Giovedì 10 ottobre corteo a Bellinzona - da Largo Elvezia a Piazza Governo - a sostegno della liberazione di Öcalan e per la risoluzione politica della questione kurda.
Vi aspettiamo numerose e numerosi!

Riceviamo e diffondiamo volentieri:

📍 Sabato 5 ottobre

INTERNATIONAL DAY OF ACTION FOR PALESTINE🇵🇸

Il CUSP organizza la trasferta in torpedone a Basilea per partecipare alla grande manifestazione nazionale per la Palestina.

Partenza:
👉Ore 9.00 Lugano
fermata dei bus Cornaredo lato fiume

👉Ore 9.30 Castione
stazione FFS

☀️Iscrizione entro il 1 ottobre!
☀️Pagamento sul posto in contanti🙏🏼

Contributo 25 CHF👌🏿
andata e ritorno

Sabato 13 luglio 2024, al Campo di calcio di Cresciano, a partire dalle ore 11.00, avrà luogo l’undicesima edizione di Antiracup Ticino, il torneo di calcetto popolare contro tutti i razzismi

Antiracup Ticino festeggia il suo undicesimo compleanno. Da un’idea nata nel 2012 da un gruppo di giovani ticinesi che partecipava a manifestazioni simili oltre Gottardo e in Italia, da ormai 11 anni è arrivato anche a Sud delle Alpi l’evento che riunisce sotto l’egida del divertimento tutti coloro che vogliono dare un calcio al razzismo, al sessismo e all'omofobia.

Partito dal sogno di pochi giovani che volevano organizzare un evento diverso, di inclusione e divertimento, il torneo ormai può contare su una solida struttura organizzativa, l’Associazione Un Calcio Al Razzismo. E dal sostegno di numerosi volontari e simpatizzanti, i quali hanno reso il torneo di calcetto popolare un evento consolidato sul territorio e di grande successo.

Trenta squadre – fra cui diverse composte interamente da migranti – si daranno quindi battaglia questo sabato 13 luglio 2024, sul Campo di calcio di Cresciano, per vincere una delle ambitissime quattro coppe in palio: migliori migliori, migliori peggiori, miglior tifo e miglior divisa trash.

Antiracup Ticino non è solo una competizione sportiva, ma un'occasione di aggregazione e solidarietà. Il torneo si distingue per il suo spirito inclusivo, dove il calcio diventa uno strumento per promuovere la convivenza pacifica e lo scambio. La manifestazione attira ogni anno un folto numero di sostenitori e amici, desiderosi di trascorrere una giornata diversa, all'insegna della lotta contro ogni forma di discriminazione. Lo scopo primario della giornata non è il calcio, bensì quello di creare una comunità e far sentire chiunque vi partecipi parte di essa, senza stigmi o diffidenze. A riprova di ciò, le partite saranno interamente giocate senza arbitri, in quanto il fairplay è uno dei punti cardine della giornata.

Sul posto ci sarà la possibilità sia di pranzare sia di cenare a prezzi popolari: fra le 11:30 e le 14:30 sarà inoltre accesa la griglia, per chi volesse portarsi i propri cibi da casa. Durante tutta la giornata, allietata da musica di sottofondo, sarà attiva una fornitissima buvette.
Le partite inizieranno alle ore 11:00, mentre la finale per assegnare la coppa migliori migliori si terrà attorno alle ore 19.45, seguita da un aperitivo in musica, una cena popolare e una festa con musica fino all’una del mattino. Dalle 12:00 alle 18:00, il torneo sarà infatti allietato da una vasta selezione di musica militante - e non solo - a cura degli Antiracup Dj's All Star (Diggei Belzy, Zurito Da Bidea e Maury Selecta). A seguire, fino alle 20:00, un Dancehall Dj Set animato da Illuminatty Sound International. Dalle 20:00, una live con il reggae del grandissimo Shampoo More Faya, mentre alle 21:00 invece, si alzerà il ritmo con Urizi e il loro DnB Dj Set. Dalle 23:00, come da tradizione Antiracup, concluderemo la serata con un dissacrante Trash party, dove si ballerà fino allo sfinimento, animato dal nostro affezionatissimo Dj Zoccolo.

L'entrata è libera e tutto il ricavato verrà impiegato per coprire le spese del torneo e per azioni che riguardano l'antirazzismo. Non mancate quindi a questa straordinaria giornata di sport, antirazzismo e inclusione.

Vi aspettiamo per celebrare insieme l'undicesima edizione di Antiracup Ticino e continuare a costruire un futuro scevro da ogni tipo di razzismo.

Abbiamo la volontà per una rivoluzione mondiale, quindi dobbiamo trovare la strada per raggiungere le masse delle donne sfruttate e schiave, sia che la condizione storica la renda facile o difficile.”

Così scriveva Clara Zetkin nel 1922 e le sue parole sono ancora attuali più mai.

Donne di tutto il mondo, unitevi: scriviamo la storia assieme per un futuro migliore.

Per una rivoluzione femminista, organizzarsi e lottare.”

Qui di seguito il discorso che il Collettivo Scintilla ha letto in occasione della manifestazione per una società femminista del 14 giugno.

“Il 14 giugno di cinque anni fa ci siamo trovate per la prima volta per queste strade per un primo – grande – sciopero nazionale delle donne, dopo tanti anni. Ci ritroviamo ancora una volta per queste stesse strade, per ribadire che non staremo zitte e buone mentre nei più altri scranni del potere degli uomini anziani, bianchi e borghesi decidono delle nostre vite.

Le condizioni delle donne nel mondo del lavoro non sono migliorate. Nonostante le promesse fatte all'unisono dal mondo politico, da destra a centro-sinistra, dopo lo sciopero del 2019, la situazione è solo peggiorata. Ogni volta che si prospetta un taglio nella socialità, un abbassamento dei diritti per la classe lavoratrice, o un peggioramento delle condizioni per le fasce meno abbienti, potete essere certe che la mannaia si abbatterà con una forza inusitata soprattutto su chi è doppiamente colpevole agli occhi del potente: di essere proletaria e di essere donna.
Secondo i dati dell’Ufficio federale per l'uguaglianza fra donna e uomo, in media, infatti, una lavoratrice guadagna il 18% in meno rispetto a un suo collega uomo. Questo divario può essere influenzato da vari fattori, tra cui la discriminazione di genere, la segregazione occupazionale e la sottovalutazione del lavoro tipicamente svolto dalle donne. E nulla di ciò può essere più minimante tollerato. La disparità salariale non è solo un'ingiustizia economica, ma un furto sfacciato di sogni e potenzialità. Non si tratta solo di denaro: quando le donne guadagnano meno, vengono private delle risorse necessarie per perseguire i loro sogni e aspirazioni.

I padroni s’arricchiscono mentre alle donne lavoratrici restano poche briciole e nessun futuro: una situazione già svantaggiata dal divario di classe e peggiorata da quello di genere.

Questa disuguaglianza è ancora più marcata per le donne migranti, ree di essere straniere e ancora più ricattabili in un mondo del lavoro pronto a sfruttarti in ogni maniera. Con il favore delle istituzioni fautrici di un sistema di rilascio dei permessi che precarizza il loro diritto di poter restare, partendo dalla capacità di percepire un reddito, fino al dover rimanere incastrate in un matrimonio pur di non perdere il permesso.
Le donne migranti spesso occupano i ruoli più marginali nella nostra economia, caratterizzati da scarse tutele e salari ridicoli, ma che sono assolutamente essenziali per il buon funzionamento della società. Pensiamo alla cura domestica, all'industria e all'assistenza sanitaria. Questi settori sono caratterizzati da condizioni di lavoro precarie, lunghe ore di lavoro e, spesso, abusi e maltrattamenti.

Spesso le donne migranti (soprattutto dell'Europa dell'est e del Medio Oriente) vengono viste come vittime da salvare da stati nazione e mariti oppressori e il lavoro viene visto come mezzo di liberazione e integrazione. Peccato che questa visione venga promossa dagli stessi aspetti del neoliberismo che creano discriminazione di genere in Occidente. Viene presentata come giustizia di genere raggiunta attraverso l'indipendenza economica, benché come workfare.
Molte donne migranti non hanno inoltre accesso ai diritti fondamentali dei lavoratori o temono di denunciare le situazioni di abusi. La paura di perdere il lavoro o di essere rimpatriata le rende vulnerabili a sfruttamento e abusi. Il bisogno, misto alla paura, le rende le vittime ideali di un capitalismo senza scrupoli che cerca nelle pedine più deboli della società le sue prossime vittime, da sacrificare sull’altare del profitto.

Oggi, alziamo la nostra voce non solo per noi stesse, ma per tutte le donne che non possono essere qui. Alziamo la nostra voce per le donne che lavorano in condizioni disumane, per le donne che subiscono abusi e per le donne che lottano ogni giorno per un futuro migliore per sé e per le loro famiglie.

“Dove c'è volontà c'è un modo.