Lunedì 14 ottobre alle 21 sul Canale Telegram Un ponte tra mondi (https://t.me/UnPonteTraMondi)
farò il riassunto di tutte le otto tappe del cosiddetto Anno Magico, appena concluso con l'equinozio autunnale.

Si tratta del modello di un processo iniziatico che vede, nella natura e nell'incedere delle stagioni, il riflesso del cammino di consapevolezza che Anima compie, non appena realizza di essere chiamata ad una crescita evolutiva.

Il Corso dell'Anno come cammino di iniziazione si ispira alle otto festività della tradizione celtica ma anche agli scritti di Rudolf Steiner sul Corso dell'Anno come Respiro della Terra.

Chi riconosce nella vita il compiersi di un cammino di evoluzione, conosce l’importanza dell’armonizzarsi con i ritmi della natura. In essi potrà leggere, come in un libro aperto, la strada e le indicazioni per i passi successivi del cammino.

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👆Il gelsomino notturno

Questa lirica del Pascoli, trovata casualmente oggi in una chat, rappresenta per me la quint'essenza della mia esperienza liceale con il mitico professore Salvatore Guglielmino (cui ho dedicato una pagina FB), autore della mitica "Guida al Novecento". Maestro di vita, non solo di letteratura e latino.

Il prof, che chiamavamo Gully, diceva che Pascoli non era solo il poeta della cavallina storna, ma un grande linguista sperimentatore, come vediamo ad esempio in questi versi - la chioccetta, per l'aia azzurra, va col suo pigolio di stelle - dove la chioccetta non è che la rappresentazione di una costellazione che il poeta vede come l'umile animale che trascina dietro di sé le stelle "pigolanti", nell'azzurra aia del cielo.

Ci diceva che questa lirica era stata composta come regalo di nozze per un amico, al posto del solito vaso cinese.

E in essa il poeta, timidamente adombrando il tema dell'incontro sessuale, svela come il concepimento possa diventare, "dentro l'urna molle e segreta", una "non so ché felicità nuova".

E l'incontro si compie con la complicità della notte: quando nel mondo le luci si spengono, ecco che "splende un lume, là nella sala... Brilla al primo piano. S'è spento..." Proprio come il timido gelsomino, che apre le sue corolle la sera e dona il suo profumo al misterioso silenzio che lo circonda.

Qui la "poeticità" prende il volo e ricorda il profumo che "dai calici aperti si esala", rosso profumo di fragole dove la sinestesia sensoriale ci porta alla forza tenera dell'erba, che pur nasce e rinasce, sopra le fosse.

Immagini flash, evocazioni analogiche che ci fanno viaggiare da un'"urna" ad un'altra, di tutt'altra specie.

Ne rimane la delicatezza di un viaggio che solo l'immaginazione poetica può compiere. Delicatezza di un "profumo" che solo nella notte può effondere la sua fragranza.

Grazie a chi mi ha evocato questi potenti ricordi!

#RespiroSofia 5

Come il pensiero, anche il Respiro è UNA FORZA che deve essere OSSERVATA prima, ed EVOCATA poi, sempre e comunque PADRONEGGIATA nel suo moto.

🩷🧡🩷

Questa sera va ad iniziare la seconda edizione del per-corso "Il Respiro, porta di un Tempio".

Ci tengo a questa particella per, una "semplice preposizione", oggi molto usata in unione al noto sostantivo:
sta ad indicare lo svolgimento di un cammino che si compie in progressione.

Fin qui è ovvio.

Ma proviamo a "vedere oltre": questa pro-gressione si compie verso una meta che, possiamo dire, abbraccia tutti gli infiniti obiettivi che l'essere umano si pone: e questa meta è "te stesso". È il "ricordo di te".

Si cammina, certo. Si cammina verso noi stessi, come il monito biblico ricorda: "Va' verso di te!" (Lakh lekha nella lingua ebraica antica della Torah) che Dio ordinò ad Abramo, dove la "terra promessa" altro non è che te stesso, il pieno possesso di te, delle tue potenzialità e della tua coscienza di essere.

Ma questo "vai verso" è, anche, un vai "attraverso" di te (complemento di mezzo): vai verso di te, attraverso te stesso!

Noi siamo Respiro, poiché è proprio questo il processo fisiologico che permette il nostro esistere.

La vita non va corsa, ma per-corsa.

Precisazione che indica una unica cosa, del tutto auspicabile: la consapevolezza nel corso del cammino.

Allora il Respiro di fa strumento di conoscenza (di sé),oltre che di ottimizzazione di tanti parametri del nostro esistere. Che vedremo ampiamente, ovvio, strada facendo!

So che sto calcando un tema molto astratto e che, probabilmente, sarà interesse di pochi.

Ma, proprio in coincidenza con il "nuovo inizio" di questo cammino, condiviso con alcuni di noi, ci tengo a sottolineare proprio questo aspetto, che va oltre i numerosi benefici "fisiologici, emozionali, mentali" che la Respirazione Consapevole può offrire.

E questo, proprio in virtù del fatto che il processo del respiro è assolutamente demandato al sistema nervoso autonomo.

Cosa vuol dire?

Vuol dire che noi siamo PIÙ GRANDI delle automazioni che ci caratterizzano. E non solo quelle legate alla fusis, o alla natura fisica della nostra esistenza.

Perché, qui, sta la possibilità di evadere dalla gabbia nella quale siamo rinchiusi: quando cioè rompiamo le catene che ci avvincono, attraverso la consapevolezza.

Avremo occasione di riflettere sul grande rapporto che esiste tra il Respiro ed il Pensiero. Che si basa proprio sul fatto che, entrambi, il Pensiero come il Respiro, sono Strumenti di Creazione.

Ma è fondamentale che il "creatore" ne sia consapevole!

Quindi partiamo dall'inizio, che è osservare e prender coscienza!

Coi corsisti ci vediamo questa sera e, con chi non ci sarà, ci ritroveremo in questo spazio virtuale del mercoledì!

Loredana

👇

*"Occorre grande attenzione per non lasciarsi incantare dai pensieri che scorrono nella testa, occorre rapidità d'azione per fissare lo spazio vuoto tra un pensiero e l'altro.

È in questo spazio, infatti, che posso scorgere il pensiero come forza, che posso cogliere la forza che genera i pensieri, che li muove."* Daniele Laganà

Claudia osserva che... (vedi commento):

a differenza di molte donne di oggi, (la donna del mito, ossia il femminile archetipale e ontologico) ha integrato il maschile senza negare (o perdere) il proprio femminile.

👍👍👍

Elisabetta aggiunge (vedi commento):

- trasmutazione del dolore
- educazione all'attenzione consapevole

verso la... Manifestazione di Sé.
🙏🙏🙏

La Spada di Luce

Quante volte senti, percepisci, la tua forza ma hai paura a manifestarla, prendendo atto del tuo stesso potere?

Hai mai avuto timore che liberare questa energia abbia a prevaricare o schiacciare qualcuno? Oppure che ti porti ad essere considerata presuntuosa ed egocentrica, tanto da fare sì che gli altri, percependola, siamo loro stessi a metterti, spesso inconsapevolmente, nell'angolino?

Così finisce che tu stessa disegni, su di te e dentro di te, l'immagine che "tu pensi" gli altri abbiano a cogliere, e non ti accorgi invece che quell'immagine sei tu ad averla disegnata e creata, nella tua mente.

Oppure, magari, tu "pensi" di proiettare un'immagine di te stessa che alla fine non corrisponde a quella che gli altri raccolgono.

Così ti ritrovi a "costringerti" dimessa, persino a inibirti, convinta di non esser vista, a non mostrare ciò che realmente sei e a parlare solo quando qualcuno si accorge o ricorda di te.

Ma d'altro canto senti che c'è una forza, anche imperiosa, che ti abita: che chiede di essere vista, sentita, riconosciuta. E che rischia, a volte, di divenire addirittura prepotente, o tanto potente da portarsi a manifestare da sola... Esce, e tu non sai neanche da che parte sia sbucata, baipassando il tuo permesso. E spesso esce male, purtroppo.

È il momento in cui tu stessa ti stupisci di essa, cioè di te. Tanto che, se l'hai abitualmente ignorata questa, irrompendo improvvisamente, rischia di fare danni, proprio perché non ti sei addestrata a controllarla. E, prima ancora, a conoscerla, ri-conoscerla come parte di te.

Ecco: qui incominciamo a guardarci nelle due modalità contrapposte... Da una parte vediamo e sentiamo noi stessi abitati da questa forza e, dall'altra, realizziamo che questa stessa ci schiaccia, proprio perché troppo intenti a reprimerla.

Ma chi siamo veramente?

Ecco dunque l'importanza di comprendere innanzitutto questo: che, ciò che gli altri colgono di noi, spesso è diverso da quello che noi pensiamo abbiano a cogliere. Quello che noi pensiamo di dimostrare, di emettere e trasmettere di noi.

Quindi, la domanda è: cosa TU cogli, e cosa accogli, di te stesso/te stessa?

Solo nel momento in cui realizzi questi due (che seguono) passaggi ecco che la magia accade:

- prendi coscienza di essere depositario di una forza e di un potere che spesso neanche tu conosci ma che puoi rivelare, al mondo e a te stesso;

- e, dopo, che TU hai la possibilità di governarlo, insieme al "dovere" di esprimerlo e manifestarlo.

Allora la tua energia si alza, si innalza, si erge. Anche senza la tua volontà. Illuminando ciò che sei. Si verticalizza sul suo diritto a esistere, poiché prende impulso e forza da ciò che la consapevolezza della Tua Volontà in quel momento permette.

Troppo spesso noi abbiamo paura del nostro potere, timore persino di scoprirlo, oltre che di rivelarlo.

Ma oggi non c'è più tempo.

Ora si prende in mano la spada e si combatte. Si nuota, anche se non hai imparato prima a farlo.

Ma se, avvedutamente, hai fatto questi due passaggi di cui parlavamo, ecco che la spada improvvisamente si illumina, poiché sa di essere impugnata da chi la conosce e sa usare.

Questo è il momento di superare gli indugi, "abitare chi siamo" con tutta la forza che la vita ci ha donato.

Osando perfino sbagliare. Ma forti dell'aver riconosciuto, e legittimato, la forza che ci abita: nutrita dal diritto di fare rispettare la nostra Dignità di Esseri Umani.

Figli di un Divino che, attraverso di noi, chiede di essere riportato alla sua legittima regalità.

Shinrin-Yoku: il "bagno di natura".
La natura, "dentro di noi".

La disconnessione con il regno della natura che oggi l'uomo vive nel tempo moderno, conseguenza della rivoluzione industriale e tecnologica che qualifica i nostri tempi, ha contribuito alla perdita del Sentimento del Sacro che vede il concetto di natura, "maestra e terapeuta", posseduto dall'uomo sin dalle origini.

Oggi una nuova filosofia tenta di recuperare questo ancestrale rapporto. Esso non è realmente perduto ma solo sepolto nel nostro profondo. Lo Shinrin-Yoku, termine coniato in Giappone alla fine del secolo scorso, coniuga la filosofia della natura alla pratica dell'immersione in essa attraverso i sensi e la presenza profonda.

Questa pratica viene oggi annoverata tra le terapie preventive, comprovate in modi empirici e scientifici. È infatti provato che l'immersione nei boschi o più in generale il contatto con la natura, è in grado di abbassare le concentrazioni dell'ormone dello stress nel corpo umano, rinforzando il sistema immunitario, regolando la pressione arteriosa e il battito cardiaco e non da ultimo riducendo anche il colesterolo. Tutto questo innalzato di potenza quando si realizza la sinergia con la Respirazione Consapevole e Creativa, che già di per sé permette l'autoaddestramento a stimolare il cervello a produrre le onde alfa, sensibilizzando il cosiddetto emisfero destro, oggi così sofferente!

Ma non è certo solo il corpo fisico a goderne. Lo stato di ben-essere riguarda l'interezza dell'essere e sconfina persino rispetto alla dimensione personale e individualistica.

C'è sicuramente chi considera questa tendenza una moda del momento, e ci può stare: ma non si potrà tuttavia mai negare che un desiderio profondo abita oggi l'animo umano. Un desiderio divenuto oramai necessità. È il desiderio di ritrovare se stessi, ritrovare la nostra vera natura che è una natura di armonia e di capacità creativa: perché l'umano è felice quando crea.
Ed è la natura stessa a dimostrarcelo. Con la sua capacità di rigenerarsi e di risorgere a nuova vita.

Ma, affinché questo contatto torni a farsi realmente generativo - non solo di benessere egoico, ma di quel benessere generatore di bene molto al di là di ogni egoistico confine - è necessario che l'anima umana abbia sensibilizzarsi al giusto rapporto col mondo che la circonda.

Qui non si tratta di imparare ma di ricordare: risvegliare quella sensibilità da sempre sopita in noi, in attesa di risveglio.

Le antiche pratiche di sensibilizzazione e rigenerazione, di armonizzazione del proprio respiro con quello del cosmo, non fanno altro che aprire una soglia, un passaggio per recuperare quello stato di non dualità - di pace, contrapposta alla guerra, che la natura stessa rivela obsoleta - che da sempre la natura ci mostra.

Superando la soglia liminale tra il conscio e l'inconscio, il mondo fuori e il mondo dentro di noi, possiamo entrare in contatto con la parte di noi più nascosta, ma anche più vera. Nuovamente padroni dello stato più naturale che l'umanità dovrebbe possedere: lo stato di massima creatività.

Per questo è importante riconoscere quali sono gli atteggiamenti interiori più propizi a facilitare questo processo: pratiche e ritualità che aprono nell'animo umano quello spazio profondo in grado di rieducare o, meglio, ricondurre, la nostra anima a ricordarsi di sé.

"L'uomo connesso alla natura non solo è più sano, ma è più spirituale, meno manipolabile e condizionabile".???????

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Citazione
"A volte, ciò che provoca l'invidia non
è il tuo denaro, la tua auto o le cose
che hai, perché può succedere, che
l'invidioso abbia questo o anche
di più.

Quello che causa l'invidia,
è la tua essenza, è la tua energia,
è ciò che sai fare bene e loro no,
è il successo con la tua famiglia,
sono i tuoi talenti, la tua aura, le
tue relazioni. Il modo con cui
gestisci i tuoi valori attraverso la
vita, quelle cose che ti fanno risplendere e che nessuno mai, potrà spegnere.

Questo è ciò che uccide qualsiasi
persona invidiosa, e non immagini
nemmeno cosa darebbe per avere
quella luce, che proviene dal tuo
essere e che mai potrà copiare."

Totò