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Parole per voi non nuove né sorprendenti ma su cui vi suggerisco di riflettere. Chiedere a un giornalista di attenersi ai fatti, e quindi, ad esempio:

1) di non virgolettare parole che non sono mai state dette;

2) di non commentare un testo normativo inesistente e totalmente campato in aria;

non si può fare, perché sarebbe comunque condizionare la libertà di espressione della stampa.

Contro l’abuso palese di questa libertà non si deve usare il divieto o la censura, ma un’altra libertà: la vostra libertà di non leggere gli operatori informativi, e nel mio caso anche la mia libertà di non parlarci (e infatti quando li vedo avvicinarsi li scanso come scanso deiezioni segno di altra inciviltà). Nulla di personale!

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L’emendamento della discordia.