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PEPE ESCOBAR ADERISCE ALLA MANIFESTAZIONE "TRIESTE NON VA IN GUERRA!"
Il giornalista di fama mondiale Pepe Escobar supporta la nostra manifestazione per una Trieste Libera, neutrale e smilitarizzata. E tu?
Ci vediamo il 15 SETTEMBRE alle 17:00 in Largo Riborgo!
CORTEO 15 SETTEMBRE - ANNIVERSARIO DELLA CREAZIONE DEL TLT
Non è più un segreto che l'escalation militare passa e passerà per Trieste, diventata per la propria posizione strategica uno dei principali snodi logistici del fronte bellico in Ucraina, e la situazione sta peggiorando sempre più velocemente.
Nessuno di noi dovrà MAI PIÙ essere mandato a combattere contro la propria volontà.
Il Trattato di Pace è ormai nominato da tutti, eppure si continua ad agire in sua aperta e plateale violazione, e in tempi di guerra questo è doppiamente grave perchè ci mette tutti in pericolo.
Ma noi non ci faremo MAI PIÙ dividere e manifesteremo uniti, come cittadini che portano un messaggio semplice e forte: il nostro Porto e il nostro Territorio devono essere neutrali e smilitarizzati!
Invitiamo tutti i cittadini a partecipare, in Largo Riborgo, il 15 Settembre alle ore 17.
L'AUTORITÀ PORTUALE CONFERMA SENZA VERGOGNA "SONO MEZZI NATO"
https://www.triesteprima.it/attualita/indipendentisti-denunciano-presenza-mezzi-militari-porto-trieste.html
"Abbiamo contattato, sulla questione, l'Autorità portuale
giuliana che non ha smentito la presenza ma ha specificato che "sono mezzi Nato e sono traffici che non si possono fermare, ma che non hanno alcun tipo di esplosivo"
Eccoci la conferma. Senza vergogna.
TriestePrima
Gli indipendentisti denunciano la presenza di mezzi militari in porto a Trieste
E' stato il comitato "15 settembre" a evidenziare la presenza nello scalo triestino di mezzi e materiale bellico. Contattata l'Autorità portuale non ha smentito: "Sono mezzi Nato che non hanno esplosivi"
? È con molto piacere che vi invitiamo all'evento dell'Associazione Lucidamente a Gambassi Terme, dibattiti, cena, musica e convivialità.
?? Il nostro centro di studi "Giovani Accademia Mediterranea" sarà presente venerdì 21 giugno (ore 21:00) e domenica 23 giugno (ore 18:00).
? Interverremo su due temi molto importanti. Venerdi esporremo la questione Palestinese alla luce del mondo arabo e domenica discureremo come il piano globalista chiamato Agenda 2030 sta deviando l'educazione dei giovani.
Vi aspettiamo, non mancate.
Non a caso sono state progressivamente cancellate le radici greche della nostra civiltà e non a caso è stato ampiamente distorto il concetto cristiano della "Croce" e della "Passione". Così come sono stati posti in ridicolo Uomini che hanno scelto spontaneamente la via della sofferenza materiale per un ideale, come Che Guevara, che mai vorrebbe (presumo) essere dipinto come povero oppresso necessitante di essere accolto e rispettato, ma come Guerrillero Heroico.
Dietro l'inclusione c'è il disarmo finale dell'animo umano e della dialettica del pensiero. La società arcobaleno è la tomba dell'Umanità.
Veronica Duranti
La parola d'ordine della cultura predominante oggi, in occidente, è "inclusività". Dietro questo termine, apparentemente positivo ed indice di progresso dell'umanità (progresso non meglio definito, vista l'assenza dell'obiettivo ideale da raggiungere), si nasconde, in realtà, il proposito di creare una società di vittime e priva di discernimento.
Partendo dal secondo aspetto, scardinare il concetto che categorie che a un occhio obiettivo risultano fuori dallo spettro del comportamento normale (o quantomeno potrebbero farne scaturire il dubbio come chi si identifica in animali, alieni e altre creature o chi sostiene che esistano infiniti sessi) debbano obbligatoriamente essere accettati e integrati nella società in quanto minoranze, a prescindere dalla natura del loro stato di minoranza, fa sorgere la lecita domanda: su quale criterio ordinante della società si fonda l'inclusione o la non inclusione delle suddette o altre minoranze? Ciò che deve essere incluso o escluso da una società è determinato in base ai valori etico-filosoci e politici che ordinano quella determinata società, ossia, alla base dell'accettazione o del rifiuto di qualche categoria c'è sempre la facoltà di DISCERNIMENTO.
Quello che l'inclusione a tutti i costi vuole attaccare e compromettere è, a presindere dall'oggetto in questione, la capacità di discernimento in sé. Facendo leva sul senso di colpa di chi esclude, la cultura dell'inclusione avvia un meccanismo politico e una mentalità insensibile e passiva nei confronti di qualsiasi innovazione imposta dalle élite in nome dell'inclusività, fosse anche la più aberrante. Molto lontana da ciò che vuole sembrare, la società inclusiva è la fase finale della politica di massa, nella quale sotto la bandiera dell'accettazione, le élite decidono e le masse devono solo essere passive e inclusive.
La seconda conseguenza dell'inclusività a oltranza è la creazione dell'ideal-tipo umano di vittima e, se esiste una vittima, esiste anche il salvatore della vittima. Il salvatore della vittima è, ovviamente, colui che ha creato tale categoria: il potere (in senso lato).
In tal modo si instilla nelle persone, sin dall'infanzia, un approccio all'esistenza (potenzialmente colma di disgrazie) debole, irresponsabile, adolescenziale e, in conseguenza di ciò, volto all'odio e alla violenza distruttiva. La consapevolezza di essere vittime provoca un eterno senso di impotenza nella persona o nella categoria "oppressa"; l'adorazione della vittima provoca, nella società, invidia, disprezzo e ripudio di chi, non sentendosi vittima, si rivolta al "carnefice" (come i palestinesi del 7 ottobre), cessando quindi di essere vittima.
L'esistenza non è inclusiva, può essere spietata, come spietato è il potere che ci governa e occorrerebbe insegnare che ciò che si vuole conquistare lo si deve conquistare senza fare leva sulla compassione e sulla pena della società e del potere stesso ma solo sulla giustezza delle proprie rivendicazioni.
Facciamo l'esempio del femminismo attuale, che come argomento, in certi ambienti, va per la maggiore. La donna viene dipinta dalle cosiddette femministe come eterna vittima della società borghese e patriarcale (che non esiste più), e, non si capisce in base a quale logica, dovrebbe essere aiutata a emergere. Non si capisce la logica perché se la donna è capace quanto l'uomo nel fare ciò che il sesso maschile fa (cosa che la scrivente sostiene fermamente), perché mai dovrebbe essere aiutata dalla società a farlo? Altra coseguenza che la società vittimistica crea è l'irresponsabilità e la conservazione della popolazione in uno stato infantile, alla ricerca di "qualcuno con cui prendersela", incapace di sopportazione delle sofferenze e di autodisciplina, dunque comprabile, ricattabile e addomesticabile: basta farla soffrire un po', e si offrirà autonomamente di servire il potere (ricordarsi del Green pass, non fa mai male).
Grazie di cuore ai Liberi universitari di Pavia per aver organizzato il bellissimo evento di sabato, in una cornice veramente suggestiva.
? Per ricevere tutti gli aggiornamenti segui Giorgio Bianchi Photojournalist
PRESENTAZIONE DEL LIBRO IN UNIVERSITA "LA SCUOLA VA ALLA GUERRA - INCHIESTA SULLA MILITARIZZAZIONE DELL' ISTRUZIONE IN ITALIA"
Si è svolta, con una buona partecipazione, la nostra presentazione del libro "La scuola va alla guerra", con la preziosa presenza dello scrittore, insegnante, antimilitarista e ricercatore Antonio Mazzeo. L'autore ha portato esempi concreti, riportati nel libro, di collaborazione tra istruzione e apparato bellico.
La deriva in atto da decenni è volta ad una sistematica militarizzaione della società, propedeutica al mantenimento di un ordine malato intriso in un clima di crisi e di guerra sempre più capillare.
Denunciando l'attacco all'autonomia e alla libertà del mondo scolastico, il prof. Mazzeo ha anche esposto alcune comprovate collaborazioni tra l'Università di Trieste e varie università israeliane pienamente complici ed integrate con l'apparato militare sionista (e non solo).
Ringraziamo tutti i partecipanti e chi ha collaborato con noi per la realizzazione dell'evento!
❗️ IMPORTANTE ❗️: Comunichiamo che la presentazione del libro "La scuola va alla guerra" di A. Mazzeo NON si terrà presso l'aula 2B dell'edificio H3 (sede centrale) bensì presso l'aula B della sede del DiSU (Dipartimento Studi Umanistici) di Androna Campo Marzio 10 (come per volantino aggiornato).
Lo spostamento ci è stato imposto dall'ateneo in quanto nella stessa settimana (venerdì 12) l'università sarà visitata dal Presidente della Repubblica Mattarella e dal Presidente sloveno Pahor.
Constatiamo con amarezza come questi ultrablindati incontri di Stato siano accompagnati da un parossismo securitario che arriva, oltre a mobilitare ingenti risorse materiali ed umane, a minare il normale svolgimento delle attività universitarie e dei correlati eventi culturali, seppur questi programmati in date diverse da quella del meeting istituzionale.
In ogni caso questo piccolo inconveniente non sarà di ostacolo all'incontro che organizziamo con il giornalista Mazzeo, che appunto si terrà nella giornata prevista (giovedì 11 aprile) e nell'ora stabilita (17:30) ma nell'aula B della sede di Campo Marzio.
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