LANTERNE

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Quando la strada della vita diventa buia e difficile, è importante dotarsi di lanterne che ci consentono di illuminare il nostro cammino per ritrovare la via della speranza e smettere di avere paura.
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4 Monate, 3 Wochen her

"Il diavolo oggi è l’approssimativo. Per diavolo intendo la negatività senza riscatto, da cui non può venire nessun bene. Nei discorsi approssimativi, nelle genericità, nell’imprecisione di pensiero e di linguaggio, specie se accompagnati da sicumera e petulanza, possiamo riconoscere il diavolo come nemico della chiarezza, sia interiore sia nei rapporti con gli altri, il diavolo come personificazione della mistificazione e dell’automistificazione. Dico l’approssimativo, non il complicato; quando le cose non sono semplici, non sono chiare, pretendere la chiarezza, la semplificazione a tutti i costi, è faciloneria, e proprio questa pretesa obbliga i discorsi a diventare generici, cioè menzogneri. Invece lo sforzo di cercare di pensare e d’esprimersi con la massima precisione possibile proprio di fronte alle cose più complesse è l’unico atteggiamento onesto e utile."

Italo Calvino, Una pietra sopra. Discorsi di letteratura e società, 1980

4 Monate, 3 Wochen her

UN WATCH: RICHIESTA DI LICENZIAMENTO PER FRANCESCA ALBANESE

La United Nation Watch ha annunciato oggi che ha presentato un procedimento alle Nazioni Unite per sollevare dall’incarico Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite sui palestinesi che vivono nei territori contesi. La United Nation Watch è un’organizzazione non governativa con sede in Svizzera che combatte l’antisemitismo, tutte le forme di razzismo e discriminazioni monitorando le prestazioni delle Nazioni Unite in particolare il trattamento ingiusto e sproporzionato verso Israele e organizzando dal 2009 conferenze sui diritti umani in presenza di difensori dei diritti umani., attivisti ed ex prigionieri politici. Nella bozza del documento presentato oggi al presidente del Consiglio per i Diritti Umani, il direttore esecutivo della UN Watch, Hillel Neuer, ha invitato il consesso composto da 47 nazioni a rimuovere il mandato di Albanese per le sue ripetute dichiarazioni a favore di Hamas incitando l’antisemitismo, azioni per le quali ha già ricevuto le condanne di Francia, Germania e Stati Uniti. Neuer ha invitato anche il segretario di stato americano Blinken a sostenere la risoluzione ed ha aggiunto che “Francesca Albanese abusa della sua posizione all’interno delle Nazioni Unite per vomitare antisemitismo e la propaganda di Hamas, sui social, in tv e nei suoi resoconti."

(Progetto Dreyfus)

4 Monate, 3 Wochen her

[ Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare.
Siate voci fuori dal coro. Siate il peso che inclina il piano. Siate sempre in disaccordo perché il dissenso è un’arma. Siate sempre informati e non chiudetevi alla conoscenza perché anche il sapere è un’arma. Forse non cambierete il mondo, ma avrete contribuito a inclinare il piano nella vostra direzione e avrete reso la vostra vita degna di essere raccontata.
Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai. ]

Bertrand Russell

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Manifesto contro l'oblio sul 7 ottobre, "il crimine più pubblicizzato della storia"
GIULIO MEOTTI  27 GIU 2024

In Francia è uscito il libro "7 ottobre. Manifesto contro la cancellazione di un crimine", un lavoro collettivo che sulla copertina di ogni copia ha un nome diverso delle 1.160 vittime del massacro. A sostenere la memoria delle atrocità ottanta tra politici e intellettuali di destra e sinistra

Lungi dall’essere inteso come un crimine contro l’umanità, secondo la tradizione di Srebrenica o del Darfur, il 7 ottobre, secondo questi autori, ha cessato di esistere come evento. Sarah Fainberg dell’Università di Tel Aviv ha curato il lavoro collettivo di questi ottanta nel libro “7 ottobre. Manifesto contro la cancellazione di un crimine” uscito in Francia. Un giorno e mezzo dopo il 7 ottobre, mentre in Israele non avevano ancora compreso la portata del massacro, a Parigi, a Milano, a Washington e a Londra era stato già elaborato un quadro interpretativo. Poi è apparsa una parola, la parola chiave sul 7 ottobre: “contesto”. Ogni copia di questo libro porta in copertina il nome diverso di una delle 1.160 vittime. Scrive Fainberg: “È il primo ‘pogrom TikTok’ della storia. Il desiderio dei terroristi era di trasmetterlo immediatamente, istantaneamente e in diretta”. Da qui la domanda  del libro: com’è possibile che il crimine più pubblicizzato del XXI secolo sia stato così rapidamente annacquato e cancellato?”.

La seconda innovazione è che abbiamo assistito a una combinazione di metodi utilizzati dalle Einsatzgruppen naziste e dall’Isis. “Come durante l’‘Olocausto dei proiettili’, abbiamo visto la partecipazione dei civili al massacro. Anche la parte attiva dei civili di Gaza in questo crimine è circondata da un immenso tabù in occidente. E come durante i raid dell’Isis, i corpi delle vittime  furono fatti a pezzi, smembrati, le donne violentate, pratiche che non erano quelle dei nazisti”. Ci sono volute sei settimane per identificare le ceneri della bambina Liel Hetzroni, bruciata viva nel kibbutz Be’eri. “Non si trattava solo di uccidere, ma di creare una profanazione genocida nella terra-rifugio di Israele. Ci sono voluti quattro mesi e mezzo perché gli stupri di massa venissero riconosciuti da UN Women”.

Ultima cancellazione: gli ostaggi. “Non se ne parla quasi più. Il silenzio è assordante. Alla fine, Gaza ha cancellato gli ostaggi”. Uno degli autori del libro è il romanziere algerino Boualem Sansal. Attacca le “camicie nere che coltivano l’odio contro l’ebreo sotto la nobile terra di Gaza, e altrove nei territori perduti del mondo, in preparazione alla ‘Madre delle Battaglie’ che aspetta solo che la bomba atomica cada su Israele”. I piani aberranti hanno questo a loro favore: più sono grandi, più è probabile che si realizzino. “La prova, il 7 ottobre, impensabile il giorno prima”. Un’altra prova? “Il fervente sostegno dell’opinione occidentale ai nazisti di Hamas. Da qui lo straordinario assioma: la distruzione di Israele porterà pace e prosperità al mondo e i paesi musulmani svezzati dall’odio e guariti dalla peste diventeranno finalmente delle belle democrazie”. Nell’opinione pubblica c’è un sentimento diffuso, avverte Sansal: “Non vogliamo che l’ebreo muoia, ma non arriviamo  a impedire che altri lo facciano”. Scrive che i morti di Israele sono i nostri morti: “Sono i nostri figli, le nostre sorelle, i nostri fratelli, hanno nomi e volti bellissimi, torturati, sgozzati, smembrati, bruciati. È a loro che penso, non all’umanità che può aspettare”. Infine l’ultima, terribile, frase: “È come negli anni ’40: ‘Dammi i tuoi ebrei e ti darò la vita’. Qua e là siamo pronti allo scambio”. Molte le offerte in giro.

4 Monate, 4 Wochen her

«C’è in tedesco un detto molto appropriato: Wer sich nicht wehrt, lebt versikehrt [Chi non combatte vive male]. Da un punto di vista religioso, chi non combatte vive male davanti a Dio. Chi non combatte non crede nell’amore né nella speranza. Secondo me, un gruppo di cristiani che danno a sé stessi il nome di chiesa, sono chiesa solo se combattono. Vivere nella resistenza: ecco quel che significa sperare contro la speranza».(Dorothee Solle, teologa protestante)

7 Monate, 1 Woche her

L'INDIVIDUO IMMERSO NEL DELIRIO DELL'INDUSTRIA CULTURALE.

Che colpa abbiamo, io e voi, se le parole, per sé, sono vuote? Vuote, caro mio. E voi le riempite del senso vostro, nel dirmele; e io nell'accoglierle, inevitabilmente, le riempio del senso mio. Abbiamo creduto d'intenderci, non ci siamo intesi affatto.

(Luigi Pirandello - Uno, nessuno e centomila)

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Mario Draghi intervenuto ieri 16 aprile, a La Hulpe a una conferenza europea di alto livello organizzata dalla presidenza belga del Consiglio Ue, rilanciando il tema della competitività, ha tra le tante cose detto che:
"[...] occorre mettere radicalmente mano alla nostra organizzazione, al processo decisionale e ai i finanziamenti, che dovranno essere sempre più privati e non solo pubblici [...] Servono gli Stati Uniti d'Europa, andare avanti sull’unione dei mercati capitali per mobilitare investimenti”.
Un mondo che continua ad essere governato dallo stesso paradigma finanziario. Sono parole che ormai hanno acquisito la normalità di un pensiero politico. Una normalità patologica che ci sta conducendo verso la guerra globale e del tutti contro tutti.

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E' stupefacente l'ultima intervista di Pasolini, che risale al giorno prima di essere massacrato (ne sto pubblicando alcuni passaggi). Stupefacente come e ancor più degli altri scritti profetici di PPP. Stupefacente che lui che era stato ritenuto e continua ad essere ritenuto il prototipo di tutti i complottisti - per l'articolo dell'"Io so", per "Petrolio" a cui stava lavorando e dove parlava dell'Eni di Mattei e del vero fondatore della P2, Eugenio Cefis - si scagli contro gli intellettuali che si adagiano nelle comode e semplici teorie del complotto, delirano di complotti per liberarsi dal peso di cercare da soli la verità. "Pretendo che tu ti guardi intorno e ti accorga della tragedia. Qual è la tragedia? La tragedia è che non ci sono più esseri umani, ci sono strane macchine che sbattono l’una contro l’altra. E noi, gli intellettuali, prendiamo l’orario ferroviario dell’anno scorso, o di dieci anni prima e poi diciamo: ma strano, ma questi due treni non passano di li, e come mai sono andati a fracassarsi in quel modo? O il macchinista è impazzito o è un criminale isolato o c’è un complotto. Soprattutto il complotto ci fa delirare. Ci libera da tutto il peso di confrontarci da soli con la verità. Che bello se mentre siamo qui a parlare qualcuno in cantina sta facendo i piani per farci fuori. E facile, è semplice, è la resistenza. Noi perderemo alcuni compagni e poi ci organizzeremo e faremo fuori loro, o un po’ per uno, ti pare? Eh lo so che quando trasmettono in televisione Parigi brucia tutti sono lì con le lacrime agli occhi e una voglia matta che la storia si ripeta, bella, pulita. Semplice, io di qua, tu di là".

7 Monate, 2 Wochen her

Invito tutti voi alla visione e ascolto della conversazione che il prof. Sergio Caldarella intratterà con Robert Spencer, quest'ultimo uno dei maggiori esperti dell'influenza islamica nelondo occidentale. Sarà in inglese ma il giorno dopo sarà sicuramente disponibile l'attivazione dei sottotitoli in italiano.

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