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4 months, 3 weeks ago

La settimana scorsa, durante un seminario di danza e yoga a tema Taylor Swift in un centro comunitario a Southport, in Inghilterra, tre bambine sono state accoltellate a morte da un ragazzo di 17 anni.
Sono state rilasciate poche informazioni sul sospettato, a parte il fatto che avesse 17 anni, perché nel Regno Unito la legge vieta di identificare un sospettato minorenne fino all’inizio del procedimento legale. Ma in assenza di informazioni da parte dei media e della polizia locale del Merseyside, speculazioni infondate hanno portato a una serie di post islamofobi e anti-immigrati sui social media.
a seguito dell’accoltellamento, in molte città inglesi, da Londra a Manchester, da Bristol a Belfast, ma soprattutto in centri minori come la stessa Southport, Rotherham e Sunderland – sono iniziate violente manifestazioni razziste.Abbiamo deciso di fare un approfondimento su questi riot, che trovate qui nella sua prima parte: https://radioblackout.org/2024/08/riot-in-the-uk/

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Riots in the UK

La settimana scorsa, durante un seminario di danza e yoga a tema Taylor Swift in un centro comunitario a Southport, in Inghilterra, tre bambine sono state accoltellate a morte da un ragazzo di 17...

**La settimana scorsa**, durante un seminario di danza e yoga a tema Taylor Swift in un centro comunitario a Southport, …
5 months ago
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5 months, 2 weeks ago

Il coordinamento No Pizzone II contro la centrale Enel in area protetta

La transizione ecologica si impone nel discorso pubblico come Bene supremo al quale tutto il resto è sacrificabile, l’unico modo per salvare l’umanità e la Terra dal disastro incombente. In questo solco di capitalismo green, poco green e molto capitalista, si inserisce il progetto presentato da Enel di costruire una centrale idroelettrica nel Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, un’area protetta e ricca di biodiversità, nonché di comunità umane e piccole attività economiche legate al territorio.

Ne abbiamo parlato con due compagni del coordinamento NoPizzone II (nopizzone2.org).

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Il coordinamento No Pizzone II contro la centrale Enel in area protetta

La transizione ecologica si impone nel discorso pubblico come Bene supremo al quale tutto il resto è sacrificabile, l'unico modo per salvare l'umanità e la Terra dal disastro incombente. In questo...

[Il coordinamento No Pizzone II contro la centrale Enel in area protetta](https://radioblackout.org/2024/07/il-coordinamento-no-pizzone-ii-contro-la-centrale-enel-in-area-protetta/)
5 months, 2 weeks ago

LIBANO CONTINUA LA GUERRA STRISCIANTE TRA HEZBOLLAH E IDF

Il fronte nord del confine tra Israele e Libano diventa sempre più incandescente ,tanto da far supporre che il prolema non sia se si allargherà il conflitto ma quando . Anche se l’interesse di entrambi i contendenti è di evitare un escalation aumentano di numero ed intensità gli scontri con un crescendo di minacce reciproche, l’allargamento del conflitto sul fronte nord costituisce per lo screditato Netanyahu una sorta di assicurazione per la sua sopravvivenza politica .Il Libano attraversa una crisi che si potrebbe definire esistenziale che sta mettendo in discussione le basi di quella che un tempo veniva definita la Svizzera del Medio Oriente ,la bancarotta economica ,la corruzione endemica, l’inflazione galoppante ,la proletarizzazione dei ceti medi ,la fuga dei giovani sono solo alcuni degli aspetti della crisi sistemica che affligge lo stato libanese. In questo contesto lo spettro di una guerra distruttiva alimenta il distacco delle nuove generazioni dalla politica e dal sostegno alla milizia Hezbollah che condizionando la vita politica del paese dei cedri viene percepita come corresponsabile del fallimento libanese.

Durante l'informazione di lunedì 8 luglio ne abbiamo parlato con Lorenzo Forlani, giornalista freelance che vive a Beirut.

Radio Blackout 105.25FM

LIBANO CONTINUA LA GUERRA STRISCIANTE TRA HEZBOLLAH E IDF .

Continuano gli scontri fra Hezbollah e IDF al confine tra Israele e Libano

[LIBANO CONTINUA LA GUERRA STRISCIANTE TRA HEZBOLLAH E IDF](https://radioblackout.org/2024/07/libano-continua-la-guerra-strisciante-tra-hezbollah-e-idf/)
5 months, 3 weeks ago

Inail. Soldi in cassa ma nessuna tutela
L’Istituto non assume ispettori e limita gli aiuti sulla sicurezza alle imprese. Ma registra un avanzo record fermo in Tesoreria e acquista anche Btp.
L’Inail paga i giorni di infortunio ai lavoratori e lavoratrici che hanno incidenti sul lavoro. Le imprese a loro volta pagano all’Inail una sorta di assicurazione per garantirsi da azioni civili in caso di incidenti. Le entrate sono intorno agli 11 miliardi, le uscite si aggirano sugli 8 miliardi. Il disavanzo è intorno ai tre miliardi, che a loro volta fruttano 500.000 euro all’anno.
L’Inail non fa quasi nulla per la sicurezza sul lavoro. Gli ispettori, in numero comunque inadeguato alle esigenze, si occupano solo di controllare la congruenza tra le dichiarazioni delle aziende e la loro effettiva collocazione in questa o quella categoria. Chi è in una categoria a rischio, come l’edilizia, paga meno di chi si colloca nel commercio. Ormai da tempo l’INIL non fa più i corsi sulla sicurezza, che vengono demandati a privati che ovviamente sono al servizio delle imprese che li pagano.
Le cose sono peggiorate con la riforma Renzi, che ha fatto sì che tutti gli ispettori del lavoro, al di là delle specifiche competenze, convergessero in un unico ispettorato nazionale del lavoro, che è pressoché inattivo.
L’INAIL è un ente parassitario che drena soldi da noi tutti, ma non li rende disponibili per la sicurezza.
La notizia sul “tesoretto” dell’Inail, diffusa ieri da Repubblica è una buona occasione per parlare di incidenti sul lavoro e riduzione delle tutele e dei controlli.

Ne abbiamo parlato con Francesco Fricche

Ascolta la diretta:

https://radioblackout.org/2024/07/inail-soldi-in-cassa-ma-nessuna-tutela/

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Inail. Soldi in cassa ma nessuna tutela

L’Istituto non assume ispettori e limita gli aiuti sulla sicurezza alle imprese. Ma registra un avanzo record fermo in Tesoreria e acquista anche Btp. L’Inail paga i giorni di infortunio ai...

Inail. Soldi in cassa ma nessuna tutela
5 months, 3 weeks ago

Francia. Il muro antifascista (che in Italia non c’è)
Il Rassemblement National, dopo aver visto da vicino la vittoria alle elezioni anticipate convocate da Macron dopo le europee, pur mantenendo percentuali elevate, è stato sconfitto al secondo turno grazie all’accordo stipulato tra i macronisti e l’alleanza di sinistra. La barriera antifascista, complice una partecipazione al voto più alta delle ultime consultazioni, ha ancora una volta impedito all’estrema destra francese di prendere le leve del comando.
Nel nostro paese la discriminante antifascista è venuta meno da decenni, anche grazie alla sinistra moderata che le ha aperto le porte.
Con Massimo Varengo abbiamo provato a fare un paragone tra Francia ed Italia, quest’ultima segnata dall’apertura a destra inaugurata da Craxi, voluta da Berlusconi, resa possibile dal PD.

Ascolta la diretta:

https://radioblackout.org/2024/07/francia-il-muro-antifascista-che-in-italia-non-ce/

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Francia. Il muro antifascista (che in Italia non c’è)

Il Rassemblement National, dopo aver visto da vicino la vittoria alle elezioni anticipate convocate da Macron dopo le europee, pur mantenendo percentuali elevate, è stato sconfitto al secondo turno...

Francia. Il muro antifascista (che in Italia non c’è)
7 months ago

NUOVA CALEDONIA CAMPO DI SPERIMENTAZIONE DI PRATICHE REPRESSIVE

Dallo scorso 13 maggio in Nuova Caledonia (Il piccolo arcipelago si trova nell’Oceano Pacifico sud-occidentale, a 1.300 chilometri dalle coste dell’Australia), è scoppiata una violenta rivolta dei nativi Kanak, da sempre sostenitori dell’indipendenza dell’arcipelago. I disordini più gravi sono avvenuti nella capitale Noumea: negozi e centri commerciali presi d’assalto, saccheggiati e distrutti, case e veicoli bruciati, colpi d’arma da fuoco, anche di grosso calibro, barricate innalzate dai rivoltosi sulle strade più importanti,si contano sei vittime . I manifestanti contestano la legge approvata dall’Assemblea nazionale di Parigi che concede il diritto di voto ai cittadini francesi che possono dimostrare la loro residenza da almeno 10 anni. Di fronte alla virulenza delle proteste il presidente francese Macron si è recato a Noumea ,capitale della Nuova Caledonia , ma è riuscito solo a promette di mandare altri 1000 gendarmi sull’isola . E’ stato imposto lo stato di emergenza e di fatto interotto un processo di decolonizzazione negoziata intrapreso dal 1988 ,con tre referundum sull’indipendenza della Nuova Caledonia, che si sono tenuti tra il 2018 e il 2021, tutti conclusi con una maggioranza di voti contrari .I gruppi indigeni indipendentisti, discendenti dei primi abitanti dell’arcipelago prima della colonizzazione francese, contestano alla radice la decisione dei parlamentari francesi di ampliare la platea degli elettori (saranno circa 25mila in più), leggendola come un tentativo di imporre il dominio della Francia sull’arcipelago. Questo meccanismo di riconoscimento dei residenti da oltre 10 anni rimette in discussione il processo di decolonizzazione ,la Francia ha interesse a mantenere la sua presenza in Nuova Caledonia perchè l’arcipelago è ricco di giacimenti di nichel ,minerale chiave per la transizione energetica e la collocazione nel Pacifico consente ai francesi il controllo in un area estremamente sensibile dal punto di vista strategico. Protagonisti della rivolta sono i giovani delle aree urbane ,disoccupati e criminalizzati che esprimono il loro disagio stanchi del paternalismo e della repressione che arriva a vietare l’uso di Tik Tok in un rigurgito autoritario foriero di esperimenti analoghi nei territori della metropoli europea.

Martino Miceli dottorando in antropologia presso la Ecole des hautes études en sciences sociales in Francia,

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NUOVA CALEDONIA CAMPO DI SPERIMENTAZIONE DI PRATICHE REPRESSIVE .

NUOVA CALEDONIA RIVOLTA INDIPENDENTISTA.

[NUOVA CALEDONIA CAMPO DI SPERIMENTAZIONE DI PRATICHE REPRESSIVE](https://radioblackout.org/2024/05/nuova-caledonia-campo-di-sperimentazione-di-pratiche-repressive/)
7 months ago

L’ITALIA FORNISCE MISSILI OFFENSIVI ALL’UCRAINA CONTRIBUENDO ALL’ESCALATION BELLICA IN EUROPA

L’italia sta fornendo all’Ucraina missili Storm shadow che hanno una gittata fino a 500km e possono colpire il territorio della Russia, inoltre con la Francia sta accelerando la fabbricazione di missili antiaerei e antibalistici missili Aster 15 e 30 , da destinare all’Ucraina ,fabbricate dal consorzio Mbda , in cooperazione fra Parigi e Roma. Mbda è il principale consorzio europeo costruttore di missili e tecnologie per la difesa. La ragione sociale non è un acronimo ma comunque ricorda le società da cui è nata attraverso varie fusioni, Matra, BAE Dynamics, Alenia. Italia e Francia hanno fornito un numero imprecisato di questi missili agli ucraini per la loro difesa antiaerea, che ora gliene chiedono altri per sostenere lo sfrozo bellico. Il missile è stato utilizzato anche nel Mar Rosso contro i droni lanciati dai ribelli Houthi.

Mbda punta a ridurre i tempi di produzione degli Aster da 42 mesi nel 2022 a «meno di 18 mesi nel 2026» e la produzione – secondo il suo presidente Eric Beranger – dovrebbe aumentare del 50% entro le stesse scadenze. Per Lecornu ,ministro delle forze armate francesi ,c’e’ anche «urgenza di una semplificazione burocratica», con «questioni doganali tra la Francia e l’Italia che possono ritardare la produzione di missili». Crosetto ha aggiunto che «i protagonisti delle industrie della difesa devono capire che bisogna lavorare più velocemente, e che da questo lavoro dipende il futuro del paese. Questa cosa non è ancora del tutto chiara».

Intanto il nono invio di armi dall’Italia verso l’Ucraina è ancora secretato ,annunciato in sede Copasir ma rinviato per opportunità elettorali a dopo le elezioni europee, si è saputo infatti dell’invio dei missili Storm shadow incidentalmente dalle dichiarazioni del ministro della difesa britannica.

Ne parliamo con Carlo Tombola , direttore scientifico dell’Opal, l’osservatorio sulle armi leggere, che da anni monitora da Brescia tutti i dati sul commercio di armamenti in Italia.

Radio Blackout 105.25FM

L’ITALIA FORNISCE MISSILI OFFENSIVI ALL’UCRAINA CONTRIBUENDO ALL’ESCALATION BELLICA IN EUROPA.

L'italia e l'escalation della guerra in Europa .

[L’ITALIA FORNISCE MISSILI OFFENSIVI ALL’UCRAINA CONTRIBUENDO ALL’ESCALATION BELLICA IN EUROPA](https://radioblackout.org/2024/05/litalia-fornisce-missili-offensivi-allucraina-contribuendo-allescalation-bellica-in-europa/)
7 months ago

STELLANTIS CASSINO, CORTEO INTERNO E SCIOPERO CONTRO I RITMI INSOSTENIBILI

Alla fabbrica Stellantis di Cassino si è scioperato due giorni contro l’aumento insostenibile dei carichi di lavoro ,la scelta aziendale del turno unico, non solo ha peggiorato le condizioni lavorative ma ha ridotto drasticamente il salario dei lavoratori che, come sempre, sono gli unici a pagare le conseguenze della crisi. Infatti, mentre una parte dei lavoratori è sospesa in Contratto di Solidarietà con il salario falcidiato, chi resata lavora a ritmi infernali. Tutto questo in un contesto di dimezzamento della forza lavoro ,l’azienda tagliando la base produttiva e incrementando il ritmo di produzione da 183 a 200 vetture al giorno opera un ridimensionamento di fatto dei lavoratori ,con riflessi negativi sull’indotto che ormai da anni lavora all’interno della produzione di fabbrica .Si assiste allo smantellamento di interi reparti e crescono le preoccupazioni fra i lavoratori sul futuro dell’impianto di Cassino , lo sciopero e il corteo interno come non si vedeva da anni è partito dalla pressione della base operaia insofferente all’aumento dei ritmi e alla passività dei sindacati.

Ne parliamo con Rita di Fazio della Flmu- cub di Cassino.

Radio Blackout 105.25FM

STELLANTIS CASSINO, CORTEO INTERNO E SCIOPERO CONTRO I RITMI INSOSTENIBILI.

Sciopero di due giorni alla Stellantis di Cassino contro l'aumento dei carichi di lavoro.

[STELLANTIS CASSINO, CORTEO INTERNO E SCIOPERO CONTRO I RITMI INSOSTENIBILI](https://radioblackout.org/2024/05/stellantis-cassino-corteo-interno-e-sciopero-contro-i-ritmi-insostenibili/)
7 months, 1 week ago

FROM THE BELLY OF THE BEAST

Un’ora di montaggio audio di interviste e field recording raccolte durante le mobilitazioni per la palestina a New York le prime settimane di maggio 2024.
La prima conversazione è con Nour, arabo-americana, dottoranda al quarto anno di NYU e attivista. Oltre a raccontare l’esperienza specifica dell’encampent di NYU, Nour offre una sguardo sulla composizione del movimento studentesco, i suoi aspetti inediti e le sue pratiche.

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FROM THE BELLY OF THE BEAST

Un'ora di montaggio audio di interviste e field recording raccolte durante le mobilitazioni per la palestina a New York le prime settimane di maggio 2024. La prima conversazione è con Nour,...

[FROM THE BELLY OF THE BEAST](https://radioblackout.org/2024/05/from-the-belly-of-the-beast/)
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