altri:
Se puoi rovinare tutto e ammetterlo.
Se puoi dire “mi dispiace” dal tuo cuore.
Se puoi essere completamente umano nella tua gloriosa divinità.
Non parlarmi della tua spiritualità, amico.
Non sono molto interessato.
Voglio solo conoscere te.
Conoscere il tuo misterioso cuore.
Conoscere il bello umano che combatte per la luce.
Prima de ‘la persona illuminata’.
Prima di qualsiasi parola ingegnosa.

di Jeff Foster
(guida spirituale statunitense)
da: facebook

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Please don't talk to me about "pure consciousness" or "live for nothing".
I want to see how you treat your partner,
your children, your parents, your precious body.
Please don't make me sermon on
“The illusion of the separated me" or how to achieve happiness in just 7 days.
I want to feel a genuine warmth spread by your heart.
I want to feel how good you are.
How do you open yourself to information that does not fit your personal philosophy.
I want to see how you deal with those who disagree with you.
Don't tell me how awake you are, how free you are from the ego.
I want to meet you under the words.
I want to know how you are when you're in trouble.
If you can admit your pain without pretending to be invulnerable.
If you can feel your anger without turning to violence.
If you can get your pain in without becoming his slave.
If you can feel your shame without humiliating others:
If you can ruin everything and admit it.
If you can say "I'm sorry" from your heart.
If you can be completely human in your glorious deity.
Don't talk to me about your spirituality, man.
I'm not very interested.
I just want to meet you.
Know your mysterious heart.
Know the human beauty that fights for light.
Before "the enlightened person".
Before any clever word.

by Jeff Foster
(us spiritual guide)
from: facebook