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Le informazioni legali dell'avvocato Fusillo.
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"Vorrei mettere in rilievo che il conflitto di cui è vittima il paziente rappresenta sì un momento personale, ma è anche al tempo stesso un conflitto dell’umanità che si manifesta nell’individuo."
(C.G. Jung , Psicologia dell’inconscio)
?♀️SUICIDI IN CARCERE: L'ORGANIZZAZIONE PENITENZIARIA È UNA MACCHINA PATOGENA
“Aveva trentasei anni ed era nato a Cittanova di Reggio Calabria il poliziotto penitenziario che si è tolto la vita nella notte dello scorso 6 luglio: è il sesto dall’inizio dell’anno. Della crudele epidemiologia carceraria, questo è forse il dato più trascurato: secondo alcune stime sindacali, nell’arco del decennio 2010-2020, sarebbero stati circa cento i suicidi tra gli agenti della penitenziaria (un dato decisamente più alto di quello riscontrato all’interno degli altri corpi di polizia).
È il segnale più inequivocabile del fatto che l’organizzazione penitenziaria è ormai diventata una macchina patogena che produce frustrazione, angoscia, psicosi, autolesionismo e morte. Sia tra i custodi che tra i custoditi.
Nel corso della prima metà del 2024, sono già 54 i detenuti che hanno deciso di porre fine alla propria esistenza. Si sa, ogni suicidio è una storia a sé, ma le dinamiche soggettive possono essere potentemente acuite e rese dirompenti dalle condizioni ambientali.
Il carcere, sin dalla sua struttura fisico-materiale – tutta ferro, cemento, acciaio –, è un sistema incombente e immanente, qualcosa di estremamente pesante e oppressivo, un apparato che immobilizza e leva il respiro. Al dispositivo di privazione della libertà corrisponde un meccanismo invalidante, che non solo blocca i movimenti e i desideri, ma che rimpicciolisce i corpi e gli spazi, annichilisce i pensieri, rallenta i ritmi, induce narcolessia e afasia.”
Oggi sul quotidiano La Repubblica il sociologo Luigi Manconi, alla luce degli ultimi fatti di cronaca, porta una riflessione sul sistema carcerario italiano e sugli effetti che ha sia sui detenuti, che sugli agenti penitenziari.
In queste strutture dove “la prima vittima è la dignità umana”, come dice Manconi, si sta registrando un numero altissimo di suicidi a causa della scarsa attenzione per il benessere psicologico di chi le abita.
È fondamentale dare più peso alla figura dello psicologo penitenziario per dare sostegno sia agli agenti che ai detenuti, oltre che immaginare nuove misure detentive che rispettino a pieno il principio rieducativo della pena.
(CNOP - Consiglio Nazionale dell'Ordine degli Psicologi)
? La depressione nella prima metà del XX secolo non disponeva di una definizione condivisa e non era altro che una sindrome associata a molte malattie mentali; qualche decade più avanti, grazie all’introduzione dei manuali standardizzati, la psichiatria dimostrò…
"Per uno psicoanalista è possibile essere attendibile per cinquanta minuti cinque volte la settimana e ciò è di estrema importanza, anche se nella vita privata egli è altrettanto inattendibile di chiunque altro. Può dirsi la stessa cosa di un'infermiera e di un assistente sociale o di chiunque si occupi di esseri umani."
(Donald Winnicott, Il bambino deprivato)
Tra le tante attività che finirono sotto la scure del fascismo, ci fu anche la psicologia e in particolare la psicoanalisi.
Già dal 1932, infatti, in Italia veniva pubblicata La Rivista di Psicoanalisi, organo ufficiale della Società Psicoanalitica Italiana.
Dopo solo due anni di attività, però, la pubblicazione della rivista fu vietata dal regime fascista e nel 1938 fu sciolta anche la SPI.
Cesare Musatti, che sotto il regime fascista fu allontanato dall'insegnamento universitario, come tanti psicoanalisti ebrei che furono perseguitati durante il fascismo, rifondò La Rivista di Psicoanalisi nel 1954.
? ITALIA AL 41° POSTO PER LIVELLO DI FELICITA NEL MONDO
*"Secondo un recente studio internazionale, l'Italia si colloca al 41° posto per quanto riguarda i livelli di felicità nel mondo, mostrando una perdita di 8 posizioni rispetto alla precedente rilevazione.
È interessante notare che si è verificata un'inversione di tendenza: mentre in passato si osservava una diminuzione della felicità con l'avanzare dell'età, ora si nota il contrario, con un crescente disagio psicologico già tra i più giovani.
Questo suggerisce che il contesto sociale in cui viviamo non stia promuovendo il benessere, ma piuttosto contribuendo a un tragico deterioramento della salute mentale."
(Consiglio Nazionale dell'Ordine degli Psicologi)*
Per provare a uscire da questo circolo vizioso, ovvero quello di un sistema che "ammala" - e che poi tenta di curare ciò che continua provocare, il primo passo cruciale è acquisire consapevolezza della nostra situazione e della condizione dell'umanità nel suo complesso.
Questo processo di insight ci consente di comprendere che, senza una comprensione adeguata dello Spirito del tempo di una determinata epoca e dei suoi effetti sulla psiche individuale, rischiamo di favorire una medicalizzazione eccessiva del malessere, un'eccessiva dipendenza dalle diagnosi e dalla prescrizione di farmaci, e una tendenza a ridurre la persona malata a un semplice oggetto parziale, un sintomo o un comportamento... senza riuscire mai realmente ad affrontare il problema.
Per un approfondimento di questi temi, si rimanda a Melanconia, scienza e postmodernità‼️
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Cratere di Poimandres
Il saggio Melanconia, scienza e postmodernità (2022) fornisce una profonda analisi della diffusa melanconia (depressione) nella società contemporanea, evidenziando come questa sia un riflesso della pervasiva influenza del capitalismo. Attraverso prove cliniche…
Il saggio Melanconia, scienza e postmodernità (2022) fornisce una profonda analisi della diffusa melanconia (depressione) nella società contemporanea, evidenziando come questa sia un riflesso della pervasiva influenza del capitalismo.
Attraverso prove cliniche e riflessioni socio-economiche, il testo supporta in modo convincente la teoria del "realismo capitalista" di Mark Fisher, dimostrando come la logica capitalista e iper-consumista abbia permeato profondamente non solo l'individuo, ma anche il tessuto della nostra società e della stessa scienza.
Tutte le ipotesi di uscita dal disastro del postmoderno, politiche e ideologiche, sono relegate al dominio del non-più-possibile, le alternative al capitalismo sono messe a tacere dalla retorica neoliberale del "There Is No Alternative"! La concordanza con l'analisi fenomenologica della depressione è disarmante: parliamo della riduzione del proprio futuro ad una o poche possibilità... la perdita del futuro non è percepita come imminente ma come già avvenuta, ha i caratteri della certezza!
Come uscirne? Il primo passo è l'insight, prendere consapevolezza della condizione in cui ci troviamo e in cui si trova l'umanità intera... "e se non comprendiamo tale aspetto, lasciamo spazio libero alla medicalizzazione del malessere, alla sovra-consumazione delle diagnosi e della farmacopea, alla riduzione del soggetto malato a un oggetto parziale, un sintomo, un comportamento (Kaes)".
Edizioni del Faro
Melanconia, scienza e postmodernità - Edizioni del Faro
La depressione nella prima metà del XX secolo non disponeva di una definizione condivisa e non era altro che una sindrome associata a molte malattie mentali; qualche decade più avanti, g...
PSICOSI E NEUROTRASMETTITORI
La psicosi è un disturbo complesso che coinvolge molteplici fattori neurobiologici, tra cui il sistema dopaminergico. Tuttavia, diversi studi hanno suggerito che non esiste una modificazione diretta dei recettori dopaminergici prefrontali nelle psicosi.
Piuttosto, si è osservato che l'assunzione prolungata di neurolettici, farmaci comunemente usati nel trattamento della psicosi, può portare a una sensibilizzazione dei recettori dopaminergici nel cervello.
Questa sensibilizzazione recettoriale comporta una maggiore reattività dei recettori dopaminergici alla dopamina, il neurotrasmettitore coinvolto nella regolazione di molteplici funzioni, tra cui la percezione della realtà.
Di conseguenza, sebbene non ci sia una "troppa dopamina" in senso assoluto, la sensibilizzazione recettoriale può comportare una maggiore suscettibilità agli effetti della dopamina, contribuendo ai sintomi della psicosi.
? Link alla pubblicazione: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5327459/
Cento anni fa nasceva Franco Basaglia, promotore di una rivoluzione nell'approccio e nella cura dei disturbi mentali che portò alla chiusura dei manicomi. Da 46 anni la Legge 180 ha formalmente abolito i manicomi, luoghi di tortura e oppressione dove venivano rinchiusi i sofferenti e i ribelli, ma la lotta per la libertà e la dignità delle persone affette dalla sofferenze mentali non è finita. Ancora oggi mancano le risorse, sia culturali che materiali, necessarie a garantire loro una vita degna e autonoma: https://fb.watch/qKANB1yZ9W/.
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