Le tradizionali cerimonie di lutto per il martirio dell'Imam Hosseyn ieri sera nella notte di Ashura nell'Imamzadeh Saleh, a nord di Teheran.

Durante il mese di Moharram i musulmani, e in particolar modo quelli di scuola sciita, commemorano il martirio a Karbala dell’Imam Hosseyn, della sua famiglia e dei suoi Compagni, eterno e sublime simbolo di amore, lotta, fede, pazienza, sacrificio e martirio e fonte di ispirazione per i rivoluzionari islamici di tutte le epoche.

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Israele ammette di avere avuto un ruolo nei disordini dell’autunno 2022 in Iran

Dopo due anni, i sionisti hanno finalmente ammesso di aver avuto un ruolo nelle rivolte dell’autunno del 2022. Jacob Nagel, ex consigliere per la sicurezza nazionale di Netanyahu, ha scritto in una nota recentemente pubblicata sul quotidiano israeliano Jerusalem Post che il regime sionista ha "hackerato" la cartella clinica di Mahsa Amini e l'ha pubblicata "senza assumersene la responsabilità".

"Dobbiamo imparare dall'errore che ha portato al 7 ottobre e cambiare il paradigma della lotta contro l'Iran". Nella sua recente nota, l'ex consigliere di Netanyahu sostiene che l'attuale situazione in cui si trova Israele e il conflitto totale che ha dovuto affrontare sono dovuti alle azioni dell'Iran.

Egli sottolinea che per indebolire l'Iran bisogna combattere in tutti i settori, come l'economia, le banche, l'energia, i servizi ai cittadini e il sistema giudiziario iraniani, con l'aiuto delle forze di opposizione e dei programmi di aiuto (finanziamenti, armi e informazioni) insieme alle operazioni di infiltrazione e gli attacchi informatici.

Quale esempio riuscito in questa lotta totale contro la Repubblica Islamica, ha citato il caso della cartella clinica di Mahsa Amini, ottenuta attraverso un attacco informatico e pubblicata senza assumersene la responsabilità.

Durante i disordini che fecero seguito alla morte della giovane, i media sionisti entrarono direttamente nel progetto di destabilizzare l’Iran, perfino con l'account Twitter ufficiale dell’esercito israeliano

Ad esempio, gli hashtag di Mahsa Amini provenivano direttamente dalla Palestina occupata, e la fretta dei sionisti per influenzare i disordini ha portato a "ignorare considerazioni di sicurezza" e gli indirizzi IP degli account che mostravano il trend degli hashtag che giungevano direttamente dai territori palestinesi occupati.

Un punto importante che ha portato allo scoppio dei disordini sono state le dichiarazioni rilasciate da ospiti internazionali in veste di neurologi che nelle intervista a “Iran International” dichiaravano che le TAC mostravano che il cranio di Mahsa Amini era stato colpito violentemente.

I canali e gli account degli utenti erano chiaramente dedicati all'addestramento, alla fabbricazione di armi e all'esecuzione di operazioni armate e con l'aiuto di delinquenti e facinorosi per creare rivolte e generare insicurezza, il regime israeliano ha cercato di "creare un gruppo di alimentazione della folla in Iran" attraverso i contatti con i Mojahedin-e Khalq e gli appartenenti alla setta Baha'i.

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Hezbollah ha pubblicato il secondo episodio dell'”Upupa” (Hudhud), contenente scene di ricognizione aerea di siti sensibili dell’esercito e dell’intelligence israeliana nelle Alture del Golan siriano occupate illegalmente dall'entità sionista.

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Messaggio del Presidente Pezeshkian a Seyyed Nasrallah

La risposta del neoeletto Presidente Pezeshkian al Segretario Generale di Hezbollah, che gli aveva inviato un messaggio di auguri per la recente vittoria nelle elezioni presidenziali:

"*Vostra Eminenza Seyyed Hassan Nasrallah
Stimato Segretario Generale di Hezbollah
La pace sia, la misericordia e le benedizioni di Dio siano su di te

Porgo i miei sinceri ringraziamenti per il tuo prezioso e amorevole messaggio che ho ricevuto dopo la mia elezione a Presidente della Repubblica Islamica dell'Iran.

La Repubblica Islamica dell’Iran ha sempre sostenuto e continua a sostenere la Resistenza dei popoli della regione di fronte all’entità sionista. Sostenere la Resistenza è una parte fondamentale delle politiche dell'ordinamento islamico iraniano, degli obiettivi del defunto Imam [Khomeini] (che Dio abbia misericordia di lui) e della Guida della Rivoluzione Islamica [Khamenei] (che Dio lo protegga), e continuerà con forza.

Sono fiducioso che i movimenti di Resistenza nella regione non permetteranno a questa entità di continuare le sue politiche aggressive e criminali contro l'oppresso popolo palestinese e altri popoli della regione.

Grazie per le vostre sincere preghiere nei miei confronti e prego Dio affinché accresca il vostro onore, conceda felicità e progresso al popolo libanese e conceda la vittoria agli eroici combattenti della Resistenza*".

Massoud Pezeshkian

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Haj Qasem Soleimani:

“Noi siamo la nazione del martirio. Noi siamo la nazione dell’Imam Hosseyn”

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Seyyed Kazem Roobakhsh, un giovane studioso religioso iraniano piuttosto noto sulla rete (solo sulla sua pagina Instagram ha più di mezzo milione di followers), è stato arrestato nei giorni scorsi in Arabia Saudita, dove si trovava per adempiere ai riti del Pellegrinaggio (Hajj), per aver scandito slogan contro il regime genocida israeliano e quello criminale degli Stati Uniti!

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Il convoglio di famiglie dei martiri palestinesi è arrivato a Teheran

Diverse famiglie di martiri di Gaza della battaglia "Tempesta di al-Aqsa", che hanno lasciato la Striscia palestinese attraverso alcuni Paesi della regione, sono arrivate a Teheran.

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25 aprile, festa della libertà... di informazione. Accade oggi a Roma

La corrispondente di Rete 4, presente alla manifestazione di oggi per il 25 aprile a Roma a Porta San Paolo, racconta in diretta di una “carica” della Brigata Ebraica contro manifestanti che denunciavano il genocidio in corso a Gaza da parte del regime israeliano.

A quel punto dagli studi di Mediaset interviene la conduttrice della trasmissione, e dalla stessa manifestazione Riccardo Pacifici, ex presidente della comunità ebraica di Roma e attuale Vicepresidente dell'European Jewish Association...

Per la cronaca, gli esponenti sionisti della comunità ebraica romana hanno lanciato anche quattro bombe carta, sassi e altri oggetti contro i manifestanti che pacificamente denunciavano il regime infanticida israeliano. Il tutto, ovviamente, sotto lo sguardo della polizia, che si è limitata a guardare.

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