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Un mio intervento sul ruolo del papa https://www.youtube.com/watch?v=0Xs-LavSdJ8
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Pietro, il suo primato, i suoi confini
In prossimità della festa dei santi Pietro e Paolo vogliamo approfondire il primato di Pietro e le sue prove, nonché dell'infallibilità del papa quando opera "ex cathedra".
“È pazzo! È pazzo!” gridava l’inserviente del piccolo ospedaletto. Vedeva quel giovane minuto, Luigi Gonzaga, con la sua tonaca nera, mentre trasportava in braccio un povero appestato. “Se la prenderà pure lui quella malattia!” continuava a gridare. Si affacciò un vecchio gesuita che stava amministrando sacramenti ai moribondi. Fece tacere l’inserviente dicendogli: “Amico mio sai cos’è la santità? Ecco cos’è. Ce l’hai davanti ai tuoi occhi” disse indicando Luigi. “La santità è anche sapersi sporcare le mani quando c’è bisogno. La santità è saper morire per qualcuno che non vale nulla agli occhi del mondo. Ma per un puro di cuore, come quel ragazzo, quel povero appestato è come il Sacramento. Non lo vedi come se l’abbraccia?”. “Ma si ammalerà anche lui così?” disse quasi piagnucolando l’inserviente. “Che ci vuoi fare, i santi sono così, non hanno misura, non si sanno regolare perché pensano prima di tutto ad amare” rispose il vecchio gesuita sorridendo. “Che spreco, il figlio primogenito dei Gonzaga ridotto a far questo” proseguì l’inserviente. “Non bestemmiare” gli intimò il vecchio gesuita, “quel ragazzo vede più lontano di tutti. È più ambizioso di tutti. Ha capito fino in fondo quello che ci ha insegnato Nostro Signore: ‘Chi vuole essere il primo si faccia servo di tutti’. I Gonzaga con il tempo se li dimenticheranno tutti. Questo ragazzo no, perché si è scelta la parte migliore che non gli sarà tolta”
La persona deve sempre obbedire al giudizio certo della propria coscienza, ma può emettere anche giudizi erronei, per cause non sempre esenti da colpevolezza personale. Non è però imputabile alla persona il male compiuto per ignoranza involontaria, anche se esso resta oggettivamente un male. È quindi necessario ADOPERARSI PER CORREGGERE LA COSCIENZA MORALE DAI SUOI ERRORI.
SAN FRANCESCO DI SALES CI SPRONA A CONTINUARE A PREGARE ANCHE NELLE ARIDITA'
Può succedere che non riusciamo a restare raccolti e concentrati nella preghiera, può succedere che il pregare ci risulti faticoso, noioso, potremmo conoscere dei momenti della nostra vita in cui ci sembrerà che dalla preghiera non otteniamo nulla, alcun conforto, alcuna dolcezza, alcun sostegno. Di fronte a quella che possiamo chiamare “aridità” non dobbiamo smettere di pregare. C’è un errore di fondo in queste pretese e dobbiamo correggerlo: non dobbiamo pregare per ottenere qualcosa in cambio, non dobbiamo pregare alla ricerca di una emozione, aspettandoci di vivere una sensazione. Dobbiamo pregare in primo luogo per lodare Dio, quindi persistere nella preghiera anche quando facciamo fatica, quando ci sembra tutto arido e sterile. Ecco tre citazioni di San Francesco di Sales che ci fanno capire l’importanza di continuare a pregare indipendentemente da tutti i sentimenti che si provano:
Se avviene che non troviate giovamento nella preghiera, vi scongiuro di non turbarvene, ma qualche volta ricorrete alle parole vocali, doletevi di voi stessi a Nostro Signore, confessate la vostra indegnità, pregatelo che vi sia d’aiuto, ditegli queste parole di Giacobbe: io non vi lascerò, o Signore, finché non mi avete dato la vostra benedizione. Toccate qualche volta il vostro cuore con qualche gesto e movimento di devozione esteriore prostrandovi a terra, incrociando le mani sopra il petto, abbracciando un crocifisso, se siete in qualche luogo riparato. Se anche con questo non traete consolazione, per grande che sia la vostra aridità, non vi turbate; ma continuate a stare innanzi al vostro Dio con un contegno devoto e calmo, ed egli allora infallibilmente apprezzerà la vostra pazienza e noterà la vostra assiduità e perseveranza.
E’ necessario avere una gran determinazione a non abbandonare mai la preghiera per qualsivoglia difficoltà che si possa incontrare ed è opportuno non pregare con alcun desiderio d’essere consolati e soddisfatti, perché questo non sarebbe un rendere la nostra volontà unita e corretta con quella del Signore, il quale vuole che mettendoci a pregare noi siamo risoluti a sopportare il fastidio delle continue distrazioni, aridità, disgusti che ci sopravverranno, perseverando con costanza, come se avessimo tanta consolazione e tranquillità. E’ cosa certa che la nostra preghiera non sarà meno grata a Dio né a noi meno utile, essendo fatta con maggiore difficoltà (Tratt. 18, num. 18).
Questo è un grande errore di molti, e in particolare delle donne, il credere che la servitù che facciamo a Dio senza gusto, senza tenerezza di cuore e senza sentimento, sia men grata a sua Divina Maestà, al contrario le nostre azioni sono come rose, le quali, sebbene essendo fresche hanno più grazia, nondimeno secche hanno maggiore odore e forza: perché allo stesso modo, benché le nostre opere fatte con tenerezza di cuore siano a noi più grate, - a noi dico, che non miriamo se non al nostro proprio gusto -, fatte però nella sterilità e siccità hanno maggiore odore e maggior valore presso Dio… Non è gran cosa servir un principe nella dolcezza d’un tempo di pace tra le delizie della corte, ma il servirlo nelle asprezze della guerra, fra i tumulti e le persecuzioni, questo è un vero segno di costanza e fedeltà (Introd. Par. 4. Ap. 14).
Quanto più il Signore ci sottrae le sue sensibili consolazioni, più perfezioni ci prepara, perché ci umiliamo avanti a lui e in lui riponiamo tutta la nostra speranza (Lett. 53, l. 6)
#preghiera #sanfrancescodisales #pregare #cattolicesimo #importanzadellapreghiera
https://youtu.be/DcRcpxH6i3M?si=_qztmUs9ZAc2wOSv
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Comunione sulle mani. Abuso liturgico.
"La liturgia non deve essere il terreno di sperimentazione per ipotesi teologiche." Benedetto XVI. Facevano la comunione in mano e in piedi gli eretici monofisiti ariani che non credevano che Cristo fosse Dio. A voi la scelta se assomigliare agli eretici…
https://youtu.be/Fh-ScltU-o8?si=-Z1gugenJGh2od-9
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Galateo in Chiesa
Esistono codici comportamentali dovunque si vada. In Chiesa non siamo in piazza o nel salotto di casa. Non si Chiacchiera, non si fa suonare e tantomeno si risponde al cell, non entrano animali, non entrano bici, non ci si saluta, si viene vestiti in modo…
NON AMA, CHI NON AMA PER SEMPRE
Quello che lo zelo è per la religione, la fedeltà e la fecondità lo sono per il matrimonio, ossia la devozione verso la persona cara e la proiezione di quell’amore nella famiglia. Una tale fedeltà non sorge dall’abitudine, che è affine alle necessità organiche ed economiche, ma è invece un’affermazione del significato assoluto che una data persona ha per la nostra vita. Questo genere di zelo non solo sommerge tutti quei desideri biologici a esso estranei, ma è anche basato sulla consapevolezza che l’altra persona è quella che Dio ha scelta per noi “nella buona o nella cattiva sorte, nella ricchezza o nella povertà, finché morte non ci separi”. Bene scrisse perciò Euripide quando disse: “Non ama chi non ama per sempre”.
(Fulton J. Sheen, da "Tre per sposarsi" edizioni Fede e Cultura)
“Tuo nonno mi chiese di sposarlo con una caramella. Non avevamo niente, si inginocchiò e mi disse: "Non ho nulla ora, solo una caramella, ma se vuoi possiamo costruire tutto insieme".
"E tu?"
"Ho aperto la caramella, l'ho divisa in due e l'abbiamo mangiata. Da quel momento abbiamo diviso e condiviso tutto. Siamo caduti, ci siamo rialzati e abbiamo costruito.
Tutto insieme. Abbiamo vissuto momenti difficili, di stanchezza, ma ci siamo sempre stati l'uno per l'altro. Fino all'ultimo"
"Altri tempi nonna"
"Il tempo non cambia il modo di amare.
Quello che è cambiato è che non avete più esempi belli da seguire.
Ora avete paura di tutto. Non vi sposate per paura di non riuscire a costruire. Appena litigate vi lasciate perché poi pensate di trovarne uno migliore. Siete sempre alla ricerca della perfezione, come se poi esistesse.
Vi manca la percezione della realtà. Della felicità nelle piccole cose.
Fate ste grandi dimostrazioni, anelli da migliaia di euro, un video esagerato per le proposte di matrimonio e poi vi perdete il momento. Quella cosa intima che custodite in due, solo in due per tutta la vita.
È questo che vi manca. Il coraggio di vivere la vita e l' amore per quello che sono e non per come lo immaginate.
Una caramella e 50 anni insieme."
- M. Prisco
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